LEVICO TERME (TN), S. Biagio

Da CARE (IT).
Jump to navigation Jump to search

Dati

Topografia

{{#display_map:46.017221,11.286632|width=400|height=300|service=osm|zoom=18}}

Nazione Italia
Regione Trentino-Alto Adige
Provincia Trento
Comune Levico Terme
C.A.P. 38056
Indirizzo/Località Loc. Colle delle Benne
Toponimo
Proprietario
Vincoli
Riferimenti cartografici
Particella catastale
Latitudine 46.017221
Longitudine 11.286632
Altitudine


Fonti storiche e identificazione

Fonti storico-epigrafiche

Hoc hostium a B(ernar)do Barezia De Roncaiis Bergomens(i) nots [not(ari)o?] Levigi fatiunt dedit 1506: è il primo e più antico riferimento scritto dell’edificio e lo si trova scolpito sull’architrave del portale principale; si riferisce ad un importante intervento di ampliamento eseguito con il consenso del principe vescovo Giorgio Neideck, il cui stemma è dipinto sull’arco santo (Paoletti 2000, pp. 792-793).

Fonti archeologiche

Tra il 1993 e il 1994 sono state eseguite delle indagini archeologiche mirate ad acquisire dati su eventuali preesistenze in corrispondenza dell’edificio sacro. Documentazione conservata presso la Soprintendenza di Trento.

Bibliografia

C. AUSSERER, Pergine, Schloss und Gericht, Vienna 1916 (= C. AUSSERER, Persen-Pergine. Castello e giurisdizione, ed. tradotta a cura G. MAESTRELLI ANZILLOTTI, Pergine/TN 1995).

M. BOTTERI OTTAVIANI, Testimonianze di pittura murale nel Trecento e nel Quattrocento, in A. CASTAGNETTI, G.M. VARANINI (a cura di), Storia del Trentino. III. L’età medievale, Bologna 2004, pp. 667-690.

A. CETTO, Castel Selva e Levico nella storia del principato vescovile di Trento. Indagini e memorie, Trento 1952.

G. CIURLETTI, M. BERSANI, G. RIZZI, N. PISU, S. ZAMBONI, Catalogo delle antiche chiese del Trentino. D8 Levico, S. Biagio, in H.R. SENNHAUSER (hrsg.), Frühe Kirchen im östlichen Alpengebiet von der Spätantike bis in ottonische Zeit, II, München 2003, pp. 379-380.

G. FOGLIARDI, Appunti sulla pittura murale anteriore al XIII secolo negli edifici sacri del Trentino, in G.P. BROGIOLO, E. CAVADA, M. IBSEN, N. PISU, M RAPANÀ (a cura di), APSAT 10. Chiese trentine dalle origini al 1250. Volume 1, Mantova 2013, pp. 89-105.

I. PAOLETTI, La chiesa di San Biagio, in N. FORENZA, M. LIBARDI (a cura di), Levico, i segni della storia, II, Pergine Valsugana (TN) 2000, pp. 789-796.

N. PISU, Alcune considerazioni sull’incastellamento nella Valsugana trentina, “Studi Trentini di Scienze Storiche. Sezione seconda”, LXVI (1987), pp. 181-204.

N. RASMO, Affreschi del Trentino e dell’Alto Adige, Venezia 1971.

D. REICH, I castellieri del Trentino, “Strenna Trentina” (1903), pp. 31-35.

I. ROGGER, San Biagio quale patrono speciale di castelli vescovili trentini?, in Per Aldo Gorfer. Studi, contributi artistici, profili e bibliografia in occasione del settantesimo compleanno, Trento 1992, pp. 789-800.

C. STROCCHI, Levico, chiesa di S. Biagio, in L. DAL PRÀ, E. CHINI, M. BOTTERI OTTAVIANI (a cura di), Le vie del Gotico. Il Trentino fra Trecento e Quattrocento, Trento 2002, pp. 298-313.

D. ZON, Gli affreschi medievali della chiesa di San Biagio a Levico, tesi di laurea, Università degli Studi di Venezia, a.a. 2002-2003, relatrice prof.ssa G. Trovabene, correlatore prof. M. de Michelis.

Conservazione

In alzato (fase XVI secolo)

Intitolazione attuale

S. Biagio

Diocesi attuale

Trento

Diocesi storica

Feltre, fino al 1785


Contesto Insediativo

Descrizione

Chiesa con annesso eremo sono situati su un rilievo che, da quota m 574 s.l.m., delimita la sponda settentrionale del lago di Levico.

Strutture precedenti

Le indagini archeologiche hanno restituito testimonianze dall'età preistorica. Entro un considerevole strato di terra nera e compatta, ricca di cenere e carbone, sono state osservate ossa animali calcinate assieme a una notevole quantità di ceramica frammentata e combusta. Presenti anche quattro frammenti di bronzo fuso, possibile testimonianza di offerte. Assenti invece elementi o strutture tali da avvalorare una presenza di tipo abitativo o una qualunque attività domestica praticata sul posto. All’età del ferro si datano alcuni frammenti di ceramica rinvenuti in strati all’interno della chiesa. Limitati invece i materiali riconducibili all’età romana, costituiti da due soli frammenti di embrice, del tutto insufficienti per formulare una qualche ipotesi d’uso dell’area in questo periodo. Per quanto riguarda l’alto medioevo, si attribuiscono a questo periodo resti cimiteriali, nonché rare strutture e detriti, con malte molto diverse da quelle pertinenti all’edificio sacro.

Abitato contemporaneo

Nel 1993 l’area ha restituito degli stucchi parietali, una moneta romana e altre basso medievali quattrocentesche oltre che delle formelle di rivestimento di una stufa (Zon 2002-2003, p. 76). Si attribuiscono al periodo altomedievale dei resti cimiteriali.


Funzione

Funzione dell'edificio

Non speficata


Galleria di immagini

Informazioni generali

Descrizione La chiesa di S Biagio, con protiro antistante, si presenta di piccole dimensioni e caratterizzata da linee essenziali. Di fronte al protiro e leggermente spostati verso S-W sono visibili i ruderi dell’antico romitorio, il cui uso cessa probabilmente nel corso del XVIII secolo. Dell’eremo rimangono i ruderi, articolati sul terrazzo antistante la chiesa a S-W della facciata principale. Della chiesa sono state rinvenute 5 fasi durante alcune indagini archeologiche negli anni Novanta. La prima sembra databile al periodo medievale, mentre la terza al XII-XIV secolo. Tra la fine del XIII e il XIV secolo le pareti dell’aula vengono affrescate da almeno tre diversi pittori (Rasmo 1971, pp. 124, 154; Strocchi 2002, pp. 299, 306; Ottaviani Botteri 2004, p. 678). Ai piedi di uno degli affreschi corre un’iscrizione in caratteri gotici: in anno d(omi)ni millesimo CCCXLVI (——) (Rasmo 1971, p. 152). In un momento successivo, la chiesa ha subito altri aggiustamenti e un nuovo piano pavimentale in calce viene gettato sul precedente. Lo strato di preparazione di questo ha restituito diverse monete databili tra il 1355 e il XV secolo. Nel XVI secolo l’edificio assume l’aspetto attuale e la trasformazione più evidente di questo periodo è rappresentata dalla costruzione dell’abside poligonale.

Articolazione in sequenze

Sequenza I

Periodo I
EmptyData.png Architettura

EmptyData.png EmptyData.png EmptyData.png

Orientamento

E-W

Articolazione e annessi

L’abside presenta in pianta un profilo ogivale EmptyData.png

Materiali e tecniche costruttive

EmptyData.png

Tecnica muraria

Del tipo a sacco, con pietre di varia dimensione legate da malta di calce. In fondazione lo spessore della struttura è apparso notevole (1,80 m), mentre ciò che resta dell’alzato risulta meno massiccio.

Livelli d'uso e pavimenti

Due strati pavimentali sono impostati direttamente sulla roccia. Quello inferiore presentava composizione “sabbiosa, giallastra, mescolata ad argille (?), di tipo raffrontabile a situazioni di altri siti e contesti datati attorno al VII secolo”. Diversamente “il pavimento più alto più si avvicina ai tipi carolingi o preromanici in generale” EmptyData.png

Decorazioni applicate alle murature e alla costruzione

Internamente i prospetti murari erano dipinti di bianco, ma apparentemente non affrescati (Ciurletti et al. 2003, p. 380).

Installazioni liturgiche

EmptyData.png EmptyData.png EmptyData.png EmptyData.png EmptyData.png EmptyData.png EmptyData.png EmptyData.png EmptyData.png EmptyData.png EmptyData.png

Sepolture

EmptyData.png EmptyData.png

Iscrizioni

EmptyData.png

Datazione e giustificazion

Datazione e giustificazione

Di età atomedievale (su base stratigrafica e per i pavimenti)


Sequenza II

Periodo II
EmptyData.png Architettura

EmptyData.png EmptyData.png

Dimensioni

Lunghezza almeno 10 m EmptyData.png

Articolazione e annessi

Al nucleo originario vengono addossati dei muri che delimitano una nuova aula, ampliata verso W con lo spazio dell’antica interamente destinato a zona absidale, forse rinforzata esternamente con blocchi di tufo. In corrispondenza dell’arco santo un gradino conduceva al piano del presbiterio, sopraelevato di circa 0,20 m rispetto al pavimento dell’aula. EmptyData.png

Materiali e tecniche costruttive

EmptyData.png EmptyData.png EmptyData.png

Altri elementi strutturali e architettonici

Si presume che la copertura fosse realizzata con volta a crociera, in blocchi squadrati di tufo, sostenuta da semipilastri collocati negli angoli occidentali della navata e a metà delle pareti laterali.

Decorazioni applicate alle murature e alla costruzione

Internamente le pareti sono state decorate da affreschi, aventi nella parte inferiore un velario bianco e nero e nella parte superiore dei motivi geometrici policromi, testimoniati da frammenti rinvenuti nel terreno (Fogliardi 2013).

Installazioni liturgiche

EmptyData.png EmptyData.png EmptyData.png EmptyData.png EmptyData.png EmptyData.png EmptyData.png EmptyData.png EmptyData.png EmptyData.png EmptyData.png

Sepolture

EmptyData.png EmptyData.png

Iscrizioni

EmptyData.png

Datazione e giustificazion

Datazione e giustificazione

Dallo strato di crescita sopra al pavimento è stata recuperata una moneta di Enrico IV (o V) di Franconia, coniata tra il 1056 e il 1125, che fornisce un termine cronologico di riferimento per la fase tarda di frequentazione di questa chiesa. Un evento (forse tellurico) danneggiò pesantemente questa costruzione.


Sequenza III

Periodo III
EmptyData.png Architettura

EmptyData.png EmptyData.png EmptyData.png EmptyData.png

Articolazione e annessi

Ciò che rimane dell’arco santo precedente (forse già antica facciata del Periodo I) viene demolito per realizzare l’arco attuale, a tutto sesto. EmptyData.png

Materiali e tecniche costruttive

EmptyData.png EmptyData.png

Livelli d'uso e pavimenti

Dentro la chiesa viene collocato un nuovo pavimento in battuto di calce dal quale provengono sette monete, coniate tra il 1178 e il 1329. EmptyData.png EmptyData.png

Installazioni liturgiche

EmptyData.png EmptyData.png EmptyData.png EmptyData.png EmptyData.png EmptyData.png EmptyData.png EmptyData.png EmptyData.png EmptyData.png EmptyData.png

Sepolture

EmptyData.png EmptyData.png

Iscrizioni

EmptyData.png

Datazione e giustificazion

Datazione e giustificazione

XII-XIV secolo (tramite monete)



Interpretazione

Datazione e giustificazione critica

Cinque periodi principali sono stati determinati tramite le indagini archeologiche, di cui tre precedenti al XIV secolo. I pochi dati raccolti impediscono tuttavia di precisare per tutti cronologia e sviluppo planimetrico delle strutture pertinenti. Il primo sembra pertinente al periodo altomedievale (senza possibilità di precisare ulteriormente la cronologia), il terzo tra XII e XIV secolo (datato tramite alcune monete rinvenute in strato). EmptyData.png EmptyData.png


Altre Informazioni

Osservazioni

Sulla base del patrocinio Iginio Rogger pone chiesa e sito in possibile relazione diretta con i possedimenti vescovili (Rogger 1992), mentre per quanto riguarda il periodo altomedievale è opinione che il sito abbia avuto la presenza di un omonimo castello, struttura non rilevata in maniera sistematica, ma sulla quale molti hanno avanzato varie considerazioni (Cetto 1952, pp. 246-248), ma anche richiamato molto la cautela nel considerarlo tale (Pisu 1987, p. 186). EmptyData.png


Informazioni sulla pubblicazione

Data 2020/01/24
Autore scheda informatica Careuser Scheda Personale
Autore scheda cartacea Morena Dallemule
Stato di avanzamento della scheda 5. Scheda Verificata
Affidabilità della scheda {{#paper_quality:0. Media}}