CASTEL CAMPAGNANO (CE), Grotta dell'Angelo

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Dati

Topografia

{{#display_map:41°10'52.8"N,14°27'13.1"E|width=400|height=300|service=osm|zoom=18}}

Nazione Italia
Regione Campania
Provincia Caserta
Comune Castel Campagnano
C.A.P. 81010
Indirizzo/Località Via Marino Antonio
Toponimo
Proprietario Proprietà privata
Vincoli
Riferimenti cartografici
Particella catastale
Latitudine 41°10'52.8"N
Longitudine 14°27'13.1"E
Altitudine


Fonti storiche e identificazione

Fonti storico-epigrafiche

- 979: "Sanctus Angelus et sanctus Foelix et sanctus Johannes in Campanianu". Il riferimento è presente in una bolla pubblicata nel Seicento da Michele Monaco ma emanata dal metropolita capuano Gerberto (978-980) con la quale si conferiva la dignità episcopale a Santo Stefano Menicillo, proclamato vescovo della diocesi di Caiazzo, suffraganea dell'archidiocesi di Capua. Con tale documento venivano stabiliti i territori e le chiese soggette alla giurisdizione della diocesi caiatina, comprese quelle di Castelcampagnano.

Bibliografia

AMODIO M., EBANISTA C., Aree funerarie e luoghi di culto in rupe: le cavità artificiali campane tra tarda antichità e medioevo, in Atti del VI Convegno Nazionale di Speleologia in Cavità Artificiali, Napoli 2008, pp. 117-144.

BOVE F., Il palazzo ducale di Castel Campagnano e le trasformazioni del nucleo urbano medievale, in Archivio Storico del Caiatino, IV, (a cura di) N. Santacroce, Capua 2006, pp. 11-23.

GERVASIO L., Nuove acquisizioni per la pittura rupestre medievale in Campania: gli affreschi della grotta di Castel Campagnano, in Kronos 12, Lecce 2009.

MESSINA A., Caratteristiche dell’edilizia rupestre brindisina, in Quando abitavamo in grotta. Atti del I Convegno internazionale sulla civiltà rupestre, Spoleto 2004, pp. 35-38.

MARAZZI F., San Vincenzo al Volturno. Guida agli scavi, Campobasso 2006.

PACE V., La pittura medievale in Campania, in La pittura in Italia, L’altomedioevo, (a cura di) C. Bertelli, Milano 1994, pp. 243-260.

PAGANO M., Storia ed archeologia di Caiazzo, Boscotrecase 1998.

RENDA G., Il territorio di Caiatia, in Carta archeologica e ricerche in Campania, Fascicolo 1: Comuni di Alvignano, Baia e Latina, Caiazzo, Castel Campagnano, Castel di Sasso, Dragoni, Piana di Monte Verna, Ruviano, (a cura di) L. Quilici, S. Quilici Gigli, Roma 2004, pp. 237-423.

Conservazione

Edificio conservato in alzato.

Affreschi in pessime condizioni.

Intitolazione attuale

Grotta dell'Angelo

Intitolazione storica

Sanctus Angelus in Campanianu

Diocesi attuale

Alife - Caiazzo


Contesto Insediativo

Descrizione

La chiesa rupestre, pressochè sconosciuta, si trova al di sotto del palazzo ducale di Castel Campagnano. La ragione di tale silenzio è evidentemente legata alle vicende storiche che determinarono già anticamente l'abbandono della cavità rocciosa, avvenuto verosimilmente quando, sulla sommità della collina dove si apriva la grotta, fu elevato un primitivo edificio, inglobato successivamente in un palazzo seicentesco, ulteriormente ampliato durante il XVIII secolo, quando divenne dimora gentilizia dei Ferrara Vastano e dei Satriano Ferrara. Nel corso di queste campagne edilizie, succedutesi nell'arco di quattro secoli, furono tompagnati i due ingressi originari della sottostante grotta campagnese e l'accesso al sito rupestre fu assicurato da un passaggio sotterraneo scavato nel tufo che, dalla corte centrale del palazzo elevato sul colle tufaceo, conduceva fino all'antica cappella rupestre, all’epoca già sconsacrata ed utilizzata prima come cava per l'estrazione di materiale lapideo e poi come cantina - cellaio.

Strutture precedenti

Castel Campagnano è un piccolo centro agricolo che sorge alla confluenza del Volturno con il Calore. Il toponimo è legato ad il nome di persona, di origine latina, Campanius, al quale è stato aggiunta in suffisso possessivo –anus. Il nome originario Campagnano, fu prima modicato in Castello di Campagnano, con un chiaro riferimento ad un castello presente nella zona, per poi assumere la forma definitiva di Castel Campagnano. I primi insediamenti, risalenti ad epoca romana, sono stati rinvenuti nella frazione di Squille, che, secondo la tradizione, nel Medioevo, sarebbe appartenuta a Stefano Campagnano, i cui eredi si sarebbero spostato in una località limitrofa, dando origine all'attuale insediamento.

Abitato contemporaneo

L’abitato che si sviluppò intorno alla grotta dell’Angelo, si configurò ben presto come centro murato e fortificato, a pianta anulare, disposta sul pensio del colle, difeso nel punto più elevato da un castello, di cui oggi resta memoria solo nella toponomastica.


Funzione

Funzione dell'edificio

Chiesa rupestre

Descrizione

La cavità, scavata nel banco tufaceo, è stata utilizzata come luogo di culto sicuramente a partire dal X secolo, come testimonia l'unica fonte storica finora individuata.

Galleria di immagini

Informazioni generali

Descrizione La cavità artificiale, scavata nel banco tufaceo, è stata interessata da numerose campagne edilizie, succedutesi nell'arco di quattro secoli. Nel corso degli anni, infatti, furono tompagnati i due ingressi originari della sottostante grotta campagnese e l'accesso al sito rupestre fu assicurato da un passaggio sotterraneo scavato nel tufo che, dalla corte centrale del palazzo elevato sul colle tufaceo, conduceva fino all'antica cappella rupestre, all’epoca già sconsacrata ed utilizzata prima come cava per l'estrazione di materiale lapideo e poi come cantina - cellaio.

L'assenza di studi specifici su questo grande complesso palaziale di proprietà privata non consente, per ora, di assegnare una data certa a ciascuno degli interventi apportati al sottostante sito rupestre, ma non vi è dubbio che il taglio indiscriminato della roccia tufacea abbia purtroppo determinato la perdita di parte della decorazione ad affresco che un tempo rivestiva le pareti della grotta, che oggi risulta modificata rispetto alla sua originaria planimetria, senza contare che tale disorganica asportazione del materiale tufaceo ha causato gravi dissesti ai pilastri che sorreggono la volta della cripta, lesionati da lunghe crepe passanti. A causa delle varie manomissioni non è possibile cogliere a pieno l’impianto originario della chiesa, infatti, si possono riconoscere solo l’abside, due pilastrini, risparmiati nel tufo al momento dello scavo, ed i resti di un nartece in muratura con tre arcate ogivali di differente altezza. Nell’abside, sulla calotta e su un pilastro compaiono alcuni affreschi, databili al X-XI secolo. La chiesa si differenzia dagli altri luoghi di culto in rupe della Campania per la presenza dei pilastrini, che risultano, invece, piuttosto frequenti negli ipogei pugliesi.

Articolazione in sequenze

Interpretazione

Datazione e giustificazione critica

Edificio utilizzato con funzioni cultuali a partire, probabilmente, dal X secolo. Tale ipotesi di datazione trova riscontro sia nell'analisi degli affreschi della sua prima decorazione pittorica che nell'unica menzione, finora individuata, nelle fonti storiche. EmptyData.png

Confronti

Per gli affreschi:

Grotta dei Santi, CALVI RISORTA (CE)

Basilica di Sant'Angelo in Formis, CAPUA (CE)

Grotta di San Biagio, CASTELLAMMARE DI STABIA (NA)

Grotta di San Michele Arcangelo, OLEVANO SUL TUSCIANO (SA)

Cripta di Epifanio, Complesso di San Vincenzo al Volturno, ROCCHETTA AL VOLTURNO (IS)

Grotta di San Michele di Gualana, SESSA AURUNCA (CE)


Altre Informazioni

Osservazioni

APPARATO ICONOGRAFICO: Le pareti della grotta sono state interessate da tre distinte campagne decorative, testimoniate da frammenti di diversa grandezza, non sempre in buono stato di conservazione. La loro datazione spazia dal X al XIII secolo. Purtroppo allo stato attuale gli affreschi versano in un pessimo stato di conservazione, che spesso ne rende difficile l'identificazione e la lettura [per una loro analisi più approfondita di rimanda a GERVASIO 2009]. EmptyData.png


Informazioni sulla pubblicazione

Data gennaio 1, 1970
Autore scheda informatica Federico Marazzi Scheda Personale
Autore scheda cartacea Consuelo Capolupo
Stato di avanzamento della scheda 3. In corso di rilettura
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