DOSS TRENTO (TN), SS. Cosma e Damiano

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Dati

Topografia

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Nazione Italia
Regione Trentino Alto-Adige
Provincia Trento
Comune Trento
C.A.P. 38100
Indirizzo/Località Località Doss Trento
Toponimo
Proprietario
Vincoli
Riferimenti cartografici
Particella catastale
Latitudine 46.072568
Longitudine 11.112026
Altitudine


Fonti storiche e identificazione

Fonti storico-epigrafiche

nessuna fonte storica registra il complesso cultuale sul Doss Trento. L’unica fonte epigrafica è rappresentata dall’iscrizione musiva del vescovo Eugippio nell’area presbiteriale dell’aula N. Giuseppe Gerola nel 1926 avanzò l’ipotesi che la chiesa fosse la prima cattedrale trentina, per analogia con la chiesa episcopale di Sabiona e con quanto si riteneva di S. Pietro in Castello a Verona (Gerola 1926, pp. 210, 212) e la collocò in relazione con gli episcopati di Giovino e Abbondanzio, attribuendo a Eugippio solo dei rinnovamenti. nicolò rasmo – sulla scorta dell’identificazione con le strutture difensive ricordate da Cassiodoro – attribuì invece la stessa fondazione a Eugippio che vi avrebbe trasferito la funzione cattedrale dalla chiesa urbana (e con essa la sede del culto cattolico, riservando alla guarnigione ariana di Teodorico la sottostante chiesa di S. Apollinare: Rasmo 1961, p. 17; Rasmo 1966, pp. 17, 19). A queste proposte, che connettono il luogo di culto alle esigenze della popolazione che si sarebbe insediata sul Doss, si contrappone quella secondo la quale il complesso religioso dovrebbe invece essere assegnato alla comunità ariana gota presente a Trento tra V e VI secolo, mentre la popolazione cattolica si sarebbe servita di una chiesa posta nell’area di S. Apollinare (come riportato in Ciurletti 2003, p. 358, nota 6; decisamente contrario Rogger 2000, p. 495). Da ultimo, la chiesa potrebbe ricondursi al modello di edificio di culto privilegiato entro un castrum urbano, destinato a contenere sepolture vescovili come a Verona e a Brescia (Cavada 1994, p. 224; Cavada, Rogger 2001, p. 601).

Fonti archeologiche

Scavi effettuati a più riprese nel 1900 e nel 1922-1923 (Gerola 1926, pp. 206-208).

Bibliografia

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Intitolazione storica

SS. Cosma e Damiano (?)

Diocesi storica

Trento


Contesto Insediativo

Descrizione

L’edificio di culto sorge sulla sommità del Doss Trento (m 309 s.l.m.), posto a N-W della città. Il sito è stato tradizionalmente identificato con il Verrucas castellum che in una lettera del 510 Teodorico ordinava alla popolazione tridentina (universis Gothis et romanis) di allestire (Variae III, 48). Più recentemente l’identificazione del sito (descritto come in mediis campis tumulus saxeus in rotunditate consurgens … silvis erasus, tutus mons quasi una turris efficitur) con il doss Trento è stata messa in dubbio a favore di Schloss Fragsburg a S di Merano (Chiocchetti, Chiusole 1965, pp. 177-182; Settia 1993, pp. 112-115), ma è ribadita da altri (Bierbrauer 1986, pp. 250-251; Pavan 1987, pp. 32-34; Ciurletti 2000, p. 326; Rogger 2000, pp. 495, 521, note 112, 113; Ciurletti 2002, p. 84; Brogiolo 2007, pp. 291, 295). Le vicende del dosso, in particolare in età storica, si legano a quelle della zona sottostante, Piedicastello, debolmente frequentata in età romana (tombe, rinvenimenti sporadici; sintesi in Ciurletti 2000, p. 327; inoltre Roberti 1952, pp. 58-60; Bassi 2002, pp. 338-339), ma oggetto di un impianto fortificato tardoantico di cui resta traccia nei possenti tratti murari individuati in passato ed in recenti ricerche. La sequenza stratigrafica nel Doss Trento mostra una frequentazione in età preistorica e protostorica; l’assenza di reperti di età romana repubblicana e imperiale; la ripresa della frequentazione fra il IV e il VI secolo. E' stata ipotizzata l'esistenza di un'area cultuale di I-II sec d.C. dimostrata dal rinvenimento di alcuni bronzetti, numerosi frammenti architettonici, tre epigrafi votive e monete (Ciurletti 2000; Cavada 1994).



Funzione

Funzione dell'edificio

Non specificata


Galleria di immagini

Informazioni generali

Descrizione Il complesso si compone di due aule. Dell’aula N, messa in luce fortuitamente nel 1900, si conserva l’area presbiteriale – chiusa da abside semicircolare – per una superficie di m 12 x 8, che apparve rivestita da un mosaico pavimentale con la dedica ai ss. Cosma e Damiano datata esplicitamente all’episcopato di Eugippio (probabilmente in carica intorno al 530-540: Rogger 2000, p. 496). L'articolazione e la cronologia della chiesa hanno dato adito a diverse interpretazioni (v. Altre informazioni). Nulla si può dire circa l’epoca in cui venne meno l’uso del luogo di culto. L’impasse interpretativa si estende anche alla funzione che dovette rivestire il complesso, seppure limitatamente al periodo in cui è certo il suo funzionamento: fra le ipotesi formulate va considerata con attenzione quella che pone la chiesa entro un contesto relativamente sicuro, cioè a dire il castrum tardoantico (Cavada, Rogger 2001, p. 601).

Articolazione in sequenze

Sequenza I

Periodo I
EmptyData.png Architettura

Tipologia planimetrica

Due aule. La chiesa S – riscavata da Gerola nel 1922-1923 – presenta un’aula irregolarmente rettangolare terminante con abside semicircolare. EmptyData.png

Dimensioni

Chiesa S: 29,5 x 10,5 m EmptyData.png

Articolazione e annessi

Lungo i lati N e S della porzione orientale, sono le murature perimetrali di alcuni annessi.

Alzati

La presenza di lesene è visibile in particolare lungo il lato S.

Materiali e tecniche costruttive

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Installazioni liturgiche

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Recinzioni

La continuità funzionale del complesso è attestata dal rinnovamento dell’arredo liturgico denunciato dal rinvenimento di numerosi frammenti di recinzione presbiteriale di alta qualità databili alla metà dell’VIII secolo. EmptyData.png EmptyData.png EmptyData.png EmptyData.png EmptyData.png

Sepolture

Posizione e relazione con l'edificio

Numerose sono le tombe rinvenute in relazione all’edificio di culto, sia all’interno che all’esterno: scavate nella roccia o realizzate parzialmente in muratura, sono tutte prive di corredo. EmptyData.png

Iscrizioni

Trascrizione

de donis Dei et s[an]c[t]orum Cusme et Damiani tempor[ibus] domni Eugypi episcopi Laurentius cantor c[ondidit]

Datazione e giustificazion

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ELEMENTI DECONTESTUALIZZATI

Lista degli oggetti

Numerosi frammenti di recinzione presbiteriale di alta qualità databili alla metà dell’VIII secolo (Ciurletti, Porta 2007, p. 581; Porta 2013).


Interpretazione

Datazione e giustificazione critica

La più antica di queste fasi potrebbe risalire già alla fine del IV sec. (Ciurletti 2003, p. 394 e bibliografia ivi citata), ma l’aggancio più sicuro è tradizionalmente quello fornito dalla realizzazione del mosaico del sacello: esso è attribuito al 530-540 (Buonopane 1990, p. 175; Rogger 2000, p. 496), con qualche dubbio se non possa giungere alla seconda metà del secolo (Mazzoleni 1993, p. 167; Tavano 2001, p. 416) o, infine, verso il 570 (Jacobsen et al. 1991, p. 417). Va da sé, dunque, che il complesso era attivo nel corso del VI sec. e al V-VI sec. è significativamente datata l’epigrafe funeraria di Orontius, trovata sul Doss Trento: si può, con cautela, ritenere che essa provenga dalla chiesa ma non vanno sottovalutate le circostanze del rinvenimento, di cui non si conosce né epoca né luogo preciso entro l’ampio perimetro del dosso (Buonopane 1990, p. 177).

Interpretazione

Non è chiaro se il complesso nasca come chiesa doppia o chiesa con sacello e, in subordine, se i due elementi siano stati realizzati insieme o in tempi diversi: allo stesso modo non è del tutto scontata la presenza dell’atrio e pressoché nulla si può dire della funzione degli annessi. Per quanto riguarda la funzione del luogo di culto, varie ipotesi sono state formulate: alcuni (Gerola) sostengono che fosse la prima cattedrale trentina, altri (Rasmo) ritengono invece che la funzione di chiesa cattedrale sia stata assunta in un secondo momento a scapito della chiesa urbana. A queste proposte, che connettono il luogo di culto alle esigenze della popolazione che si sarebbe insediata sul Doss, si contrappone quella secondo la quale il complesso religioso dovrebbe invece essere assegnato alla comunità ariana gota presente a Trento tra V e VI secolo, mentre la popolazione cattolica si sarebbe servita di una chiesa posta nell’area di Sant’Apollinare. Da ultimo, la chiesa potrebbe ricondursi al modello di edificio di culto privilegiato entro un castrum urbano, destinato a contenere sepolture vescovili come a Verona e a Brescia (Cavada).

Confronti

La dedicazione ai ss. Cosma e Damiano si inserisce in un contesto devozionale legato da un lato al santuario costantinopolitano delle Blacherne, dall’altro alla sua propagazione con intenti politici durante l’età giustinianea (Rogger 2000, pp. 496-497).


Altre Informazioni

Osservazioni

Non è chiaro se il complesso nasca come chiesa doppia o chiesa con sacello e, in subordine, se i due elementi siano stati realizzati insieme o in tempi diversi: allo stesso modo non è del tutto scontata la presenza dell’atrio e pressoché nulla si può dire della funzione degli annessi (sul punto, Gerola 1926, pp. 208-209; Cavada 1994, p. 224; Rogger 2000, p. 496; Ciurletti 2003). Del resto l’impossibilità di interpretare correttamente le strutture con i dati per ora a disposizione è espressa già in Ciurletti 2003 (p. 394): si può aggiungere soltanto che è condivisibile la sensazione di Gerola di trovarsi di fronte a più fasi costruttive. EmptyData.png


Informazioni sulla pubblicazione

Data marzo 25, 2014
Autore scheda informatica Careuser Scheda Personale
Autore scheda cartacea Monica Ibsen, Nicoletta Pisu
Stato di avanzamento della scheda 5. Scheda Verificata
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