BOLOGNA, Basilica di Santa Maria Maggiore
Dati
Topografia{{#display_map:44.49798,11.34186|width=400|height=300|service=osm|zoom=18}} | |
Nazione | Italia |
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Regione | Emilia-Romagna |
Provincia | Bologna |
Comune | Bologna |
C.A.P. | 40121 |
Indirizzo/Località | via Galliera 10 |
Toponimo | |
Proprietario | Arcidiocesi di Bologna |
Vincoli | Vincolo della soprintendenza archeologia, beni culturali, paesaggio per la città metropolitana di Bologna e le provincie di Modena, Reggio Emilia e Ferrara. |
Riferimenti cartografici | |
Particella catastale | |
Latitudine | 44.49798 |
Longitudine | 11.34186 |
Altitudine |
Fonti storiche e identificazione
Fonti storico-epigrafiche
Monastero femminile ricordato per la prima volta nel 1074 in un diploma di conferma di papa Gregorio VII come dipendente dal vescovo di Bologna (CDCB, n°52, pp. 138-142). E' attestata di nuovo nel 1093 (Le carte di Santo Stefano, n°115, pp. 203-205; Le carte bolognesi del secolo XI, n°418, pp. 836-839).
Fonti archeologiche
Nell’800 si rinvenne un lacerto musivo pavimentale, perduto, testimonianza rara di arte musiva a Bologna, forse di età tardo antica se non medievale e forse appartenuto al pavimento della chiesa. (P. Porta, Edilizia sacra in Bologna tra XI e XII secolo pp. 117-166) In zona si rinvenne un pavimento a mosaico bianco e nero datato al I sec. d.C. (Bergonzoni, Bonora, Bologna romana, pp. 73-74).
Bibliografia
S. Muzzi, Santa Maria Maggiore, in Le chiese parrocchiali della Diocesi di Bologna redatte e descritte, I, Bologna 1844, n°63. A. Raule, La Basilica S. Maria Maggiore in Bologna, Bologna 1956. G. Rivani, La basilica di S. Maria Maggiore in Bologna, in G. Rivani, G. Roversi, M, Fanti, La basilica Parrocchiale di Santa Maria Maggiore in Bologna, Bologna 1966, pp. 11-31. F. Bergonzoni, G. Bonora, Bologna romana. Fonti letterarie-carta archeologica del centro urbano, Bologna 1976, n° 47.0, pp. 73-74. E. Russo, Ricerche sulla Bologna paleocristiana e medievale: la chiesa di S. Maria Maggiore, "Bollettino dell'Istituto Storico Italiano per il Medio evo e Archivio Muratoriano", n° 84, 1972-1973 (1977), pp. 19-132. Le carte del monastero di Santo Stefano di Bologna e di San Bartolomeo di Musiano, vol. I (1001-1125), a cura di R. Rinaldi, C. Villani, Cesena 1984. Le carte bolognesi del secolo XI, a cura di G. Feo, Bologna 2001. CDCB Codice diplomatico della Chiesa bolognese. Documenti autentici e spurii (secoli IV-XII), a cura di M. Fanti, L. Paolini, Roma 2004. L'insigne basilica Collegiata di Santa Maria Maggiore e il suo Capitolo, a cura di M. fanti, R. Magnani, Bologna 2011. P. Porta, Edilizia sacra in Bologna tra XI e XII secolo), in Vitale e Agricola Sancti Doctores. Città chiesa Studio nei testi agiografici bolognesi del XII secolo, a cura di G. Ropa, G. Malaguti, Bologna 2001, pp. 117-166. G. Paltrinieri, Basilica di Santa Maria Maggiore in Bologna: la sua planimetria nel corso della storia, Bologna 2015. A. Buitoni, Storia e arte nella basilica di Santa Maria Maggiore di Bologna, introduzione di M. Fanti, Bologna 2016. V. Casali, Santa Maria Maggiore, in Città cristiana, città di pietra. Itinerario alle origini della Chiesa di Bologna, a cura di I. Baldini, V. Casali, G. Marsili, Bologna 2016, pp. 63-65.
Documentazione grafica e fotografica
Una buona documentazione grafica e fotografica è possibile trovarla in A. Buitoni, Storia e arte nella basilica di Santa Maria Maggiore di Bologna, introduzione di M. Fanti, Bologna 2016.
Conservazione
Il monastero femminile benedettino fu soppresso nel 1243 e sostituito da una Collegiata di canonici per volere di Papa Innocenzo IV. La chiesa è stata completamente restaurata nel XV secolo e sottoposta nei secoli successivi a numerosi restauri.
Intitolazione attuale
Santa Maria Maggiore
Intitolazione storica
santa Maria Maggiore
Diocesi attuale
Arcidiocesi di Bologna
Diocesi storica
Diocesi di Bologna
Contesto Insediativo
Descrizione
La chiesa sorgeva nel settore suburbano Nord di Bononia e lungo l'asse via Galliera corrispondente al cardo maximus. Dopo la decadenza della città in età tardantica l'edificio si trovò prossimo a un vasto territorio abbandonato e coperto di macerie, documentato nel 1084 con il termine civitas antiqua rupta (Le carte bolognesi, voll. II, n°316).
Strutture precedenti
La chiesa è ritenuta di grande antichità nonostante la prima menzione nel 1074 perché indagini geomagnetiche nell'area hanno permesso di rilevare strutture di un edificio basilicale precedente il Mille, forse a tre navate e con abside semicircolare a Est. I confronti tipologici più stringenti anche in relazione al tipo di architettura conservata all'esterno nel fianco sud dell'edificio rafforza l'ipotesi di un origine anteriore all'XI secolo e a un' architettura con caratteri tipici di quella ravennate-esarcale tra VI e VIII secolo. Ipotesi suggerita anche dalla dedicazione alla Madre di Dio con l'appellativo Maggiore che richiama l'omonima chiesa ravennate eretta dal vescovo Ecclesio tra il 526 e il 532.
Funzione
Funzione dell'edificio
Chiesa parrocchiale
Galleria di immagini
Informazioni generali
Descrizione | Per quanto riguarda l’architettura sacra, forse è tra le più vetuste la chiesa di S. Maria Maggiore (via Galliera) nell’antico suburbio nord- occidentale lungo l’asse via Galliera- via Val d’Aposa, l’antico cardo maximus . E’ menzionata solo dal 1047 , ma la dedicazione alla Vergine col titolo di “Maggiore” sancito dal Concilio di Efeso (431) che ne decretò la diffusione del culto, i richiami all’omonima chiesa di Ravenna, fondata dal vescovo Ecclesio tra il 526 e il 532 e pochi elementi proporzionali e architettonici propri dell’edilizia di Ravenna ed esarcale tra V e VI secolo porterebbero a origini antiche. La chiesa sarebbe stata parzialmente restaurata e ricostruita prima del 1187, anno idi consacrazione da parte del vescovo Gerardo III Gisla e di papa Gregorio VIII. Nel XII- XIII secolo vi risulta insediata una comunità femminile benedettina che fu soppressa nel 1243 e sostituita da una collegiata di canonici.
Parte della critica concorda nel ritenere che in origine avesse orientamento capovolto rispetto l’attuale, cioè con l’abside rivolta a via Galliera e non con la facciata e che l’orientamento sia stato modificato nel 1665 . Tuttavia recenti studi, sulla base anche della cartografia storica della città, osservano che se la chiesa avesse avuto l’abside sul cardo e sull’Aposa non si sa su quali strade volgesse il prospetto e perché fosse obliterata via Galliera . Inoltre l’eventuale capovolgimento non sarebbe avvenuto nel XVII secolo, dato che l’affresco vaticano nella Sala Bologna (1575) mostra la chiesa secondo l’attuale collocazione. Pertanto l’inversione sarebbe avvenuta ben prima della data indicata. Senza alcun riscontro archeologico non è verificabile l’ipotesi di alcuni che sia stata la prima cattedrale di Bologna, ma fu certo tra le più antiche chiese mariane prima di S. Maria del Monte e della Madonna della Guardia. |
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Articolazione in sequenze
Interpretazione
Altre Informazioni
Informazioni sulla pubblicazione
Data | 2020/10/12 |
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Autore scheda informatica | Paola Porta Scheda Personale |
Autore scheda cartacea | Arianna Gaspari |
Stato di avanzamento della scheda | 1. In corso di compilazione |
Affidabilità della scheda | {{#paper_quality:1. Affidabile}} |