CAPANNORI (LU), S. Martino ''in Ducentola''

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Dati

Topografia

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Nazione Italia
Regione Toscana
Provincia Lucca
Comune Capannori
C.A.P. 55012
Indirizzo/Località Via San Martino
Toponimo in Ducentola
Proprietario
Vincoli
Riferimenti cartografici
Particella catastale
Latitudine 43.887050
Longitudine 10.548101
Altitudine


Fonti storiche e identificazione

Fonti archeologiche

- 1 marzo 893 d.C.: in loco Ducentula prope Ecclesia Sancti Martini (MD V/3, n. CMLXXXV).

Bibliografia

GAC 1990 = Capannori. Itinerari archeologici. Un viaggio tra le ultime scoperte nel territorio, a cura del Gruppo Archeologico Capannorese, Lucca 1990.

MD V = BARSOCCHINI 1837-1841= D. BARSOCCHINI (ed.), Memorie e documenti per servire all’ istoria del ducato di Lucca, Lucca 1837-1841.

QUIRÒS CASTILLO 2002 = J. A. QUIRÒS CASTILLO, Modi di costruire a Lucca nell'altomedioevo. Una lettura attraverso l'archeologia dell'architettura, Firenze 2002, pp.48-52.

Conservazione

L'edificio attualmente visibile è frutto, prevalentemente, di una serie di rifacimenti occorsi nel XII secolo d.C. e, successivamente, in epoca post-medievale, quando venne rialzata buona parte della copertura. Nonstante ciò, però, lungo il lato meridionale sopravvive ancora, in elevato, buona parte dell'alzato pertinente alla muratura delle prima fase, di IX secolo d.C.

Intitolazione attuale

S. Martino

Intitolazione storica

S. Martino

Diocesi attuale

Lucca

Diocesi storica

Lucca


Contesto Insediativo

Descrizione

Attualmente l'edificio si trova, come in origine, in contesto rurale, sebbene attualmente intorno insistano alcune case di epoca contemporanea. La chiesa è accessibile da una brave strada sterrata, l'attuale Via San Martino.

Strutture precedenti

Gli scavi condotti alal fine degli anni Ottanta del XX secolo da parte del GAC (Gruppo Archeologico Capannorese) non consentirono di restitutire un numero di informazioni sufficienti alla ricostruzione di eventuali preesistenze, risultando molto limitati in estensione. Come si avrà modo di vedere nella discussione legata alle tecniche murarie, però, la presenza di un notevole quantitativo di materiale di reimpiego consente di ipotizzare nelle immediate vicinanze la presenza di un più antico nucleo insediativo, di età classica.

Abitato contemporaneo

Non si hanno informazioni che consetano di ricostruire l'abitato contemporaneo all'installazione della chiesa.


Funzione

Funzione dell'edificio

Chiesa suffraganea

Descrizione

La definizione della struttura come cheisa suffraganea deriva dal suo inserimento all'interno del pieviere di Marlia, la cui "plebs" matrice era quella dei Santi Maria e Giovanni Battista (nell'attuale centro abitato di Marlia), attestata in un arco cronologico avente il 918 d.C. come terminus ante quem.

Galleria di immagini

Informazioni generali

Descrizione L'edficio si connota precipuamente per tre macro-fasi. La prima, cronologicamente contestuale alla prima attestazione documentaria dell'893 d.C. (dunque di IX secolo d.C., forse nei secoli centrali, dal momento che nell'893 d.C. l'edficio è già esistente) è leggibile quasi esclusivamente negli elevati preservati lungo il laro meridionale della chiesa e, anche in base a confronti con altri edifici coevi presenti nel territorio, doveva articolarsi in una semplice aula mononave, con abside semicircolare rivolta ad Est. La seconda macro-fase è imputabile agli importanti rifacimenti occorsi nel XII secolod C., che implicarono, prevalentemente, il totale rifacimento dell'emiciclo e della facciata. Infine, il terzo grande periodo è ascrivibile ad un'epoca generalmente post-medievale, che previde l'innalzamento della copertura, intervento ben leggibile sia in facciata che lungo i lati dell'edificio. Stando ai dati disponibili, nessuno degli interventi post IX secolo d.C. avrebbe modificato in maniera sostanziale il modello icnografico originario.

Articolazione in sequenze

Sequenza I

Periodo I
EmptyData.png Architettura

Tipologia planimetrica

A navata unica con abside sporgente, semicircolare EmptyData.png

Dimensioni

23 x 10 m ca.

Orientamento

Est EmptyData.png EmptyData.png

Materiali e tecniche costruttive

Tipologia di intervento

Il periodo I è, come già accennato, leggibile quasi esclusivamente in parte del lato meridionale della chiesa, nella propria conformazione originaria, mentre nelle restanti parti delal struttura non si preservano tratti originari degli alzati.

Tecnica muraria

Come avviene sovente nei (seppur pochissimi) casi di alzati di epcoa altormedievale di età carolingia/tardo-carolingia preservati negli edifici ecclesiastici (ma non solo) del territorio lucchese, si assiste all'utilizzo di una tecnica muraria che si potrebbe definire in qualche modo 'mista', sia per quanto attiene i materiali impiegati che la loro messa in opera. Cionondimeno, in tutti questi casi (S. Martino in Ducentola compreso), è documentabile una componente 'dominante' costiuita dall'impego di ciottoli di fiume di medio-grandi dimensioni, sbozzati, e messi in opera su filari abbastanza regolari. A tale peculiarità costruttiva principale, però, si alterna sovente l'utilizzo della 'spina di pesce' e, anche in questo caso, S. Martino in Ducentola non fa difetto: lungo il lato meridionale della chiesa, infatti, sono ben visibili alcuni filari apprestati secondo tale soluzione, che vanno ad utilizzare semplici ciottoli fluviali, non lavorati, ma anche laterizi romani di rempiego. L'utilizzo di spolia è ben tracciabile anche nell'inserimento, nei pressi degli angolari, di due grossi blocchi marmorei (marmo lunense), tutti materiali, questi, plausibilmente provenienti da un insediametno rurale (forse una villa?) che doveva trovarsi nelle immediate vicinanze. EmptyData.png EmptyData.png EmptyData.png

Installazioni liturgiche

EmptyData.png EmptyData.png EmptyData.png EmptyData.png EmptyData.png EmptyData.png EmptyData.png EmptyData.png EmptyData.png EmptyData.png EmptyData.png

Sepolture

EmptyData.png EmptyData.png

Iscrizioni

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Datazione e giustificazion

Datazione e giustificazione

IX secolo d.C.

La datazione proposta si basa sia sulla prima attestazione documentaria dell'893 d.C., che in tale data certifica l'edificio come già esistente, sia sui confronti con tecniche murarie coeve presenti sia in ambito urbano (a Lucca) che nel territorio.


Sequenza II

Periodo II
EmptyData.png Architettura

Tipologia planimetrica

A navata unica con abside sporgente, semicircolare EmptyData.png

Dimensioni

23 x 10 m

Orientamento

Est EmptyData.png EmptyData.png

Materiali e tecniche costruttive

Tipologia di intervento

Nel corso del Periodo II, databile al pieno XII secolo d.C., si assiste alla ricostruzione pressochè totale dell'abside e della facciata.

Tecnica muraria

Gli interventi di ricostruzione dell'abside e della facciata vennero realizzati con la tecnica dell' opus quadratum, che prevedeva l'impiego quasi esclusivo di gorssi blocchi litici squadrati, tipica delle soluzioni edilizie del romanico toscano (e non solo). EmptyData.png EmptyData.png EmptyData.png

Installazioni liturgiche

EmptyData.png EmptyData.png EmptyData.png EmptyData.png EmptyData.png EmptyData.png EmptyData.png EmptyData.png EmptyData.png EmptyData.png EmptyData.png

Sepolture

EmptyData.png EmptyData.png

Iscrizioni

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Datazione e giustificazion

Datazione e giustificazione

XII secolo d.C.

Non si hanno testimonianze scritte che facciano riferimento diretto a questi interventi (dopo la prima attestazione dell'893 d.C., infatti, si assiste ad un ampio vuoto documentario, fino ad una nuova citazione della chiesa il 21 novembre del 1231 d.C.; a partire da questo momento si hanno numerose memorie documentali, fino al 1260 d.C.). La tecnica muraria in opus quadratum, però, rappresenta un vero e proprio 'fossile guda' che consente di datare pacificamente tali interventi al pieno XII secolo d.C.



Interpretazione

Datazione e giustificazione critica

la chiesa di San Martino in Ducentola, come visto, restituisce uno dei pochi (ed importantissimi) esempi di muratura altomedievale, connessa all'edilizia ecclesiastica, ben preservata nel territorio lucchese, la cui cronologi al IX secolo d.C. è ampiamente confortata anche dalla prima menzione documentaria dell'893 d.C. Il programma strutturale ed icongrafico rientra pienamente nella grande politica di edificazioni di chiese nel contado occorsa in etàà carolingia, molto probabilmente in relazione alla diffusione ed al forte radicamento del sistema di riscossione delle decime; essa, non a caso, trova importanti confronti, sia da un punto di vista delle tecniche costruttive, sia per quanto attiene la planimetria, con ecclesiae coeve, come S. Giusto alla Caipira, sempre nel Piviere di Marlia, o San Donnino. EmptyData.png EmptyData.png


Altre Informazioni

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Informazioni sulla pubblicazione

Data gennaio 1, 1970
Autore scheda informatica Gabriele Castiglia Scheda Personale
Autore scheda cartacea Gabriele Castiglia
Stato di avanzamento della scheda 1. In corso di compilazione
Affidabilità della scheda {{#paper_quality:1. Affidabile}}