AVELLA (AV), S. Michele

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Dati

Topografia

{{#display_map:40°58'40.37"N,14°36'54.98"E|width=400|height=300|service=osm|zoom=18}}

Nazione Italia
Regione Campania
Provincia Avellino
Comune Avella
C.A.P. 83021
Indirizzo/Località Via Fontanelle, 1 / Vallone San Michele, località Capo di Ciesco
Toponimo
Proprietario
Vincoli
Riferimenti cartografici IGM F. 185 IV-NE (Baiano)
Particella catastale
Latitudine 40°58'40.37"N
Longitudine 14°36'54.98"E
Altitudine 366 m slm


Fonti storiche e identificazione

Fonti storico-epigrafiche

Galleria occidentale: • B) Pannello della Maiestas Domini, iscrizione presente sul codice che il Cristo regge nella mano sinistra; EGO SV(m) LVX MV(n)DI; Io sono la luce del mondo, (GIOVANNI VIII, 12; IX, 5), (EBANISTA 2005, pag. 28, PIAZZA 2006, pag. 174) • A) Pannello con cornice rossa e gialla, cornice esterna inferiore; ...PINGERI FECI; ...feci dipingere; (EBANISTA 2005, pag. 29)

Cappella dell'Immacolata: • B) Pannello della Madonna Regina Allattante; a sinistra del capo della Vergine; MR; Madre; (EBANISTA 2005, pag. 31); • A) Pannello della Madonna Regina Allattante; cartiglio (30 x 10 cm) nell'angolo inferiore sinistro del pannello; in pessimo stato di conservazione, leggibile come un'indicazione del nome del committente o della data di realizzazione; A Devotione oppure A D M C; (EBANISTA 2005, pag. 32); • F) La mensa dell'altare ospitava l'epigrafe di Comitiolus (99,5 x 95 cm, spessore 13,5 cm), un'iscrizione di VI-VII secolo, mutila del lato destro, reimpegata nell'edificio di culto, che dopo la parziale distruzione dell'altare è stata affissa alla parete esterna della Cappella; † HIC REQVIESCIT IN PA[ce sancte memor] IE COMITOLVS ARHC[ipresbyter ecclesie] BEATE MARINE MART[yris. Dilectus a D(omin)o tem] PORIBV(s) SVIS OMNIA [merita in se abuit et] OMNIA CONFORTABI[t. Ille a solo muros (?) ecc] LESIA(m) (h)ANC BEATI PET[ri renovabit...] IE POST ANNOS C(entum) EDIFIC[ata est...] (PARMA 2001, pp. 41-44; EBANISTA 2005, pp. 17-20).

Cappella del Salvatore, pseudo-absidiola centrale: • B) Pannello dell'Arcangelo tra i Santi; prima figura da sinistra; alla sinistra del collo; S(anctus) NI; San Nicola; (EBANISTA 2005, pag. 35; PIAZZA 2006, pag. 171); • B) Pannello dell'Arcangelo tra i Santi; seconda figura da sinistra; ai due lati del collo; S(anctus) MARTINV(s); San Martino; (EBANISTA 2005, pag. 35; PIAZZA 2006, pp. 171-172); • B) Pannello dell'Arcangelo tra i Santi; terza figura da sinistra; a sinistra del volto; S(anctus) A.ME; San ?; (EBANISTA 2005, pag. 35); • B) Pannello dell'Arcangelo tra i Santi; tra i piedi della seconda e terza figura da sinistra; ...INO REFECIM; ...ino rifeci; (EBANISTA 2005, pag. 37); • A) Pannello dell'Arcangelo tra i Santi; iscrizione molto danneggiata e allo stato attuale illegibile presente nella fascia che delimita inferiormente l'intero pannello.

Cappella del Salvatore, pseudo-absidiola destra: • B) Pannello della Maiestas Domini; figura a sinistra del Cristo; iscrizione presente ai lati del collo; S(anctus) PETRVS; San Pietro; (EBANISTA 2005, pag. 38); • B) Pannello della Maiestas Domini; figura a destra del Cristo; iscrizione presente al lato destro del collo; VLVS; Paolo; (EBANISTA 2005, pag. 38); • B) Pannello della Maiestas Domini; iscrizione molto danneggiata e allo stato attuale illegibile presente nella fascia che delimita inferiormente l'intero pannello.

Cappella ad est della Cappella del Salvatore: • B) Effigie di San Giovanni Battista, parete orientale; lato superiore della cornice; S(anctus) IOANNES BA(t)TISTA; San Giovanni Battista; (EBANISTA 2005, pag. 44; PIAZZA 2006, pag. 175); • B) Effigie di San Giovanni Battista, parete orientale; rotulo nella mano sinistra della figura; ECCE ANNVS DEI Q(u)I TOLLIS PE(c)CAT(um) M(un)DI; Ecco l'agnello di Dio che toglie i peccati dal mondo (GIOVANNI I, 29); (EBANISTA 2005, pag. 44; PIAZZA 2006, pag. 175).

Bibliografia

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AMODIO M., EBANISTA C., Aree funerarie e luoghi di culto in rupe: le cavità artificiali campane tra tarda antichità e medioevo, in Atti del VI Convegno Nazionale di Speleologia in Cavità Artificiali, Napoli 2008, pp. 117-144.

BORZELLI A., Pitture nella Grotta di San Michele ad Avella, Napoli 1892.

D'ALESSIO V., Il culto di San Michele Arcangelo: santuari tra Salerno ed Avellino, Avellino 1993.

EBANISTA C., La chiesa rupestre di S. Michele ad Avella, in Clanius, XII, n. 1-2, Lauro 2005.

EBANISTA C., Culto micaelico e insediamenti rupestri in Campania: la grotta di S. Michele ad Avella, in IV Congresso Nazionale di Archeologia Medievale, (a cura di) R. Francovich, M. Valenti, Firenze 2006, pp. 389-400.

EBANISTA C., L’utilizzo cultuale delle grotte campane nel medioevo, in Atti del I Convegno Regionale di Speleologia, Campania Speleologica, (a cura di) S. Prete, F. Maurano, Piedimonte Matese 2007, pp. 127-150.

FASOLINO S., Cronistoria relativa ai diciannove anni di lavori (1969-1988) di resturo compiuti presso la grotta-chiesa di San Michele Arcangelo che si venera ad Avella (Av), Napoli 1989.

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GANDOLFO F., MUOLLO G., Arte medievale in Irpinia, Avellino 2013.

PIAZZA S., Pittura rupestre medievale: Lazio e Campania settentrionale, secoli VI-XIII, Roma 2006.

RUSSO N., Grotte e speleologia della Campania: atlante delle cavità naturali, Avellino 2005.

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CDV, V = Codice Diplomatico Verginiano, vol. V, 1161-1169, Montevergine 1981.

CDV, XII = Codice Diplomatico Verginiano, vol. XII, 1200-1204, Montevergine 1999.

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PARMA A., La dedica sepolcrale di Comitiolus, archipresbyter della chiesa della beata Marina martire in Avella, in La questione della diocesi di Avella, (a cura di) D. CAPOLONGO, Marigliano 2001, pp. 41-44.

Rat. Dec. = Rationes Decimarum Italiae nei secoli XIII e XIV. Campania, (a cura di) Inguanez M., Mattei Cerasoli L., Sella P., Città del Vaticano 1942.

Conservazione

allo stato di rudere

Intitolazione attuale

Grotta di San Michele

Intitolazione storica

ecclesie Sancti Salvatoris (1169)

Diocesi attuale

Nola

Diocesi storica

Nola (Dioecesis Nolanus), fondata nel II secolo.


Contesto Insediativo

Descrizione

Avella sorge allo sbocco di un valico del Partenio, lungo la riva sinistra del fiume Clanio, al confine tra le province di Avellino e Napoli. L'ingresso della grotta di trova lungo una strada comunale, indicata come Via delle Fontanelle o Via dei Molini, a circa 2 km dal centro abitato di Avella, a soli 50 m dal corso del fiume Clanio.

Strutture precedenti

la presenza umana nel territorio avellano è accertata sin dalla preistoria, come attestato dalla scoperta, in località Mulino Sant’Antonio, di un insediamento del Neolitico finale e l’individuazione, in località Selvapiana, di un villaggio capannicolo di età eneolitica (III-II millennio a.C.). Al VII secolo si riferiscono le necropoli con tomba a fossa esplorate nelle contrade San Paolino e San Nazzaro, dove è venuta alla luce un’estesa necropoli con tombe a camera, di età sannitica (IV-III secolo a.C.). Alleatasi, come civitas foederata, con Roma nel 399 a.C., durante la guerra sociale (91-88 a.C.) Avella le rimase fedele, e, pertanto, venne distrutta dai nolani. Successivamente i romani vi dedussero una colonia. A circa 300 metri dal rione San Pietro è situato l’Anfiteatro romano, del I secolo a.C., mentre in località Casale sono visibili alcuni monumenti funerari romani di età imperiale.

Abitato contemporaneo

non ci sono attestazioni archeologiche che testimonino la funzionalità della zona nel periodo in esame. Sicuramente il luogo di culto era un insediamento a carattere ecclesiastico e non un insediamento monastico, come sostenuto da Venditti e Sica. Nel periodo in esame la città, ormai decaduta, anche in conseguenza del crollo dell’Impero romano, fu saccheggiata, prima nel 410, dai Visigoti di Alarico e poi nel 455 da Genserico, alla guida dei Vandali e degli Alari. Dopo essere stata dominio dei longobardi, che la munirono di fortificazioni e di un castello, il centro fu prima attaccato dai Saraceni (884) e poi dagli Ungari (937). Cominciò allora l’abbandono della città: i suoi abitanti si rifugiarono sui monti intorno alla Grotta di San Michele e sulla collina del castello. Nell’XI secolo, infine, Avella fu sottratta al dominio dei principi longobardi di Salerno dai conti normanni di Aversa che la concessero in feudo al cavaliere Turoldo Musca. Lungo il corso del Clanio, sia a monte che a valle della chiesa di San Michele, sono presenti numerosi insediamenti paleolitici, neolitici, eneolitici e dell'età del bronzo. Tali evidenze sottolineano il sovrapporsi dell’uso cultuale della grotta ad una più antica frequentazione dell'area, che ha interessato anche altre cavità naturali limitrofe al luogo di culto in esame.


Funzione

Funzione dell'edificio

Santuario


Galleria di immagini

Informazioni generali

Descrizione Fino al mille: oltrepassato l’arco naturale (A), chiuso nel 1970 da un cancello (1), che funge da ingresso, e salita la moderna scala in muratura (2), si giunge nell’ampia galleria occidentale (B), parzialmente occupata da grossi massi staccatisi dalla volta, che presenta un marcato restringimento verso Ovest. Sul lato orientale della scala (2) è da sottolineare la presenza di una struttura nota come Tomba dell’Eremita (3), parzialmente scavata nella roccia e completata con due spallette in muratura.

Sul lato Nord-Est della galleria rimangono tracce di un arco intonacato e dipinto in rosso (C); ma la presenza di un muretto (4) e di calcinacci alla base della struttura impedisce di accertare se si tratti di un arcosolio. Segue una piccola absidiola (D), parzialmente obliterata da sassi e terreno, caratterizzata da un arco ogivale allineato, nella parte superiore, con l’apertura che permette di accedere all’adiacente cappella dell’Immacolata (F) e ad un ambiente circolare ad essa collegato (E), entrambi posteriori al X secolo. Nell’angolo Nord-Est della galleria occidentale (B) è presente, infine, un sedile in muratura di forma semicircolare (5), ricoperto da uno spesso strato di intonaco, addossato alla cappella del Salvatore. Dalla zona occidentale, fulcro dell’edificio nelle sue prime fasi di uso cultuale, salendo due gradini (6), si accede al corridoio centrale (I), caratterizzato da una volta più alta, un piano di calpestio in pendenza ed un sedile in muratura che corre lungo la parete meridionale (7). Dal corridoio centrale (I), a Nord-Est del quale si aprono due cappelle (G, H), salendo tre gradini (8) e attraversando un grande arco, si accede alla porzione orientale della grotta (L), il cui utilizzo, fino al X secolo, resta incerto, ma dove si concentrerà dal XII secolo, in seguito ad imponenti lavori di escavazione, il culto dell’Arcangelo.

Dopo il mille: tra l’XI e il XII secolo le pareti della grotta subiscono un primo intervento di escavazione, volto alla creazione del sacello del Salvatore (G), alle spalle del sedile in muratura (5) nell’angolo N-E della galleria occidentale (B). La parete rocciosa del fondo è stata lavorata per ottenere una sorta di trichora, quasi subito affrescata, lasciando la parte basamentale leggermente sporgente. Si accede all’ambiente attraverso una scala in muratura (9), poiché il sacello è sopraelevato di 135 cm rispetto al piano di calpestio del corridoio centrale (I). Tale scala, costruita prima del 1974-75, ha sostituito la precedente, ancora parzialmente conservata nel 1920. Al centro della cappella era presente un altare, demolito prima del 1974-75, oggi testimoniato dalle poche tracce superstiti del suo basamento (10). Ad Est di tale cappella è stato realizzato, probabilmente tra XII e XIII secolo stando alla datazione degli affreschi, un piccolo sacello (H) di cui non si conosce l’intitolazione, sebbene si possa ipotizzare un’iniziale dedica a San Giovanni Battista, la cui effigie campeggia sul lato orientale del catino. Al centro della cappella sorge un altare in muratura (11), mentre poco oltre il sacello, nella parete rocciosa è murata un’acquasantiera in marmo di fattura recente (12). Allo stesso periodo si può far risalire l’imponente lavoro di escavazione che ha portato alla creazione della cappella riservata al culto di San Michele (L), caratterizzata da quattro ulteriori cavità dalle diverse funzioni (M, N, P, Q) e da un lucernario, aperto nella parete meridionale dell’ambiente, che illumina la sala. L’ambiente presenta un’ampia cavità ad Est (P) e una più piccola a Sud-Est (Q), entrambe chiuse da muretti (13, 14), a Nord è presente una sorta di trichora rialzata (N) che ospita l’antico altare (15) ed è fiancheggiata a Nord-Ovest da una piccola abside (M). Di XVII secolo potrebbe essere il baldacchino in muratura (16) coperto da una volta a vela e decorato da stucchi (4,30 x 4,50 m), alla cui parete di fondo si addossa un altare in marmi commessi. La cappella di San Michele ospita, inoltre, una vasca in muratura (17), collegata ad una sorgente d’acqua (O) ed un pozzo (18), il rapporto tra tali strutture non è accertabile allo stato attuale, a causa della presenza di detriti. Sedili in muratura (19, 20) corrono, infine, lungo le pareti occidentale e meridionale della cappella. L’ultimo intervento di modellamento delle pareti della cavità, databile al XII-XIV secolo, stando agli affreschi presenti, si è concentrato nell’angolo Nord-Est della galleria occidentale (B), con la creazione di due ambienti (E, F). Dalla galleria, attraversando un arco tagliato nella roccia, si accede alla Cappella dell’Immacolata (F) dalla pianta semicircolare. Dal lato Ovest del sacello, grazie ad una porta scavata nella parete, si entra in un ambiente (E), a pianta irregolare, dove è presente una vasca (21) delimitata dalle pareti rocciose e da un muretto intonacato; tale struttura a causa della grande quantità di ossa rinvenutevi, probabilmente ha svolto la funzione di ossario. Lungo il lato Ovest dell’ambiente, addossata alla vasca, venne realizzata una parete, spessa 40 cm e alta 100 cm, mentre a Nord dell’ingresso furono aperti due fori, atti ad illuminare il piccolo ambiente laterale. Al centro della cappella dell’Immacolata, infine, sono visibili i resti dell’altare in muratura (22), quasi completamente demolito tra il 1922 e il 1974-75, la cui mensa nel XVIII secolo era costituita dall’epigrafe di Comitiolus.

Articolazione in sequenze

Sequenza I

Periodo I
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Tipologia planimetrica

Altro EmptyData.png EmptyData.png EmptyData.png EmptyData.png EmptyData.png

Materiali e tecniche costruttive

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Installazioni liturgiche

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Sepolture

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Iscrizioni

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Datazione e giustificazion

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Sequenza II

Periodo II
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Tipologia planimetrica

Altro EmptyData.png EmptyData.png EmptyData.png EmptyData.png

Alzati

Absidi: Cappella del Salvatore (G)

Materiali e tecniche costruttive

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Installazioni liturgiche

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Sepolture

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Iscrizioni

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Datazione e giustificazion

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Sequenza III

Periodo III
EmptyData.png Architettura

Tipologia planimetrica

Altro EmptyData.png EmptyData.png EmptyData.png EmptyData.png

Alzati

Absidi: Cappella di San Michele (L) con le sue quattro cavità (M, N, P, Q); Cappella dall’intitolazione sconosciuta (H); Cappella dell’Immacolata (F) e suo vano occidentale (E).

Le pareti che dividono i vari ambienti del luogo di culto sono state tutte ottenute tramite successivi tagli della roccia naturale.

Materiali e tecniche costruttive

Tipologia di intervento

l'impianto originale ha subito diversi allargamenti che si possono far coincidere con le diverse campagne pittoriche, databili quindi all'XI-XII secolo, al XII-XIII, alla fine del XIII- prima metà del XIV secolo ed, infine, al XV-XVII secolo.

Tecnica muraria

cavità naturale di origine carsica, evolutasi a seguito di crolli ed allargamenti successivi. Gli altari delle Cappelle dell'Immacolata e di San Michele e di quella ad Est del vano dedicato al Salvatore sono stati realizzati con blocchi di riuso di calcare e frammenti di laterizi di varie dimensioni, allettati in abbondante ed irregolare malta.

Livelli d'uso e pavimenti

piano di calpestio in cemento articolato su più livelli. EmptyData.png

Decorazioni applicate alle murature e alla costruzione

le superfici interne della grotta ospitano un totale di 12 campagne pittoriche, databili tra l'XI-XII e il XVII secolo. La natura stessa della cavità, con pareti fortemente irregolari, ha determinato la giustapposizione degli interventi decorativi. Il graduale aumento delle superfici disponibili, causato da tagli della roccia finalizzati alla creazione delle cappelle, ha reso possibile l'esecuzione di nuovi affreschi, tanto che gli interventi pittorici segnano il passaggio tra le varie fasi di escavazione e la costruzione delle strutture murarie. Gli affreschi di XI-XII secolo si riscontrano, infatti, nel sacello del Salvatore, che individua il livello più antico del taglio della roccia. Le pitture databili tra XII e XIII secolo, invece, si distribuiscono nella tricora della cappella di San Michele e nel sacello con l'effigie di San Giovanni Battista, che corrispondono al livello intermedio di regolarizzazione della roccia, nonché nella cappella dell'Immacolata, che rappresenta il livello superiore. Gli affreschi più recenti, ad esclusione dell'Annunciazione, sono dislocati sulle cortine murarie che hanno regolarizzato le pareti della roccia (fine XIII secolo- seconda metà XIV) o sugli altari in muratura (XVI-XVII secolo).

Installazioni liturgiche

Altare

Cappella dell'Immacolata: altare in muratura (105 x 54 cm, h. 30 cm) quasi completamente demolito tra il 1922 e il 1974-75. La mensa dell'altare, in origine, era costituita dalla già citata epigrafe di Comitiolus;

Cappella ad est della Cappella del Salvatore: altare in muratura, costituito da un basamento parallelepipedo (155 x 85 cm, h. 89 cm) e da una nicchia (h. 174 cm);

Cappella di San Michele: antico altare realizzato con bozze di calcare e laterizi di reimpiego. La mancanza di intonaco sul retro consente di riconoscere due fasi costruttive, la più recente si individua per un ampliamento della struttura originaria, che presentava i fianchi affrescati EmptyData.png EmptyData.png EmptyData.png EmptyData.png EmptyData.png EmptyData.png EmptyData.png

Acquasantiera

Cappella dall’intitolazione sconosciuta: acquasantiera moderna. EmptyData.png EmptyData.png

Sepolture

Posizione e relazione con l'edificio

all’interno dell’edificio: lato orientale della scala d'ingresso

Strutture

Parzialmente scavata nella roccia e completata con due spallette in muratura. Larghezza 34-42 cm, lunghezza 158 cm, profondità 40 cm. Uso della tomba: violata. Sono stati rinvenuti solo resti di ossa

Iscrizioni

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Datazione e giustificazion

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ELEMENTI DECONTESTUALIZZATI

Lista degli oggetti

Epigrafe di Comitiolus.


Interpretazione

Datazione e giustificazione critica

assoluta (14C, testi, iscrizioni): fonti da analisi stilistica (pianta, stile, altro): datazione affreschi

Interpretazione

funzione (rispetto alla proprietà e alla committenza): insediamento a carattere ecclesiastico

Confronti

Grotta dei Santi, Calvi (CE) Grotta delle Fornelle, Calvi (CE) Grotta di San Michele, Olevano sul Tusciano (SA)



Informazioni sulla pubblicazione

Data marzo 5, 2015
Autore scheda informatica Federico Marazzi Scheda Personale
Autore scheda cartacea Consuelo Capolupo
Stato di avanzamento della scheda 3. In corso di rilettura
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