GHISALBA (BG), S. Lorenzo martire

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Dati

Topografia

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Nazione Italia
Regione Lombardia
Provincia Bergamo
Comune Ghisalba
C.A.P. 24050
Indirizzo/Località Via Castello, 8
Toponimo
Proprietario Diocesi di Bergamo
Vincoli
Riferimenti cartografici
Particella catastale
Latitudine 45.594195
Longitudine 9.753308
Altitudine


Fonti storiche e identificazione

Fonti storico-epigrafiche

Nelle prime attestazioni, quale sede di redazione di documenti (tra cui un placito), nel IX secolo il luogo è indicato con la forma Glesalba/Glesialba; in un documento del 971, a questa forma si alterna la forma Eclesia Alba, da intendersi come la traduzione latina, ad uso dello scritto, della forma ormai affermatasi nel parlato, di cui però rimaneva ben chiaro il significato. Anche in documenti dell’XI secolo sono attestate entrambe le forme, anche se tende a prevalere la forma Eclesia Alba (con leggere varianti), preferita per lo scritto. Il termine ecclesia, che sta alla base del toponimo, nella documentazione bergamasca del IX secolo indica generalmente le chiese pievane. La formazione stessa del toponimo è la conseguenza della costruzione della chiesa pievana in quel luogo. Nell’XI secolo è ormai affermato l’uso del termine plebe per indicare lo status della chiesa; nell’attestazione del 1068 è sufficiente l’indicazione del titolo ad identificare la chiesa pievana, in un atto riguardante persone e beni dei dintorni.

Codex diplomaticus Langobardiae, edd. C. PORRO LAMBERTENGHI et al. (H.P.M. XIII), Totino 1873, doc.136 (a.840) (“Acto Glesalba”).

I placiti del “Regnum Italiae”, ed. C. MANARESI (F.S.I. 92), Roma 1955, doc. 46 (a. 843) (luogo di redazione dell’atto: “in Glesialba”).

Le pergamene degli Archivi di Bergamo, aa. 740-1000, ed. M. CORTESI, Bergamo 1988: doc.126 (a. 971) (“in suprascripto vico Cavernaco et in Glexialba”; “Actum suprascripto vico Eclexialba”; “de suprascripto vico Eclesia Alba”).

Le pergamene degli Archivi di Bergamo, aa. 1059(?)-1100, ed. M. CORTESI, Bergamo 2000, doc. 10 (a. 1063) (“ecclesie vel plebe Sancti Laurentii, sita ecclesia ipsa in loco Ecclesialba”); doc. 29 (a. 1067) (“Richardo prepoxitus de ecclesia et plebe Sancti Laurenti, sita Eclesia Alba”); doc. 40 (a. 1068) (“Richardus prepoxitus de plebe Sancti Laurentii”).

Bibliografia

R. CAPRONI (a cura di), Ghisalba dalle origini all’Alto Medioevo, Ghisalba 2005 (Ghisalba nella Storia, III).

Carta Archeologica della Lombardia, II, La Provincia di Bergamo, a cura di di R. POGGIANI KELLER , Modena 1992, sch. 328-339.

F. LO MONACO, F. GUERINI, Materiali per un censimento e un’analisi delle testimonianze scritte in area bergamasca nell’alto medioevo (secoli VI-X), I, in “Linguistica e Filologia”, 13 (2001), pp. 7-37 (pp.18-19).

M. VAVASSORI (a cura di), Le antiche lapidi di Bergamo e del suo territorio. Materiali, iscrizioni, iconografia, "Notizie archeologiche bergomensi”, 1 (1993), sch. 94, 95, 148.

Conservazione

Non più esistente: la chiesa di S. Lorenzo Martire fu demolita nel XIX secolo e al suo posto fu costruito un nuovo edificio in forma di rotonda con cupola (nota dell'autore della scheda informatica).

Intitolazione attuale

S. Lorenzo Martire

Intitolazione storica

S. Lorenzo

Diocesi attuale

Bergamo

Diocesi storica

Bergamo


Contesto Insediativo

Descrizione

L’abitato di Ghisalba si trova nella pianura bergamasca, in prossimità della sponda sinistra del Serio, all’incrocio tra la strada che correndo lungo il fiume collega i dintorni della città col grosso nucleo di Martinengo e una direttrice E-W che attraversa il Serio e poi l’Adda presso Vaprio d’Adda (MI). Il vico è espressamente attestato nel 971, e la chiesa di S. Lorenzo è indicata come sita nel loco in occasione della sua prima menzione, nel 1063. Il suo territorio conserva tracce della seconda centuriazione (I secolo d.C.) e ha restituito vari ritrovamenti, a partire da tombe galliche. Ai margini del territorio comunale, N e a S dell’abitato sono state individuate due ville di età imperiale, di cui una, oggetto di ampi scavi, ha dimostrato continuità di occupazione fino almeno al IV secolo d.C.; tracce di un altro insediamento, forse ancora una villa (presenza di sospensurae) sono state rinvenute con ricerche di superficie in loc. Campo San Pietro, a NE dell’abitato; nel complesso, dunque, sembra prevalere una forma di insediamento sparso, legato allo sfruttamento agricolo dell’area centuriata. Nel 1973 in loc. Campino, circa 1,5 km a NE dell’abitato, sono state rinvenute due tombe a cassa di lastre litiche, assegnabili genericamente all’Alto Medioevo, e per le quali non è possibile stabilire un rapporto con luoghi di culto antichi. Un recente studio sul territorio di Ghisalba nell’Alto Medioevo (Caproni 2005, p. 92) propone l’ubicazione di due vici attestati nel X secolo (Suvernigo e Noceto) nei dintorni delle due ville a N e a S dell’abitato attuale; in ogni caso si tratterebbe di insediamenti di modesta consistenza, rapidamente inglobati nel territorio del villaggio di Ghisalba.

Strutture precedenti

Nel centro abitato sono state rinvenute anche tombe romane in due località diverse, riutilizzate all’interno della chiesa parrocchiale, erano presenti già nel Seicento un’ara sacra a Giove (sec. I d.C.) ed un’epigrafe funeraria (sec.III d.C.): la presenza di questi pezzi, in particolare dell’ara sacra, non deve per forza far pensare a una continuità del luogo di culto, potendosi anche leggere come semplice utilizzo di pezzi marmorei pregiati per le esigenze dell’arredo sacro della chiesa (Vavassori 1993, sch. 94, 95, 148). Nel 1751 in territorio di Ghisalba ma in località imprecisata è stata rinvenuta un’epigrafe funeraria (sec. VI), poi murata all’interno della chiesa parrocchiale.


Funzione

Funzione dell'edificio

Battesimale


Galleria di immagini

Informazioni generali

Descrizione La pieve di Ghisalba non è direttamente attestata prima del Mille, ma il toponimo è derivato dalla presenza di una chiesa come importante punto di riferimento in ambito locale. Come tale, è un caso significativo per lo studio dell’ubicazione delle chiese pievane in rapporto al tessuto insediativo coevo. La chiesa di S. Lorenzo è citata come pertinente al vico di Ecclesialba. All’origine del toponimo ecclesia alba sta dunque l’esistenza di una “chiesa bianca”, ben individuabile probabilmente perché sorta isolata (presso l’incrocio di due direttrici viarie sovralocali), e successivamente polo di attrazione del popolamento in un’area dove sembra prevalere, in età antica, l’insediamento sparso.

Articolazione in sequenze

Interpretazione

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Altre Informazioni

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Informazioni sulla pubblicazione

Data settembre 21, 2019
Autore scheda informatica Marie-Ange Causarano Scheda Personale
Autore scheda cartacea Andrea Zonca
Stato di avanzamento della scheda 5. Scheda Verificata
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