BARBAROLO (BO), Pieve di S. Pietro

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Dati

Topografia

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Nazione Italia
Regione Emilia Romagna
Provincia Bologna
Comune Loiano
C.A.P. 40050
Indirizzo/Località via Barbarolo 1
Toponimo Barbarolo
Proprietario Diocesi di Bologna
Vincoli Vincoli della Soprintendenza Belle arti e paesaggio della città metropolitana di Bologna e delle provincie di Modena, Reggio Emilia e Ferrara.
Riferimenti cartografici
Particella catastale
Latitudine 44.30046
Longitudine 11.34215
Altitudine


Fonti storiche e identificazione

Fonti storico-epigrafiche

La località in pago Barbarorum è documentata nel 891 in un diploma di Berengario (SCHIAPARELLI 1903, n.12, pp. 32 ss). La pieve è attestata per la prima volta nel 1034 tra i possedimenti di Bonifacio di Canossa. Secondo il Calindri (CALINDRI 1781, pp. 211-212) nel 1484 la pieve è citata per la prima volta come abbazia, notizia però confutata dal Della Casa (R. DELLA CASA, Barbarolo. Note storiche in "Bollettino della Diocesi di Bologna", 1911, pp. 438-443). E' certo tuttavia che allora era affidata agli Olivetani.

Fonti archeologiche

Allo stato attuale non risultano scavi archeologici.

Bibliografia

S. CALINDRI, Dizionario corografico, georgico … dell'Italia. Montagna e collina del territorio bolognese I, 1781, p. 211 - 212. Le chiese parrocchiali della diocesi di Bologna ritratte e descritte IV vol., Bologna 1844-1851, I p. 74. L. SCHIAPARELLI, I diplomi di Berengario (sec. IX-X), Roma 1903, (Fonti per la storia d' Italia 35). A. R. DELLA CASA, T. CASINI, Pievi e vicariati foranei del Bolognese, Bologna 1919, pp. 161-164. RATHIONES DECIMARUM ITALIAE - AEMILIA. Le Decime dei secoli XII e XIV, a cura di A. MERCATI, E. NASALLI ROCCA, P. SELLA, Città del Vaticano 1933, pp. 263-264. M. FANTI, Una cartografia cinquecentesca delle pievi del territorio bolognese. Storia di un ritrovamento insperato in "Il Carrobbio", XVI 1990 pp. 135-152. P. PORTA, Architettura, arte e apparati liturgici, Le pievi medievali bolognesi (secc. VIII-XV)'. Storia e arte, Bologna 2009, pp. 109-209. R. ZAGNONI, Pievi montane, in Le pievi medievali bolognesi (secc. VIII-XV). Storia e arte, Bologna 2009, pp. 432-436. E. BERBARDI, Barbarolo. la pieve, il borgo, la parrocchia, Rastignano (Bologna) 2014. A. GASPARI, S. Pietro di Barbarolo. Antiche radici di una pieve montana bolognese, tesi della Scuola di Specializzazione in Beni Archeologici, UNIBO. Corso di archeologia e storia dell'arte medievale in Italia Settentrionale (prof. Paola Porta), a.a.2016/2017.

Documentazione grafica e fotografica

M. FANTI, Una cartografia cinquecentesca delle pievi del territorio bolognese. Storia di un ritrovamento insperato in "Il Carrobbio", XVI 1990 pp. 135-152, fig. p. 149. E. BERBARDI, Barbarolo. la pieve, il borgo, la parrocchia, Rastignano (Bologna) 2014.

Conservazione

La chiesa, a tre navate, è stata completamente rifatta nel 1600, mentre la torre campanaria che la affianca fu eretta nel 1821. Durante l'ultimo conflitto mondiale furono distrutti la chiesa e gli edifici vicini e sono stati poi ricostruiti mantenendo la pianta e lo stile dell'edificio seicentesco.

Intitolazione attuale

Chiesa dei Santi Pietro e Paolo di Barbarolo

Intitolazione storica

Pieve di San Pietro di Barbarolo

Diocesi attuale

Arcidiocesi di Bologna

Diocesi storica

Diocesi di Bologna


Contesto Insediativo

Descrizione

La località Barbarolo sorge sul medio Appennino bolognese nella valle del torrente Zena, nel comune di Loiano, non lontano dalla strada principale 65 - detta Futa - che collega Bologna a Firenze. Attorno alla chiesa e al cimitero che si sviluppa sulla collina antistante si sviluppa un piccolo borgo.

Strutture precedenti

I rifacimenti seicenteschi hanno cancellato le fabbriche antiche. L'unica immagine precedente si conserva in un acquerello tardo cinquecentesco del contado bolognese che raffigura pieve e annessi al centro del piviere (FANTI 1990, pp. 135-152). L'edificio è raffigurato a una sola navata con tetto a capanna e lesene che inquadrano strette finestre ad arco lungo il fianco sud. Sulla facciata si aprono il portale sormontato da lunetta e più in alto una bifora. Sul fianco sinistro verso l'abside si innalza il campanile, mentre a metà del perimetrale sud si innesta un edificio con monofore e bifore. La planimetria e gli edifici attuali non sono rapportabili al disegno.

Abitato contemporaneo

In mancanza di dati si presume l'esistenza di un piccolo nucleo abitativo e di un cimitero.


Funzione

Funzione dell'edificio

Chiesa parrocchiale


Galleria di immagini

Informazioni generali

Descrizione La precoce attestazione del sito (891) e la sicura esistenza della pieve nei primi decenni dell'XI secolo suggerisce l'ipotesi dell'esistenza di un luogo di culto sul finire del X secolo. Forse nel 1034 fu ornato con elementi architettonico-decorativi di cui sopravvivono alcuni frammenti.

Articolazione in sequenze

Sequenza XVI

Periodo XVI
EmptyData.png Architettura

Tipologia planimetrica

L'edificio è raffigurato a una sola navata con tetto a capanna e lesene che inquadrano strette finestre ad arco lungo il fianco sud. Sulla facciata si aprono il portale sormontato da lunetta e più in alto una bifora. Sul fianco sinistro verso l'abside si innalza il campanile, mentre a metà del perimetrale sud si innesta un edificio con monofore e bifore (FANTI 1990, pp. 135-152). EmptyData.png EmptyData.png

Orientamento

Canonicamente orientata. EmptyData.png EmptyData.png

Materiali e tecniche costruttive

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Altri elementi strutturali e architettonici

Della chiesa romanica restano alcuni frammenti architettonico-decorativi, in parte murati nella canonica e in parte murati all'interno della chiesa. Tra questi alcune pietre d'imposta a motivi vegetali, un'arcata con un raffinato motivo fitomorfo e un rilievo, probabile coronamento di una monofora, che reca due figure affrontate di esseri mostruosi, che trovano confronti sia in territorio bolognese (chiesa di San Lorenzo a Varignana) sia in area lombarda (PORTA 2009, pp. 188-189). EmptyData.png

Installazioni liturgiche

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Sepolture

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Iscrizioni

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Datazione e giustificazion

Datazione e giustificazione

La precoce attestazione del sito (891) e la sicura esistenza della pieve nei primi decenni dell'XI secolo suggerisce l'ipotesi dell'esistenza di un luogo di culto sul finire del X secolo.



Interpretazione

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Confronti

Le sculture della pieve sono confrontabili nel territorio con elementi architettonici all'incirca coevi in opera nelle cripte dell'abbazia di Nonantola (Modena), della chiesa dei Santi Vitale e Agricola nel complesso di Santo Stefano a Bologna e nella chiesa di San Lorenzo di Varignana (Bologna).


Altre Informazioni

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Informazioni sulla pubblicazione

Data 2020/09/25
Autore scheda informatica Paola Porta Scheda Personale
Autore scheda cartacea Arianna Gaspari
Stato di avanzamento della scheda 1. In corso di compilazione
Affidabilità della scheda {{#paper_quality:1. Affidabile}}