CERESARA (MN), S. Martino

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Dati

Topografia

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Nazione Italia
Regione Lombardia
Provincia Mantova
Comune Ceresara
C.A.P. 46040
Indirizzo/Località
Toponimo
Proprietario
Vincoli
Riferimenti cartografici
Particella catastale
Latitudine 45.258259
Longitudine 10.543701
Altitudine


Fonti storiche e identificazione

Fonti storico-epigrafiche

La più antica attestazione, riguardante l'esistenza della chiesa, risale all'anno 765 ed è riportata in un documento attraverso il quale Cunimondo, dignitario della corte longobarda, donò alcune proprietà pro animae remedio alle chiese sirmionesi di S. Martino, S. Vito e S. Pietro in Mavinas ed, appunto, all’ecclesia Sancti Martini in Cusenago: “…dono atque cedo ego Cunimund in ecclesia Sancti Martini in castro Sermionense et in eccelsia Sancti Uiti, similiter in castro Sermione, et in ecclesia Sancti Petri in Mauinas et in ecclesia Sancti Martini in Cusenago, in istas supradictas ecclesias dono pro animę meę remedio uel pro luminaribus meis curte mea domo cultile quam habere visus sum in Gosenagio, prope fluuium Alisionem, cum omni pertinentias suas: in primis, casam ipsam…”

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Conservazione

Nel suo aspetto attuale, la chiesa non conserva elementi architettonici attribuibili ad epoca altomedievale, in quanto obliterati da successivi interventi.

Intitolazione attuale

S. Martino Vescovo

Intitolazione storica

S. Martino

Diocesi attuale

Mantova


Contesto Insediativo

Descrizione

La parrocchia è situata nella zona dell'Altopiano tra Mincio e Oglio. Attraversata dall'Osone, un corso d'acqua che un tempo era degno del titolo di fiume, la sua estensione occupava una vasta porzione del territorio di Ceresara, posta di a sud-ovest del capoluogo comunale, che coincide con la frazione di San Martino Gusnago.



Funzione

Funzione dell'edificio

Cappella


Galleria di immagini

Informazioni generali

Descrizione

Articolazione in sequenze

Interpretazione

Datazione e giustificazione critica

Il ritrovamento nelle pertinenze dell’attuale parrocchiale, eretta in luogo di un precedente edificio fra il 1726 e il 1730, di un’imposta in calcare oolitico di ottima fattura, ornata con motivi ascrivibili alla seconda metà del secolo VIII, induce a ritenere che l’odierno edificio sorga nell’area occupata dalla chiesa altomedievale. Il reperto, recuperato in circostanze imprecisate e mutilo in uno dei lati lunghi, ha forma di tronco di piramide a base rettangolare rovesciato ed incurvato, con listello sia nella fascia superiore che nella fascia inferiore, e doveva essere decorato su tutti e quattro i lati. Nel lato lungo superstite campeggia una croce greca bordata, cordonata nei bracci verticali e gemmata al centro, dalla quale si dipartono diagonalmente quattro ramoscelli di acanto, con foglie e caulicoli; su uno dei fianchi, delimitati da due cordoni a torciglione, è invece raffigurato un motivo a tralci vitinei, con triplice intreccio alternato di foglia di vite e grappolo d’uva, mentre il fianco opposto presenta una decorazione con triplice girandola, affiancata in corrispondenza del cordone dalla figura di un rapace rappresentato di profilo. EmptyData.png EmptyData.png


Altre Informazioni

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Informazioni sulla pubblicazione

Data ottobre 13, 2015
Autore scheda informatica Careuser Scheda Personale
Autore scheda cartacea
Stato di avanzamento della scheda 4. Scheda non Verificata
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