CAGLIARI, S. Andrea de Portu

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Dati

Topografia

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Nazione Italia
Regione Sardegna
Provincia Cagliari
Comune Cagliari
C.A.P. 09100
Indirizzo/Località N.I.
Toponimo Portu
Proprietario
Vincoli
Riferimenti cartografici
Particella catastale
Latitudine NaN° N
Longitudine NaN° E
Altitudine


Fonti storiche e identificazione

Fonti storico-epigrafiche

Le chiese di Sant’Andrea e di Sant’Anania de Portu sono attestate tra i possedimenti dei Monaci Vittorini nella Sardegna meridionale a partire dal 1119. Della loro collocazione si è persa memoria e gli studiosi che si sono occupati dell’argomento hanno proposto ipotesi diverse per la loro individuazione. La tradizione storiografica ha spesso ritenuto i due titoli, di cui non si può escludere con certezza l’attribuzione ad un unico luogo di culto, strettamente connessi al territorio della città di Cagliari, il cui assetto urbanistico altomedievale non è agevolmente ricostruibile. Altre chiese menzionate nelle fonti legate ai possedimenti vittorini nel Giudicato di Cagliari, sopravvissute fino ai giorni nostri o identificabili con maggiore certezza entro i confini dell’attuale Comune di Cagliari, verrebbero documentate con toponimi simili richiamanti la vicinanza degli edifici ai porti medievali cagliaritani (Sancti Saturni de portu karalitano, Sancti Petri de Portu, Sancte Marie de Portu Salis, Sancti Elie de Portu Salis, Sancte Lucie de Bagnaria, Sancti Salvatoris de Bagnaria).

La prima ipotesi, dunque, potrebbe prevedere che l’edificio o gli edifici di culto intitolati ai Santi Andrea e Anania si trovassero non distanti dalla linea di costa.

Con il toponimo “Fosso di Sant’Andrea” alcuni autori sardi ottocenteschi (Carta ed. 2006) identificavano quello che è conosciuto ancora oggi come “Fosso di San Guglielmo”, un profondo avvallamento situato tra il quartiere di Stampace e il colle di Castello e di Buoncammino a Cagliari, delimitato da alte pareti rocciose su cui si aprono numerose cavità difficilmente accessibili. Il Canonico Spano (1861, pp. 157-158) nella sua Guida della città di Cagliari specificava che il “serbatojo d’acqua di Santu Lemu (San Guglielmo)” veniva così chiamato perchè “vicino vi esisteva un’antica chiesa di quel nome” e accenna ad una “chiesa sotterranea” dove fino a pochi anni prima erano presenti l’altare e una acquasantiera datata 1760. La presenza di alcuni “dischi” scavati nella roccia aveva indotto lo Spano a interpretare le piccole cavità come alloggi per bacini ceramici, frequentemente presenti nelle chiese romaniche non solo isolane (Coroneo 1993). Sempre lo Spano tramanda il ricordo di una “gran festa popolare all’apostolo Andrea” che si svolgeva in tempi antichi “in questa chiesa”. Questa testimonianza ha consentito di ipotizzare un’individuazione del sito come quello ospitante la chiesa altomedievale dedicata al Santo.

Maria Antonietta Mongiu (1995) ha messo in evidenza come la forma dialettale Santulemu o Elemu, o Lemu, che identifica il sito cagliaritano, sia diffusa con diverse varianti anche in contesti rupestri extrainsulari, spesso in abbinamento ad altri agiotoponimi. Così “Guglielmo” potrebbe essere sarebbe, secondo l’archeologa, una reinterpretazione dei termini saltelmo/santelemu/elemu che ha portato poi alla costruzione di due titoli al posto dell’originario Andrea.

Nella Cosmographia Universalis (Stampata nel 1550 a Basilea da Sebastian Münster) sono rappresentate sei città oggi appartenenti alla Repubblica Italiana tra cui, per la prima volta nella sua storia, Cagliari (Thermes ed. 1987). Nella zona subito a nord del borgo di Stampace è stata raffigurata in maniera schematica la chiesa di San Guglielmo (S. Willhel’) prospiciente gli ampi ingressi di due grotte aperte nella parete rocciosa che dovrebbe corrispondere a quella del cosiddetto “Fosso di San Guglielmo”, ora occupato dal Polo Universitario "Mario Aresu", (Ex Clinica Medica "Mario Aresu", Via San Giorgio 12). Considerata la testimonianza grafica di una chiesa dedicata a San Guglielmo edificata davanti alle grotte prima del 1550, e la presenza di un ambiente rupestre con “volta a botte, un arcosolio, nicchie alle pareti, coppelle per bacini” (Mongiu 1995, foto 10), si potrebbe prendere in considerazione l’ipotesi dell’esistenza di due luoghi di culto vicini tra loro. Lo stesso Spano (1861, pp. 157-158) parlava sia di una “chiesa sotterranea, che in sostanza era un gran serbatojo d’acqua”, sia di un “fabbricato antico” posto “dirimpetto alla grotta” utilizzato al tempo come magazzino ma”fatto a volta in forma di botte. Non si sa a che cosa sia servito in origine, ma non si può niegare l’antichità”. Il sito di San Guglielmo non risulta essere stato fatto oggetto di accurate indagini archeologiche atte a confermare la presenza di testimonianze medievali, anche perché gli ambienti sono in parte invasi dall’acqua e risultano accessibili soltanto agli speleologi (Polastri 2001, pp. 122-123). Marco Cadinu (2009, pp. 21, 22 e 152) ha proposto l’identificazione della chiesa di Sant’Andrea de Portu con quella di Sant’Andrea di Flumini (Quartu Sant’Elena), datata al XV secolo da Ida Farci (1988, Quartu Sant’Elena. Cagliari, p. 118), l’unica con questa intitolazione del golfo cagliaritano e vicina alla villa romana sul mare, il notevole molo della quale potrebbe non essere stato ancora in disuso nell’alto medioevo. La torre di Sant’Andrea, presente almeno dal 1625, eretta sui ruderi della villa romana, fu distrutta negli anni Settanta del XX secolo. Il catasto storico restituisce memoria anche di un piccolo borgo adiacente alla chiesa.

Bibliografia

Boscolo, A. 1958, L’abbazia di San Vittore, Pisa e la Sardegna. Padova: CEDAM.

Cadinu, M. 2009, Cagliari. Forma e progetto della città storica. Cagliari: CUEC.

Carta, L. ed. 2006, Vittorio Angius. Città e villaggi della Sardegna dell’Ottocento (Vol. 1. Abbasanta-Guspini). Nuoro: Ilisso. Opera di riedizione dell’opera di Casalis, G. 1833-56, Dizionario-geografico-storico-statistico-commerciale degli Stati di S. M. il Re di Sardegna. Torino: G. Maspero e G. Marzorati. La voce Cagliari fu curata da Vittorio Angius nel 1836.

Coroneo, R. 1993, Architettura romanica dalla metà del Mille al primo ‘300, collana Storia dell’arte in Sardegna. Nuoro: Ilisso.

Guerard, E. 1857, Cartulaire de l’abbaye de Saint-Victor de Marseille, 2 voll. Paris. n. 784.

Martorelli, R. 2007, Committenza e ubicazione dei monasteri a Cagliari in età medievale, Pani Ermini, L. ed. 2007, Committenza, scelte insediative e organizzazione patrimoniale nel Medioevo, (De Re monastica – I). Atti del Convegno di Studio (Tergu, 15-17 settembre 2006). Spoleto: CISAM, pp. 281-324.

Martorelli, R. 2008, Culti e riti a Cagliari in età bizantina, in Casula, L. & Corda, A.M. & Piras, A. edd. 2008, Orientis radiata fulgore. La Sardegna nel contesto storico e culturale bizantino. Atti del Convegno di Studi (Cagliari, 30 novembre – 1 dicembre 2007). Ortacesus: Nuove Grafiche Puddu, pp. 211-246.

Mongiu 1995, Stampace: un quartiere tra polis e chora, in Stampace 1995, Cagliari, Quartieri storici. Stampace, Cinisello Balsamo-Cagliari.pp. 13-22.

Polastri, M. 1991, Cagliari. La città sotterranea. Grotte, cisterne, necropoli e cavità segrete. Cagliari: Edizioni Sole.

Rubiu, M.R. 2005-2006, La Sardegna e l’abbazia di Saint-Victor di Marsiglia Le fonti negli Archives Départementales des Bouches-du-Rhône, Tesi di Dottorato di Ricerca in "Fonti scritte della civiltà mediterranea" (XVIII ciclo), Università degli Studi di Cagliari. Tutor: D’Arienzo, L.

Spano, G. 1861, Guida della città e dintorni di Cagliari. Cagliari: Tipografia A. Timon (edizione anastatica, Capoterra, 1991).

Spanu, P.G. 2002, I possedimenti vittorini del priorato cagliaritano di san Saturno. Il santuario del martire Efisio a Nora, in Martorelli, R. ed. 2002, pp. 65-103.

Spanu, P.G. 2007, I possedimenti vittorini in Sardegna, in Pani Ermini, L. ed. 2007, Committenza, scelte insediative e organizzazione patrimoniale nel Medioevo, (De Re monastica – I). Atti del Convegno di Studio (Tergu, 15-17 settembre 2006). Spoleto: CISAM, pp. 245-279.

Thermes, C. ed. 1987, Sardiniae brevis historia et descriptio: La passione. Sigismondo Arquer ; testi, traduzioni e note a cura di Cenza Thermes. Cagliari: Gianni Trois editore.

Tola, P. 1861, Codex Diplomaticus Sardiniae. Historiae Patriae Monumenta, X-XII, 1861-1868. Torino: Tipografia Regia [Riedizione Boscolo, A. & Casula, F.C. edd. 1984, Codice Diplomatico della Sardegna, I,II. Sassari: Carlo Delfino Editore].


Intitolazione storica

La chiesa è dedicata ad un santo orientale, da identificare con l’apostolo oppure con un omonimo santo martirizzato dai Persiani, inserito nel Sinassario Costantinopolitano, menologio composto dopo la crisi iconoclasta, per una risistemazione del patrimonio agiografico e cultuale della capitale bizantina (Synaxarium Constantinopolitanum, a cura di H. Delehaye = Acta Sanctorum, mens junii, Brussels 1902. Martorelli 2008).

Diocesi storica

Diocesi di Carales/Caralis con successive varianti fino all’attuale denominazione di “Cagliari”. Il vescovo Quintasius partecipa al concilio di Arles del 314.


Contesto Insediativo

Descrizione

Centro abitato

Strutture precedenti

Area extraurbana

Abitato contemporaneo

Area extraurbana


Funzione

Funzione dell'edificio

Devozionale


Galleria di immagini

Informazioni generali

Descrizione

Articolazione in sequenze

Interpretazione

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Informazioni sulla pubblicazione

Data novembre 26, 2015
Autore scheda informatica Careuser Scheda Personale
Autore scheda cartacea Claudio Nonne
Stato di avanzamento della scheda 1. In corso di compilazione
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