TRENTO, S. Lorenzo

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Dati

Topografia

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Nazione Italia
Regione Trentino Alto-Adige
Provincia Trento
Comune Trento
C.A.P. 38100
Indirizzo/Località
Toponimo
Proprietario
Vincoli
Riferimenti cartografici
Particella catastale
Latitudine 46.071202
Longitudine 11.118791
Altitudine


Fonti storiche e identificazione

Fonti storico-epigrafiche

Il primo atto in cui viene menzionato il monastero di S. Lorenzo registra la decisione del vescovo Altemanno di affidarlo alle cure dei Benedettini di Vallalta (Curzel, Gentilini, Varanini 2004, n. I.1, pp. 461-464). Nel 1176 un atto di donazione è redatto nella "ecclesia nova Sancti Laurencii".

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Conservazione

Non in alzato (resti archeologici)

Intitolazione attuale

S. Lorenzo

Diocesi attuale

Trento


Contesto Insediativo

Descrizione

La chiesa sorge in frazione Deggia. La zona che si estendeva a N di Trento, oltre la grande ansa dell’Adige eliminata nel corso dell’ottocento, è tradizionalmente considerata in età romana e medievale extra moenia.

Strutture precedenti

Sono state individuate strutture che potrebbero essere state impostate nel II-III secolo, ma frequentate ancora nel IV secolo e forse anche oltre. La zona appare interessata non tanto da un unico massiccio intervento di edificazione, quanto, piuttosto, da una progressiva estensione delle strutture. Da tale contesto potrebbe giungere un’iscrizione romana murata nella chiesa attuale. Due capitelli a stampella frammentati, infine, sono stati rinvenuti nel 1933 nel corso dei lavori nella zona del convento e dunque privi di un chiaro contesto: la loro datazione al XII secolo è stata di recente anticipata all’età altomedievale (Bocchi, Oradini 1983, p. 205; Bassi 1999, pp. 127-131; Ciurletti, Pisu 2005, p. 171 e bibliografia citata; Porta 2013).


Funzione

Funzione dell'edificio

Monastero


Galleria di immagini

Informazioni generali

Descrizione La chiesa, indagata archeologicamente, mostra diverse fasi di costruzione, la prima riferibile all'alto medioevo (IX-X secolo) e la seconda al XII secolo. Taluno ritiene che l’impiego del laterizio nella parte terminale delle murature della navata sia frutto di un cantiere successivo a quello del XII secolo. A partire dall’incendio del 1226, seguito da un’inondazione, le condizioni già difficili del complesso monastico si aggravarono al punto che tra il 1234 e il 1235 i Benedettini cedettero le strutture del monastero ai domenicani e si trasferirono, con i beni e l’intitolazione, a S. Apollinare di Piedicastello. A partire dal XV-XVI secolo si colgono di frequente gli indizi di piccole ristrutturazioni. All’esterno si osserva un parziale interramento della chiesa. Appoggiato all’angolo S-E dell’edificio, si costruisce il campanile nelle forme tuttora visibili. All’esterno, ma soprattutto all’interno, sono state progressivamente realizzate numerose tombe in muratura orientate E-W. Tracce di abbandono dei piani e forse di incendio si leggono soprattutto nella zona meridionale, in relazione ad un soldo del 1763: in effetti il monastero viene ufficialmente soppresso nel 1778. Negli anni che seguirono, gli edifici sono adibiti agli usi più svariati: casa di correzione, ricovero per i poveri nonché – divenuto proprietà del Comune di Trento al principio del XIX secolo – lazzaretto e, infine, caserma. Una buona parte del terreno circostante viene occupata, nel 1858, dalla stazione ferroviaria. Nel drastico progetto del 1933 si decide l’abbattimento del convento, sostituito dalla nuova sede della Gioventù Italiana del Littorio.

Articolazione in sequenze

Sequenza I

Periodo I
EmptyData.png Architettura

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Alzati

All’esterno, il primo arco absidale era provvisto di un contrafforte e di un semipilastro. Si segnalano anche due capitelli a stampella rinvenuti nell’area del convento nel 1933 e datati ad età altomedievale.

Materiali e tecniche costruttive

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Tecnica muraria

I tratti murari, conservati in alzato per un’altezza massima di circa m 1,80, mostrano uno spessore di cm 80-90 e sono stati costruiti con tecnica a sacco: le pietre hanno varie dimensioni, ma sono in genere medio-grandi. Si notano anche rari frammenti di laterizio. Il legante è costituito da una malta bianca o grigia, poco depurata.

Livelli d'uso e pavimenti

Di tale ambiente non è stato individuato un piano pavimentale sicuro. EmptyData.png

Decorazioni applicate alle murature e alla costruzione

Le sue pareti, come anche quelle dell’abside centrale, mostrano una copertura di intonaco o malta lisciata. La datazione di questa prima fase ad età altomedievale deriva anche dallo studio dei lacerti di affresco conservati sulla parete settentrionale del sacello: essi rappresentano un motivo vegetale piuttosto insolito, probabilmente eseguito fra IX e XI secolo.

Installazioni liturgiche

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Recinzioni

Una struttura muraria costituita da due corsi di pietre a spigolo vivo, di dimensioni medie o medio-grandi, legate da abbondante malta bianca potrebbe essere parte di un recinto dell’area sacra. EmptyData.png EmptyData.png EmptyData.png EmptyData.png EmptyData.png

Sepolture

Posizione e relazione con l'edificio

Si potrebbe, con estrema cautela, ipotizzare la presenza di un cimitero già in questa fase, testimoniato da un’unica, per ora, deposizione in cassa litica, ubicata nell’angolo S-W interno della chiesa attuale. Oltre a questa tomba, altre due sepolture in fossa terragna si impostavano all’esterno della chiesa antica.

Strutture

La sepoltura in cassa litica è stata realizzata con pareti in pietre calcaree sovrapposte, legate da malta; in testa si trovava una lastra di copertura, fratturata.

Iscrizioni

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Datazione e giustificazion

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Sequenza II

Periodo II
EmptyData.png Architettura

Tipologia planimetrica

Pianta Longitudinale EmptyData.png EmptyData.png EmptyData.png EmptyData.png

Alzati

Al protiro, in un momento successivo, si appoggia un corpo monumentale, sviluppatosi verso W per più di m 8 e largo m 9,5, costruito con una tecnica del tutto simile a quella della chiesa: potrebbe trattarsi di un ingresso monumentale anche se caratteristiche simili rimandano ai westwerk di età medievale. Lo spazio interno è scandito dalle colonne che separano le navate diventando pilastri nel presbiterio, molto rialzato rispetto all’aula.

Materiali e tecniche costruttive

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Tecnica muraria

Muri spessi, le fondazioni sono di tipo a sacco, controterra, con uso di pietre di tipi e dimensioni diverse. EmptyData.png EmptyData.png EmptyData.png

Installazioni liturgiche

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Sepolture

Posizione e relazione con l'edificio

All’esterno dell’edificio sacro sono state rinvenute numerose sepolture, in fosse terragne, talora in cassa lignea di cui rimangono i chiodi. EmptyData.png

Iscrizioni

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Datazione e giustificazion

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Interpretazione

Datazione e giustificazione critica

Si possono distinguere nella storia dell'edificio due distinte fasi:

I° fase (IX-X secolo): chiesa monastica a cui si riferiscono frammenti di affresco e due capitelli risalenti ad età altomedievale;

II° fase (XII secolo): nuova chiesa costruita dopo il terremoto del 1117 con ingresso monumentale (o westwerk). EmptyData.png EmptyData.png


Altre Informazioni

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Informazioni sulla pubblicazione

Data marzo 18, 2014
Autore scheda informatica Careuser Scheda Personale
Autore scheda cartacea Nicoletta Pisu
Stato di avanzamento della scheda 5. Scheda Verificata
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