CAMAIORE (LU), S. Michele

Da CARE (IT).
Jump to navigation Jump to search

Dati

Topografia

{{#display_map:43.937374,10.305068|width=400|height=300|service=osm|zoom=18}}

Nazione Italia
Regione Toscana
Provincia Lucca
Comune Camaiore
C.A.P. 55041
Indirizzo/Località
Toponimo
Proprietario
Vincoli
Riferimenti cartografici
Particella catastale
Latitudine 43.937374
Longitudine 10.305068
Altitudine


Fonti storiche e identificazione

Fonti storico-epigrafiche

La prima attestazione scritta della chiesa di S. Michele a Camaiore risale al 28 aprile 1180 d.C. ed è espressa in un privilegio di papa Alessandro III a favore del monastero di S. Pietro, in cui vengono attribuite alcune proprietà: in Campo Maiore capellam Sancti Michaellis et cappellam Sancti Bartholomei, ecclesiam Sancti Vin[cen]tii cum hospitali et omnibus pertinentiis suis (RPR/III, pp. 466-467). Una seconda menzione si ha nell’anno 1260 d.C. (Ecclesia S. Michaelis de Burgo Campi Majoris), ove l’edificio viene citato tra quelli della diocesi di Lucca nell’estimo noto come Libellus Extimi Lucanae Dyocesis.(per un inquadramento generale sulle fonti si veda ANICHINI, GIANNOTTI 2011, pp. 223-224).

Bibliografia

ANICHINI, GIANNOTTI 2011 = F. ANICHINI, S. GIANNOTTI 2011, L’indagine archeologica della chiesa di San Michele a Camaiore (LU). Nuovi contributi sulla presenza di edifici ecclesiastici altomedievali in Versilia, in Archeologia Medievale 38 (2011), pp. 223-224. MD/V = BARSOCCHINI 1837-1841= D. BARSOCCHINI (ed.), Raccolta di documenti per servire all’istoria ecclesiastica lucchese, in Memorie e documenti per servire all’ istoria del ducato di Lucca, Lucca 1837-1841. RPR/III = Regesta pontificum Romanorum, Italia Pontificia, III, Etruria, Berlino 1908.

Conservazione

L'edificio non è più visibile nella sua facies altomedievale, rinvenuta (solo parzialmente) da scavo stratigrafico: attualmente si preserva la fase romanica.

Intitolazione attuale

San Michele

Intitolazione storica

San Michele

Diocesi attuale

Lucca

Diocesi storica

Lucca


Contesto Insediativo

Descrizione

La chiesa di San Michele a Camaiore, ascrivibile nella sua configurazione attuale alla fase romanica (sebbene pesantemente rimaneggiata nel dopoguerra), sorge nell'attuale Piazza Armando Diaz.

Strutture precedenti

Sono molto scarse le informazioni archeologiche inerenti il contesto insediativo su cui andò ad insistere la chiesa di S. Michele: lo scavo è stato condotto nell’attuale Piazza Diaz, dunque in quello che oggi è un contesto “urbano”, nel centro di Camaiore. Dal punto di vista archeologico, le tracce di frequentazione precedenti all’installazione dell’edificio di culto sono piuttosto labili e si caratterizzano per la presenza di alcune buche di palo, tagliate su un deposito di terreno sterile di origine fluviale/alluvionale, associate a sporadiche tracce di rubefazione e di scorie metalliche (ANICHINI, GIANNOTTI 2011, p. 236): queste evidenze non hanno una stratigrafia che abbia restituito materiali datanti, per cui l’inquadramento cronologico ne risulta piuttosto problematico, così come l’intepretazione che, secondo chi scrive, potrebbe essere relativa ad attività artigianali associate a tettoie lignee, sebbene sia un’esegesi basata su scarsi dati.


Funzione

Funzione dell'edificio

Devozionale

Descrizione

Già dal suo impianto altomedievale, sebbene scarsamente preservato, è ipotizzabile che le'edificio assolvesse a funzione devozionale.

Galleria di immagini

Informazioni generali

Descrizione La cheisa di San Michele a Camaiore è databile nella sua prima fase alla fine dell' VIII-inizi IX secolo d.C. e si caratterizzava per una planimetria basilicale, mononave, di ridotte dimensioni (circa 5 x 10 m, esclusa l'abside).

Articolazione in sequenze

Sequenza I

Periodo I
EmptyData.png Architettura

Tipologia planimetrica

Pianta Longitudinale EmptyData.png EmptyData.png EmptyData.png EmptyData.png EmptyData.png

Materiali e tecniche costruttive

Tipologia di intervento

Per la messa in opera della chiesa, le evidenze afferenti al contesto insediativo (vedi supra) furono obliterate da dei livellamenti in terra limo-argillosa (ANICHINI, GIANNOTTI 2011, p. 237), sui quali sono state intercettate numerose buche per palo plausibilmente riferibili al cantiere della chiesa: la datazione di queste attività è stata possibile grazie ad un orlo di ceramica, invero di dimensioni piuttosto ridotte e dunque, come affermato dagli stessi scavatori, con una cronologia abbastanza oscillante, che però può essere compresa tra l’VIII ed il IX secolo d.C., facendo propendere per l’edificazione di S. Michele entro il secolo IX (ANICHINI, GIANNOTTI 2011, pp. 236-237).

Tecnica muraria

La tecnica muraria, conservata in altezza solo per un paio di filari, è costituita da ciottoli calcarei non lavorati, legati da argilla e disposti secondo un’apparecchiatura abbastanza irregolare.

Livelli d'uso e pavimenti

Il piano di calpestio dell’aula si conserva parzialmente nel limite nord del saggio ed è realizzato tramite semplici ciottoli. EmptyData.png EmptyData.png

Installazioni liturgiche

Altare

La zona presbiteriale sopraelevata rispetto al resto dell’aula tramite un riporto terroso, conserva al proprio interno la base per l’altare, di forma quadrangolare e messa in opera con la medesima tecnica edilizia del resto della struttura, ma esternamente rivestita da uno spesso strato di calce, esteso, senza soluzione di continuità, a pavimentare lo spazio absidale (per le tecniche costruttive e le strutture sopra descritte si rimanda a ANICHINI, GIANNOTTI 2011, p. 238-239) EmptyData.png EmptyData.png EmptyData.png EmptyData.png EmptyData.png EmptyData.png EmptyData.png EmptyData.png EmptyData.png EmptyData.png

Sepolture

EmptyData.png EmptyData.png

Iscrizioni

EmptyData.png

Datazione e giustificazion

EmptyData.png


Sequenza II

Periodo II
EmptyData.png Architettura

Tipologia planimetrica

Pianta Sconosciuta EmptyData.png EmptyData.png EmptyData.png EmptyData.png EmptyData.png

Materiali e tecniche costruttive

Tipologia di intervento

In un momento cronologicamente abbastanza imprecisato, ma probabilmente ante XI secolo d.C. (in base ai materiali ceramici) l’edificio viene abbandonato, come testimoniato dalle attività di rasatura dei muri e dalle obliterazioni di buona parte del contesto con riporti terrosi, sui cui verrà impostata una seconda fase cimiteriale (ANICHINI, GIANNOTTI 2011, pp. 242-243). EmptyData.png EmptyData.png EmptyData.png EmptyData.png

Installazioni liturgiche

EmptyData.png EmptyData.png EmptyData.png EmptyData.png EmptyData.png EmptyData.png EmptyData.png EmptyData.png EmptyData.png EmptyData.png EmptyData.png

Sepolture

EmptyData.png EmptyData.png

Iscrizioni

EmptyData.png

Datazione e giustificazion

EmptyData.png



Interpretazione

Datazione e giustificazione critica

Come è frequente documentare in numerosi scavi di chiese rurali della Toscana, anche nel caso di S. Michele a Camaiore le emergenze archeologiche di epoca altomedievale sono molto labili, caratterizzate da una stratigrafia compressa e sconvolta da interventi successivi, elemento che comporta difficoltà di inquadramenti cronologici precisi che, sovente, possono essere risolti esclusivamente attribuendo datazioni piuttosto ampie. A tal proposito è particolarmente problematica la datazione delle emergenze attribuite al Periodo I, visto il livello quantitativo risibile dei reperti diagnostici, sebbene le forme ceramiche attestate sembrino confermare, pur con le dovute cautele, la pertinenza dell’edificio ad un contesto di IX secolo d.C., con appigli derivati principalmente da cronologie relative. La prima attestazione documentaria di S. Michele, come già evidenziato, si annovera al 1180 d.C., il che comporta un ampio iato cronologico tra emergenze materiali e fonti per quanto riguarda il primo effettivo impianto dell’edificio: l’estimo lucchese del 1260 d.C. cita ventidue chiese totali nel piviere di Camaiore, di cui otto esistenti tra VIII e X secolo d.C., in un areale in cui le istituzioni ecclesiastiche di maggior importanza erano il monastero di S. Pietro e la Pieve di S. Stefano (ANICHINI, GIANNOTTI 2011, p. 224). Quest’ultima compare per la prima volta nell’anno 817 d.C. (Ecclesie S. Stefani in loco Campo Majore – MD/V, n. 413) e già in queste fasi annoverava un buon numero di proprietà, tra le quali, però, non viene citata S. Michele. Di conseguenza, emerge una problematica che difficilmente potrà trovare una soluzione biunivoca: infatti dal punto di vista stratigrafico sembrerebbe di avere un deposito ascrivibile al secolo IX (per quanto si ribadisca la prudenza da adottare nella datazione) , che però non trova riscontro documentario tra le proprietà della pieve di S. Stefano menzionate proprio per il IX secolo d.C. EmptyData.png EmptyData.png



Informazioni sulla pubblicazione

Data novembre 10, 2015
Autore scheda informatica Careuser Scheda Personale
Autore scheda cartacea Gabriele Castiglia
Stato di avanzamento della scheda 2. In corso di revisione
Affidabilità della scheda {{#paper_quality:1. Affidabile}}