CIVEZZANO (TN), S. Maria Assunta

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Dati

Topografia

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Nazione Italia
Regione Trentino Alto-Adige
Provincia Trento
Comune Civezzano
C.A.P. 38045
Indirizzo/Località
Toponimo
Proprietario
Vincoli
Riferimenti cartografici
Particella catastale
Latitudine 46.090492
Longitudine 11.182633
Altitudine


Fonti storiche e identificazione

Fonti storico-epigrafiche

La ecclesia sancte Marie compare per la prima volta nella carta di Regola di Civezzano, del 1202 (Gobbi 1986, p. 12) e, quindi, con cadenza abbastanza regolare, durante il XIII secolo (Curzel 1999, p. 114) e nei successivi.

Fonti archeologiche

Scavi effettuati tra il 1990 e il 1992. Particolarmente problematica è risultata l’interpretazione delle fasi costruttive in seguito all’asportazione di significative frazioni del deposito determinata dalla frequentazione ininterrotta del sito, dall’età romana fino all’epoca attuale.

Bibliografia

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F. GLASER, Frühes Christentum im Alpenraum, Regengsburg 1997.

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Conservazione

L’attuale edificio, di grande imponenza, sorse negli anni Trenta del XVI secolo per iniziativa del principe vescovo Bernardo Cles.

Intitolazione attuale

S. Maria

Diocesi attuale

Trento


Contesto Insediativo

Descrizione

L'edificio sorge su un terrazzo leggermente periferico rispetto al centro storico di Civezzano e domina, per chi arriva dalla Valsugana, la confluenza delle vallate del Silla e del Fersina. Rilevante la posizione del paese in relazione alla viabilità, poco lontano e in posizione dominante rispetto al punto in cui probabilmente in età romana e medievale convergevano le direttrici viarie, anche secondarie, provenienti dalla Valsugana e dirette a Trento. Il centro si trova inoltre lungo il probabile percorso della via Opitergium-Treidentum (Pesavento Mattioli 2000, pp. 21-22) e in prossimità di un secondo percorso che, in età medievale (con maggiori dubbi in età romana), collegava la Valsugana alla valle dell’Adige attraverso i bacini minerari del monte Calisio e, quindi, l’altopiano di Piné e la valle di Cembra (Ciurletti 1997, pp. 69-78; Ciurletti 2005, pp. 795-796).

Strutture precedenti

Durante gli scavi degli anni '90 furono individuate per la prima volta le tracce di un insediamento di II-IV secolo di cui fu messo in luce un edificio di grandi dimensioni ipoteticamente interpretato come horreum (Ciurletti et al. 2003, pp. 371-375; Ciurletti, Porta 2007, p. 568). Il fabbricato era caratterizzato dalla presenza di una grande aula (24x10,5 m circa) a cui si addossavano, oltre il perimetrale W, altri tre vani quadrangolari. Nelle sue ultime fasi di utilizzo tale fabbricato era stato inoltre interessato dalla costruzione, lungo il lato e dell’aula principale, di una struttura in muratura di funzione indeterminata, di forma quadrangolare e dotata di un’appendice rettangolare in corrispondenza dell’angolo S-W. Questa struttura, forse relativa ad un impianto artigianale, era rialzata di circa 15 cm rispetto alle quote pavimentali dell’aula tardoantica e fu in seguito parzialmente riutilizzata come base per un focolare. Cronologicamente questo momento sembrerebbe collocarsi tra la fine del IV e i primi decenni del V secolo, così come suggerisce una moneta dei Teodosii (395-402) rinvenuta in uno strato di frequentazione immediatamente adiacente (Ciurletti et al. 2003, p. 371).

Abitato contemporaneo

In età medievale corrispondeva alla prima pieve di competenza del vescovo di Trento, oltre la quale, verso e, iniziava il territorio dell’episcopato di Feltre. Civezzano è inoltre nota per il rinvenimento, in località “al Foss” e “Castello”, di alcune sepolture longobarde con ricco corredo cronologicamente comprese tra l’ultimo terzo del VI e la prima metà del VII secolo. Rilevante la posizione del paese in relazione alla viabilità, poco lontano e in posizione dominante rispetto al punto in cui probabilmente in età romana e medievale convergevano le direttrici viarie, anche secondarie, provenienti dalla Valsugana e dirette a Trento.


Funzione

Funzione dell'edificio

Battesimale


Galleria di immagini

Informazioni generali

Descrizione Gli scavi archeologici (1990-1992) hanno permesso di ricostruire almeno 2 fasi per l'edificio dalla sua consacrazione al 1250. La prima ad aula rettangolare con bema semicircolare di età altomedievale (V-VI secolo), la seconda triabsidata di età forse immediatamente successiva (VIII-X secolo?) a cui è da aggiungersi una terza fase, cronologicamente a cavallo della metà del XIII secolo. Intorno alla metà del XIII secolo un incendio distrusse l'edificio. Successivamente all’incendio, la chiesa sembra aver vissuto un periodo di abbandono, al quale fece seguito un’attività di fusione di campane. Segue quindi un momento di ristrutturazione, databile al XV secolo e caratterizzato dalla presenza delle tre absidi di età precedente e da un interno ridotto a due sole navate. Già nella prima fase appaiono degne di nota le dimensioni, considerevoli e sostanzialmente equivalenti a quelle dei periodi successivi. Rilevante appare anche il fatto che la chiesa fosse stata costruita sui resti di un edificio, forse pubblico, in prossimità di un asse viario che collegava il capoluogo con la valle del Brenta e, tramite questo, alle due città di Feltre e Padova. Per tale fabbricato è stata proposta l’ipotesi che potesse trattarsi di un horreum (Ciurletti et al. 2003, p. 371). Sembra tuttavia opportuno suggerire come l’insieme dei rinvenimenti presenti suggestive somiglianze con il complesso cultuale di S. Martino di Ovaro (Cagnana 2011, pp. 93, 116-117). A prescindere da questo confronto, l’insieme dei dati relativi alla chiesa di S. Maria di Civezzano (antichità, dimensioni, vicinanza ad un asse stradale), unitamente all’assenza di sepolture documentate con certezza per le fasi più antiche, potrebbe essere in ogni caso messo in relazione con una precoce funzione battesimale dell’edificio (peraltro già suggerita da Cavada 2003), altrimenti non documentata dalle fonti e attestata solo a partire da un’epoca molto più tarda (1202).

Articolazione in sequenze

Sequenza I

Periodo I
EmptyData.png Architettura

Tipologia planimetrica

Aula rettangolare EmptyData.png EmptyData.png EmptyData.png

Articolazione e annessi

Bema semicircolare, che in parte riutilizza le strutture di età precedente e in parte le taglia, obliterandole.

Alzati

I perimetrali S ed W dell’aula (e probabilmente anche il perimetrale e) coincidevano con quelli dell’edificio tardoantico (spessore medio 0,60 m), in cui si aprivano due accessi, uno certo sul lato W, uno più dubbio su quello S. Al perimetrale e venne costruito in appoggio un bema semicircolare, che sfruttava ampiamente la struttura sopraelevata di età tardoantica. Di quest’ultima venne mantenuta la quota sopraelevata di circa 15 cm rispetto al resto dell’aula. Furono invece parzialmente tagliate le murature N e S mentre un muro in ciottoli, appoggiato alla preesistente appendice quadrangolare, andò a formare il lato W del bema.

Materiali e tecniche costruttive

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Livelli d'uso e pavimenti

In assenza di livelli d’uso riferibili in modo esclusivo all’edificio di culto, è verosimile supporre che durante questa fase fossero stati utilizzati i pavimenti di età precedente: piani in battuto di terra e malta di calce, la cui persistenza all’interno dell’edificio è stata riscontrata proprio in adiacenza al lato n del bema EmptyData.png EmptyData.png

Installazioni liturgiche

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Sepolture

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Iscrizioni

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Datazione e giustificazion

Datazione e giustificazione

V-VI secolo


Sequenza II

Periodo II
EmptyData.png Architettura

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Articolazione e annessi

I perimetrali S e W continuarono ad essere quelli delle murature di età romana mentre nell’area absidale vennero invece erette tre absidi, con la centrale in corrispondenza dell’antico bema. L’abside laterale S fu costruita in appoggio all’abside centrale mentre mancano indicazioni sull’abside N. Almeno nell’abside centrale le quote di età precedente vennero rialzate con riporti selezionati, motivo per cui in questa porzione l’area presbiteriale restò sopraelevata rispetto alla quota dell’aula. In un momento non meglio specificabile, l’interno dell’aula venne diviso in tre navate grazie a due ordini paralleli di pilastri. Sul lato W fu aperto un nuovo accesso. EmptyData.png

Materiali e tecniche costruttive

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Livelli d'uso e pavimenti

Nell'aula si procedette alla sostituzione dei pavimenti, prima in malta di calce, successivamente in lastre di pietra. EmptyData.png EmptyData.png

Installazioni liturgiche

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Sepolture

Posizione e relazione con l'edificio

In questa fase sorge un'area cimiteriale: in prossimità dell’angolo S-W della chiesa le sepolture, orientate W-E, erano delimitate da un muro di recinzione, sostituito, verso la fine del periodo, da una seconda struttura muraria in posizione più settentrionale con riduzione della superficie cimiteriale. Alcuni campioni di ossa sottoposti ad analisi del C14 indicano una cronologia tra IX e XI secolo, anche se non si può escludere che le deposizioni individuate fossero state precedute da altre situate ad una quota più bassa (VIII secolo?). EmptyData.png

Iscrizioni

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Datazione e giustificazion

Datazione e giustificazione

Fase collocabile tra VIII e IX secolo, su base stratigrafica.


Sequenza III

Periodo III
EmptyData.png Architettura

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Articolazione e annessi

In questo periodo il podio dell’abside centrale venne prolungato verso il centro dell’aula, alla quale si accedeva grazie a tre gradini. EmptyData.png

Materiali e tecniche costruttive

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Livelli d'uso e pavimenti

Pavimento della navata centrale in malta di calce, quello della navata N in terra battuta. EmptyData.png EmptyData.png

Installazioni liturgiche

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Sepolture

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Iscrizioni

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Datazione e giustificazion

Datazione e giustificazione

Pre-metà XIII secolo, data di un incendio, datato sulla base della sua posizione stratigrafica e dei rari reperti rinvenuti in strato.



Interpretazione

Datazione e giustificazione critica

Si distinguono due fasi altomedievali dell'edificio di culto:

I° fase (V-VI secolo): aula rettangolare con bema semicircolare;

II° fase (VIII-IX secolo): edificio a tre absidi e tre navate con area cimiteriale. EmptyData.png

Confronti

Dal punto di vista planimetrico, la chiesa della prima fase appare confrontabile con altri edifici coevi diffusi nell’arco alpino centro-orientale (Menis 1976; Sennhauser 2003, p. 293), ma anche nell’area alto adriatica (Cuscito 2003). In particolare, il confronto più prossimo, collocato entro gli inizi del V secolo, è costituito da una delle due chiese sotto la cappella della S. Croce a Sabiona (Glaser 1997a; Nothdurfter 2003, pp. 202-204). Uno dei confronti più significativi, sia per cronologia che per posizione geografica è costituito dalla basilica di S. Giovanni della Corte a Grado, della seconda metà IV-inizi V secolo e ricondotta a influssi siriaci nel bacino alto adriatico (Cuscito 2003, pp. 39-40 e 45-46). In area friulana possono essere infine citati i casi, purtroppo dubbi, di S. Pietro di Ragogna e di S. Giorgio di Nogaro (Villa 2003, pp. 544 e 547-549) e quello, con solea però di forma poligonale, di S. Vigilio di Palse, datato al V-VI secolo (Cagnana 2003).


Altre Informazioni

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Informazioni sulla pubblicazione

Data marzo 28, 2014
Autore scheda informatica Careuser Scheda Personale
Autore scheda cartacea Elisa Possenti
Stato di avanzamento della scheda 5. Scheda Verificata
Affidabilità della scheda {{#paper_quality:1. Affidabile}}