CAVALLARI DI PIZZOLI (AQ), SS. Giacinto e Proto
Dati
Topografia{{#display_map:42.416472,13.3016141|width=400|height=300|service=osm|zoom=18}} | |
Nazione | ITALIA |
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Regione | ABRUZZO |
Provincia | L'AQUILA |
Comune | PIZZOLI |
C.A.P. | 67017 |
Indirizzo/Località | CAVALLARI |
Toponimo | |
Proprietario | |
Vincoli | |
Riferimenti cartografici | |
Particella catastale | |
Latitudine | 42.416472 |
Longitudine | 13.3016141 |
Altitudine | 687 m.s.l.m. |
Fonti storiche e identificazione
Conservazione
L’edificio attuale presenta segni di trascuratezza generale, ma non particolari lesioni o dissesti. In generale, a parte la porzione di destra della facciata, il prospetto principale presenta un’impressione di rimontaggio di elementi originali effettuato nel XVI secolo con caratteristiche medievali. I lati e il retro dell’edifico attuale sono coperti da intonaco.
Intitolazione attuale
SS. Giacinto e Proto.
Intitolazione storica
SS. Giacinto e Proto.
Diocesi attuale
L'Aquila
Diocesi storica
“Amiternum” – Rieti - L’Aquila.
Contesto Insediativo
Descrizione
La chiesa sorge su una pendice che digrada dolcemente da Ovest verso Est fino alla riva destra del fiume Aterno ai margini di un insediamento accentrato di epoca rinascimentale e successiva. La vicinanza con Pizzoli, antica Pitiuli, e con “Amiternum” oltre che con gli insediamenti minori di Colle Civita, Basanello, Teora e Colle Casciano, a monte di Cavallari, pone l’edificio in un contesto densamente segnato da presenze insediative e strutturali di età romana che lasciano traccia nei frammenti scultorei, epigrafici e murari reimpiegati nella facciata della chiesa
Strutture precedenti
Il materiale di grosso taglio reimpiegato nella costruzione medievale insieme con frammenti scultorei ed epigrafici di età romana e di bassorilievi altomedievali sembra presupporre la presenza di edifici di II-III sec. d. C. e di VIII-IX nel sito stesso o nelle adiacenze.
Abitato contemporaneo
Non restano testimonianze a vista di strutture insediative riferibili a eventuali preesistenze, ma tutto il territorio risulta caratterizzato dalla presenza di insediamenti paganico-vicani e di “domus” poste al centro di proprietà fondiarie che, durante l’Alto Medioevo, hanno dato luogo a “curtes” frequentemente dipendenti da Farfa o da altri enti ecclesiastici e da laici.
Funzione
Funzione dell'edificio
Chiesa
Descrizione
La strutture pervenute sono riferibili a una chiesa curata, poi evoluta in chiesa parrocchiale.
Complessi architettonici
L’edificio attuale è costituito dall’aula di culto alla quale sono addossati sul fianco destro e sul retro modesti ambienti di servizio.
Galleria di immagini
Localizzazione su base cartografica
Localizzazione su base cartografica
Facciata della chiesa
Frammento scultoreo altomedievale
Frammento scultoreo altomedievale
Frammento di fregio dorico con epigrafe di età romana
Frammento di fregio dorico con epigrafe di età romana
Informazioni generali
Descrizione | Dal testamento di Paolo e Tassilla del 792 (RF, II, , doc. 152, p. 126, a. 792) viene citato soltanto un terreno di loro proprietà sito a Cavallari, ma da un piccolo frammento di bassorilievo di VIII-IX secolo inserito nella facciata della chiesa medievale abbiamo la conferma che nello stesso periodo esisteva a Cavallari una chiesa alla quale apparteneva il frammento di arredo liturgico. In precedenza edifici di età romana sono attestati da elementi architettonici di paramento murario a grossi conci inseriti nella facciata della chiesa medievale e da frammenti scultorei a bassorilievo ed epigrafici attribuibili probabilmente a una fascia decorata con motivi a triglifi e metope, pertinente a una sepoltura a cubo o a dado di II-III sec. d. C. La facciata dell’edificio attuale appartiene a una costruzione di XI-XII secolo che ha subito un allargamento verso sinistra nel XIII secolo o, più probabilmente, nel XVI, ricomponendo con precisione i conci e il portale della fase originale. La pianta è ad aula unica rettangolare. |
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Articolazione in sequenze
Sequenza I
Periodo I | |
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Architettura | |
Tipologia planimetricaPianta longitudinale. AlzatiDell’edifico più antico oggi esistente (Periodo I) rimangono soltanto parti della facciata e dell’apertura, tamponata, del portale centrale, archivoltato a tutto sesto, sopra architrave monolitico, riconoscibili nella metà destra della facciata attuale. In essa si riconoscono anche lo spiovente destro del tetto originale, corrispondente con quello attuale e lo spiovente sinistro, segnalato dalla linea obliqua dei conci ancora leggibile sopra il portale di accesso attuale (Periodo II). La copertura è a capanna, segnalata da due spioventi ancora leggibili nella facciata. | |
Materiali e tecniche costruttive | |
Tecnica murariaConci di forma rettangolare di pietra calcarea di medie dimensioni, apparecchiati in “opus quadratum” pseudoisodomo, in corsi orizzontali di potenza diversa, interrotti dal riempiego di grandi conci di spoglio di età romana. Gli strumenti per la riquadratura e spianatura dei conci sono la martellina, lo scalpello a punta e la gradina o l’ascettino dentato. I letti o i giunti evidenziano malta tenace, spessa mediamente 1-2 cm, non eccedente Livelli d'uso e pavimentiNon pervenuti. Altri elementi strutturali e architettoniciTracce del portale di accesso limitate al profilo destro, che comunque attesta la presenza di architrave e di soprastante arco a tutto sesto. Decorazioni applicate alle murature e alla costruzioneCornice a gola e risalti che sottolinea gli spioventi dal tetto in facciata. | |
Installazioni liturgiche | |
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Sepolture | |
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Iscrizioni | |
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Datazione e giustificazion | |
Datazione e giustificazioneXI-XII secolo. |
Sequenza II
Periodo II | |
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Architettura | |
Tipologia planimetricaPianta longitudinale. Articolazione e annessiAppartiene a questa fase l’allargamento della chiesa verso sinistra, misurabile in facciata circa 2-3 m, attestato dallo spostamento assiale dell’edificio e del portale attuale con oculo soprastante. AlzatiDell’edifico più antico oggi esistente (Periodo I) rimangono soltanto parti della facciata e dell’apertura, tamponata, del portale centrale, archivoltato a tutto sesto, sopra architrave monolitico, riconoscibili nella metà destra della facciata attuale. In essa si riconoscono anche lo spiovente destro del tetto originale, corrispondente con quello attuale e lo spiovente sinistro, segnalato dalla linea obliqua dei conci ancora leggibile sopra il portale di accesso attuale (Periodo II). La copertura è a capanna, segnalata da due spioventi ancora leggibili nella facciata. | |
Materiali e tecniche costruttive | |
Tecnica murariaConci di forma rettangolare di pietra calcarea locale, di medie dimensioni, apparecchiati con “opus quadratum” pseudoisodomo, in corsi orizzontali di potenza poco differenziata, scarsamente interrotti dal reimpiego di grandi conci di spoglio di età romana, presenti in particolare alla base e nel cantonale sinistro. Martellina, scalpello a punta e gradina o ascettino dentato impiegati per riquadratura e spianatura dei conci. Letti e giunti di calce di media resistenza evidenti ma scarsamente eccedenti. Livelli d'uso e pavimentiNon pervenuti. Altri elementi strutturali e architettoniciSemplice portale di accesso con stipiti e architrave monolitici: lunetta con arco a tutto sesto a cunei. Decorazioni applicate alle murature e alla costruzioneFinitura degli spioventi del tetto con cornice sagomata a risalti. | |
Installazioni liturgiche | |
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Sepolture | |
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Iscrizioni | |
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Datazione e giustificazion | |
Datazione e giustificazioneXII-XIII o più probabilmente XVI secolo: in un concio di reimpiego è incisa in onciale la scritta “ssi” o “551”. |
ELEMENTI DECONTESTUALIZZATI
Lista degli oggetti
Fregio monolitico di età romana appartenente alla fascia decorativa di una tomba a cubo o a dado, contenente nel registro superiore tre triglifi alternati a metope con fiore a sei petali in vista frontale e nel registro inferiore l’iscrizione “F. SABINO PRAEF/XSILIARE HISPAN” in capitale minore (CIL, IX 4503). Frammento di lastra a bassorilievo con rametto di acanto spinoso, appartenente ad arredo liturgico di VIII-IX secolo. Gioco del “filetto” inciso su un concio di reimpiego nel Periodo II, contente l’iscrizione “ssi” o “551” incisa in onciale.
Interpretazione
Datazione e giustificazione critica
L’edificio attuale risulta essere un ampliamento longitudinale e laterale operato nel XIII o probabilmente nel XVI secolo (Periodo II) di un edificio di XI-XII secolo (Periodo I) che sorge in probabile sostituzione di altro precedente, di VIII-IX secolo, attestato da un frammento scultoreo a bassorilievo proveniente dall’arredo liturgico riconducibile a manufatti analoghi, databili all’VIII-IX secolo. La tecnica muraria dell’edificio del Periodo I è propria di costruzioni databili all’XI-XII secolo, mentre quella dell’ampliamento del Periodo II, pur utilizzando materiali di spoglio dalla costruzione precedente, compreso il portale adeguatamente smontato e rimontato, e disponendoli coerentemente in corsi orizzontali abbastanza regolari, appare una ricomposizione attenta all’imitazione degli apparati murari romanici, eseguita tuttavia nel XVI secolo analogamente alla facciata della vicina pieve di S. Paolo di Barete (vedi scheda), come confermano forma e tecnica dell’oculo soprastante il portale di accesso, alcune sbavature dei giunti e dei letti del paramento murario e l’inserto di conci con inciso il gioco del “filetto”, oltre ad altre iscrizioni e a segni di cantiere non coerenti con la “facies” della fase costruttiva in esame.
Altre Informazioni
Riassunto
L’intitolazione della chiesa ai SS. Giacinto e Proto, eccezionale nell’intero comprensorio aquilano, sembra riferibile ai primi secoli della cristianizzazione e avallare l’ipotesi della preesistenza di un luogo di culto paleocristiano, come in altri casi accertati nello stesso territorio, nel quale sono evidenti tracce di una precoce diffusione del Cristianesimo: catacombe di S. Vittorino e cattedrale di “Amiternum”, pieve di S. Paolo di Barete, ecc. Soltanto successivamente l’edificio sarebbe stato ricostruito o sottoposto a rinnovamento dell’arredo liturgico nell’VIII-IX secolo, come attestato dal frammento scultoreo già citato, e nell’XI-XII secolo sarebbe stata effettuata la ricostruzione “e fundamentis” corrispondente con il Periodo I oggi a vista. L’allargamento della chiesa attuale con il rifacimento della metà sinistra della facciata e la costruzione dei laterali e del tergale, oggi intonacati, sembra corrispondere a una fase costruttiva di XVI secolo piuttosto che di XIII, come ben dissimulato dalla facciata attuale, sapientemente ricomposta con materiali e tecniche medievali, eccetto l’oculo centrale ricavato in un tamponamento di una precedente apertura e con tecnica ad arco di cerchi monolitici postmedievale. Mentre il reimpiego di conci, di bassorilievi e di iscrizioni di età romana all’interno della muratura del Periodo II in esame può corrispondere con analoga prassi operativa medievale, il reimpiego di un concio con inciso il gioco del “filetto” e di un altro con incisa l’iscrizione “ssi” o la data “551”, tradiscono la reale datazione dell’intervento; in particolare l’iscrizione, se interpretabile come data “1551” confermerebbe la datazione proposta.
Informazioni sulla pubblicazione
Data | gennaio 1, 1970 |
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Autore scheda informatica | Fabio Redi Scheda Personale |
Autore scheda cartacea | Fabio Redi |
Stato di avanzamento della scheda | 2. In corso di revisione |
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