CALVI RISORTA (CE), Grotta dei Santi

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Dati

Topografia

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Nazione Italia
Regione Campania
Provincia Caserta
Comune Calvi Risorta
C.A.P. 81042
Indirizzo/Località zona nord-orientale dell'insediamento di Cales
Toponimo "Cales"
Proprietario
Vincoli
Riferimenti cartografici
Particella catastale
Latitudine 41.205754
Longitudine 14.141876
Altitudine


Fonti storiche e identificazione

Bibliografia

AMODIO M., EBANISTA C, 2008, Aree funerarie e luoghi di culto in rupe: le cavità artificiali campane tra tarda antichità e medioevo, in Atti del VI Convegno Nazionale di Speleologia in Cavità Artificiali, Napoli, pp. 117-144pp. 117-144;

BELTING H., 1968, Studien zur beneventanischen Malerei, Weisbaden

CARCAISO E.,1996, Calvi e l’alta Campania fra tardo impero e medio evo, Sparanise ;

CARCAISO E., 1980, Storia dell’Antica Cales, Napoli.

CAROTTI A., 1974, Gli affreschi della Grotta delle Fornelle a Calvi Vecchia, Roma

DE STEFANO P., 2006, Cales: itinerario storico archeologico, Sparanise

DEL PRETE P., 1913, L’antica Calvi e la grotta dei Santi, Caserta

EBANISTA C., 2007, L’utilizzo cultuale delle grotte campane nel medioevo, in “Atti del I Convegno Regionale di Speleologia, Campania Speleologic”a, (a cura di) S. Prete, F. Maurano, Piedimonte Matese. 127-150;

PIAZZA S., 2006, Pittura rupestre medievale: Lazio e Campania settentrionale, secoli VI-XIII, Roma

VENDITTI A., 1967, L’architettura bizantina in Italia Meridionale: Campania, Calabria, Lucania, Napoli.


Intitolazione attuale

Grotta dei Santi

Diocesi attuale

Teano-Calvi


Contesto Insediativo

Descrizione

L’attuale comune di Calvi Risorta sorge nei pressi dell’antica Cales, città aurunca crocevia di grandi civiltà: l’aurunca, l’etrusca, la latina, la sannitica. La grotta si apre nella parete tufacea che costeggia il Rio dei Lanzi, in corrispondenza della zona nord-orientale dell’antica città di Cales, ma sull’altro versante del corso d’acqua e in posizione elevata rispetto ad esso.

Strutture precedenti

strutture di regimentazione dell acque ascrivibili al IV sec.a.C.


Funzione

Funzione dell'edificio

grotta rupestre


Galleria di immagini

Informazioni generali

Descrizione La cavità, costituita da tre ambienti di forme e dimensioni diverse. L’invaso principale (4 m x 14 m circa), a pianta quadrangolare e sezione trapezoidale, presenta sul fondo un altare e un piccolo vano absidato, posto a circa 3,5 m dal calpestio, cui si accedeva grazie ad una scala scavata nel tufo. Il terzo ambiente (3,5 m x 7,25 m), ortogonale all’invaso principale, ha la pianta rettangolare e presenta una nicchia sulla parete sinistra.

La configurazione spaziale dell’ipogeo, i segni regolari lasciati dagli strumenti impiegati per l’escavazione, la natura stessa del banco tufaceo, tenero ma assai compatto, indicano chiaramente che si tratta di una cavità artificiale, riconducibile all’età preromana o romana. L’ubicazione appena fuori della città di Cales e la sezione trapezoidale spingono a pensare che la grotta dei Santi rientri nel sistema di irregimentazione e deflusso delle acque realizzato nel IV secolo a.C., e quindi ad escludere un suo primitivo utilizzo agricolo. Nell’alto medioevo, in occasione del reimpiego cultuale, nella porzione superiore della parete di fondo venne ricavato il piccolo vano absidato. La sua posteriorità, rispetto all’invaso principale, emerge dalla diversa morfologia dei segni lasciati sul soffitto della cavità dagli strumenti utilizzati per l’escavazione. L’avvio dell’utilizzo cultuale della grotta dei Santi è ascrivibile al X secolo, epoca alla quale risalgono i più antichi affreschi che ne decorano le pareti. Gli altri dipinti individuano quattro ulteriori campagne pittoriche assegnabili rispettivamente alla seconda metà dell’XI secolo, alla seconda metà del XII secolo, agli inizi del Duecento e ad un periodo di incerta datazione. La committenza laica degli affreschi attesta che la grotta dei Santi era «un piccolo oratorio campestre», senza alcun collegamento con il fenomeno eremitico.

Articolazione in sequenze

Sequenza I

Periodo I
EmptyData.png Architettura

Tipologia planimetrica

cavità nella roccia di forma irregolare con tre vani collegati, con tracce di escavazione EmptyData.png

Dimensioni

L’invaso principale misura 4 m x 14 m circa, un secondo vano misura 3,5 m x 7,25 m. EmptyData.png

Articolazione e annessi

3 vani su livelli differenti EmptyData.png

Materiali e tecniche costruttive

Tipologia di intervento

Escavazione degli ambienti e prima campagna pittorica. Contestualmente è stato aperto un vano absidale in corrispondenza della metà superiore della parete di fondo, con il risparmio di un altare e di un bancale. EmptyData.png EmptyData.png EmptyData.png

Decorazioni applicate alle murature e alla costruzione

La prima campagna pittorica ha segnato il passaggio dallo stato di abbandono dell’insediamento al suo utilizzo come luogo di culto. La superficie concava è stata rivestita con un ampio pannello raffigurante il Cristo Pantocratore al centro, due arcangeli ai suoi lati, seguiti dai rappresentanti degli apostoli, Pietro a sinistra e Paolo a destra, accanto a quest’ultimo, infine, sono rappresentati Tommaso, Martino di Tours e Giuliano martire. Più in basso, sulla parete di fronte all’altare moderno, sono state dipinte le immagini di Santa Margherita con la corona del martirio, di un santo vescovo con omophorion e di un santo medico con i suoi strumenti.

Installazioni liturgiche

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Sepolture

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Iscrizioni

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Datazione e giustificazion

Datazione e giustificazione

la datazione al X secolo è stata estrapolata dall'analisi pittorica e dai relativi confronti


Sequenza II

Periodo II
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Materiali e tecniche costruttive

Tipologia di intervento

seconda campagna pittorica EmptyData.png EmptyData.png EmptyData.png

Decorazioni applicate alle murature e alla costruzione

Il secondo intervento pittorico è molto più esteso e si distingue per il carattere votivo delle immagini. Ai lati dell’intonaco del vano absidale e lungo le pareti, su due file, trova posto una moltitudine di pannelli raffiguranti perlopiù santi in posa frontale accompagnati, alla base, da iscrizioni con i nomi dei donatori nell’usuale formula votiva. Durante questa seconda campagna, a destra e a sinistra del pannello con il Pantocratore è stato aggiunto rispettivamente un Nicola di Mira e un altro vescovo, non meglio identificabile data la perdita dell’iscrizione onomastica. Al di sopra dell’intonaco di primo strato che aderisce alla parete sottostante, una Theotokos in trono con Bambino, come già detto, è stata realizzata in corrispondenza del terzo riquadro da sinistra. Nella zona di fondo del grande invaso, in occasione di questa seconda fase, lo spazio di risulta in alto a sinistra, risparmiato dallo scavo della conca absidale, venne ricoperto con un’immagine dell’arcangelo Michele nella foggia imperiale, con labaro, globo e loros bizantino. Lungo la parete destra, la serie di pannelli votivi ha inizio ad altezza d’uomo, con le figure di Simone apostolo, Barbara martire, Cosma medico, i cui busti, come si è detto, sono stati oggetto del furto. Al lato, superata l’immagine delle Vergine orante del primo strato, anch’essa mutilata a causa del furto, trovano spazio, ad una distanza maggiore da terra, un san Giovanni evangelista, una Crocifissione, i santi Stefano diacono, Pietro apostolo, Massimo il confessore, i pontefici Silvestro, con il leggendario drago al suo fianco, Clemente I ed i ritratti frammentari di una santa martire ed un santo vescovo. Ad un livello superiore, dove non è arrivata la mano di scialbatura, in corrispondenza dell’ultimo personaggio citato si distingue il sacerdote Simeone, poi nuovamente San Pietro ed infine un’altra martire non meglio identificabile. Lungo la parete di sinistra, cominciando sempre dal fondo e risalendo verso l’entrata, la semitrasparenza dell’intonaco lascia scorgere i tratti figurativi di un ampio riquadro con la leggenda riferita a San Silvestro e il drago, documentato, nella sua integrità, in vecchie fotografie, seguita dai santi vescovi Maurizio, Bonifacio e Castrense, l’arcangelo Michele, con le insegne imperiali, San Quirico ed infine la scena agiografica del martirio di San Lorenzo con accanto l’arcangelo Michele, questa volta nel ruolo di psicopompo. Una sola immagine, quella di un altro San Silvestro con il drago capitolino, prende posto in un registro superiore all’estremità destra della parete.

Installazioni liturgiche

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Sepolture

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Iscrizioni

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Datazione e giustificazion

Datazione e giustificazione

la datazione alla metà dell'XI secolo è statat proposta sull'analisi dell'apparato pittorico e dei relativi confronti


Sequenza III

Periodo III
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Materiali e tecniche costruttive

Tipologia di intervento

terza campagna pittorica EmptyData.png EmptyData.png EmptyData.png

Decorazioni applicate alle murature e alla costruzione

Nel riquadro con quattro santi sulla parete sinistra dell’ambiente principale, raffigurante un eremita, verosimilmente Onofrio, un profeta, una martire e un Sant’Eustachio, si colgono alcune analogie con esempi pittorici campani dell’inoltrato XII secolo, come il San Tommaso di Rongolise.

Installazioni liturgiche

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Sepolture

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Iscrizioni

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Datazione e giustificazion

Datazione e giustificazione

La datazione al pieno XII secolo è stata estrapolata dall'analisi pittorica


Sequenza IV

Periodo IV
EmptyData.png Architettura

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Materiali e tecniche costruttive

Tipologia di intervento

quarta campagna pittorica EmptyData.png EmptyData.png EmptyData.png

Decorazioni applicate alle murature e alla costruzione

Forse agli inizi del XIIIsecolo, come sembra suggerire la somiglianza con il pannello della Grotta delle Fornelle, databile a cavallo fra XII e XIII secolo, ha trovato posto la figura isolata di un San Paolo apostolo.

Installazioni liturgiche

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Sepolture

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Iscrizioni

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Datazione e giustificazion

Datazione e giustificazione

datazione proposta sulla base dell'analisi pittorica



Interpretazione

Datazione e giustificazione critica

L’avvio dell’utilizzo cultuale della grotta dei Santi è ascrivibile al X secolo, epoca alla quale risalgono i più antichi affreschi che ne decorano le pareti. Gli altri dipinti individuano quattro ulteriori campagne pittoriche assegnabili rispettivamente alla seconda metà dell’XI secolo, alla seconda metà del XII secolo, agli inizi del Duecento e ad un periodo di incerta datazione. La committenza laica degli affreschi attesta che la grotta dei Santi era «un piccolo oratorio campestre», senza alcun collegamento con il fenomeno eremitico. EmptyData.png EmptyData.png


Altre Informazioni

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Informazioni sulla pubblicazione

Data marzo 10, 2017
Autore scheda informatica Federico Marazzi Scheda Personale
Autore scheda cartacea Alessia Frisetti
Stato di avanzamento della scheda 3. In corso di rilettura
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