BARETE (AQ), S. Mauro

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Dati

Topografia

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Nazione ITALIA
Regione ABRUZZO
Provincia L'AQUILA
Comune BARETE
C.A.P. 67010
Indirizzo/Località S. EUSANIO DI BARETE
Toponimo
Proprietario
Vincoli
Riferimenti cartografici
Particella catastale
Latitudine 42.449729
Longitudine 13.271656
Altitudine 733 m.s.l.m


Fonti storiche e identificazione

Fonti storico-epigrafiche

Donazione a S. Clemente a Casauria dell’873 di alcune proprietà “in ipso monte Sancti Mauri”, in Ch. Casaur. III, col. 800; assoggettazione dello stesso monte alla “ecclesiam Sancti Mauri Martyris in colle Amiternino constitutam” e della “praedictam Beati Martyiris cellulam”, in Ch. Casaur., coll. 803-804; conferma del 981 delle proprietà in Amiterno comprendenti “ipsa cella vocabulo Sancti Mauri”, in Ch. Casaur. Add, coll. 973-974; privilegi di Alessandro III, del 1163 e del 1166, a Leonate, abate di S. Clemente a Casauria, con il quale il pontefice conferma il possesso del monastero di S. Mauro in Amiterno, Ch. Casaur. V, coll. 917-920. Non è chiaro se i documenti citati si riferiscano alla chiesa in esame o ad altro edificio ubicato, senza prove archeologiche, bensì unicamente sulla base del toponimo Colle S. Mauro e di indicatori molto deboli, sulla vetta di un rilievo di 944 m situato a Nord-Ovest del sito di Amiternum (Antonelli Tornese, 2012, p. 884; Saladino 2000, pp. 86, 137-138). Ruderi scarsamente definibili, ma attribuiti alla chiesa di S. Mauro, sulle pendici dello stesso Colle S. Mauro a quota 820 “a m 200 a monte della cava di rena prossima all’anfiteatro di Amiterno” (Zenodocchio 1989, pp. 336-338).

Fonti archeologiche

Interventi di archeologia preventiva effettuati nel 2010 da parte della Soprintendenza Archeologica dell’Abruzzo nell’area retrostante la chiesa hanno riportato alla luce un lastricato molto accurato e un piano stradale glareato. Un miliario, oggi scomparso, databile tra il 367 e il 375, reimpiegato come altare della chiesa (C.I.L., IX, 5957; Donati 1974, p. 175, n. 12) attesta la presenza di una importante arteria stradale in prossimità della chiesa, mentre i grossi blocchi di calcare squadrato reimpiegati nelle murature dell’edificio, insieme con il rinvenimento di intonaci parietali addossati a elementi lapidei di reimpiego e il recupero di un elemento scultoreo di arredo liturgico di IX secolo, attestano una frequentazione del sito dall’età romana a oggi (Tuteri 2014, pp. 31-32).

Bibliografia

G. Di Berardo, Chronicon Casauriense sive Historia Monasterii Casuariensis ordinis Sancti Benedicti, A Ludovico II imperatori anno domini DCCCLXVI conditi, in L. A. Muratori, Rerum Italicarum Scriptores, III, 2, Mediolani 1726, coll. 769-1018.

S. Antonelli, M. Tornese 2012, Insediamenti monastici nella valle del fiume Aterno. Un aggiornamento a trent’anni dal Congresso Internazionale sul Ducato di Spoleto, in Pani Ermini L. (a cura di), Le valli dei monaci, Atti del Convegno internazionale di studio, Roma-Subiaco, 17-19 maggio 2010, Centro Italiano di Studi sull’Alto Medioevo, Spoleto, 2012, pp. 880-907.

A. Donati 1974, I miliari delle regioni IV e V dell’Italia, “Epigraphica” XXXVI, pp. 55-222.

F. Redi 2010, Produzione lapidaria in G. Roma (a cura di), I Longobardi del Sud, Roma, p. 155.

L. Saladino 2000, I monasteri benedettini nell’Abruzzo interno, Roma, 2000, pp. 137-138.

R. Tuteri 2014, Il territorio amiternino nella tarda romanità. Appunti, in F. Redi, A. Forgione (a cura di), La chiesa di S. Paolo di Barete (AQ). Dallo scavo al restauro. Venti secoli di storia riscoperti, Firenze, pp. 31-32.

S. Zenodocchio, Saggio di toponomastica amiternina dai regesti farfensi, in Bullettino della Deputazione Abruzzese di Storia Patria, LXXIX, 1989, pp. 281-356.

Conservazione

Sottoposta a una ristrutturazione generale moderna (sec. XVII-XVIII), negli anni ’80 - ’90 del secolo XX sono state stonacate le pareti e riportate alla luce le strutture originali più antiche; restaurata di nuovo, dopo il terremoto del 2009, con una messa in sicurezza delle strutture, risarcimenti di lesioni e cadute, rifacimento totale dei giunti, sbancamento e rifacimento del piazzale circostante.

Intitolazione attuale

S. Mauro di S. Eusanio di Barete.

Intitolazione storica

S. Mauro in “colle Amiternino”?.

Diocesi attuale

L'Aquila.

Diocesi storica

“Amiternum”; dipendenza dall’abbazia di S. Clemente a Casauria (PE)?


Contesto Insediativo

Descrizione

La chiesa sorge sopra un dosso tondeggiante della bassa pendice della valle solcata dall’Aterno, in riva sinistra, in un contesto insediativo e paesaggistico a vocazione agricola, a circa 2,5, km a nord di “Amiternum”, nei pressi della via di età romana che dalla città si dirigeva verso la dorsale appenninica che separa l’alta valle del Velino, percorsa dalla via Salaria, dall’alta valle dell’Aterno.

Strutture precedenti

Insediamenti di età romana sono attestati da indagini di superficie che hanno restituito lacerti di strutture murarie e reperti ceramici nell’area della chiesa attuale; un frammento di pilastrino, di VIII-IX secolo, reinserito nell’edificio attuale, indizia l’esistenza di strutture ecclesiastiche più antiche di quelle attualmente a vista.

Abitato contemporaneo

Non possediamo tracce dell’abitato contemporaneo all’edificio originale, in quanto esso sorge isolato sopra un piccolo dosso del terreno delimitato da viabilità locale.


Funzione

Funzione dell'edificio

Cappella monastica o piccolo oratorio?

Descrizione

Qualora le fonti storiche non si riferiscano ad altre strutture ubicate in località diversa non confermata, attuale Colle S. Mauro adiacente all’anfiteatro di Amiternum, l’edificio sorge come chiesa monastica dipendente dal monastero di S. Clemente a Casauria; attualmente funge da chiesa curata dalla comunità.

Complessi architettonici

Attualmente la chiesa, affiancata sulla destra longitudinalmente da annessi, sorge isolata.

Galleria di immagini

Informazioni generali

Descrizione Di una chiesa altomedievale alla quale attribuire il frammento di arredo liturgico inserito nella muratura della fase edilizia più antica a vista, non rimangono tracce in elevato. L’edificio attuale si presenta ad aula unica rettangolare, priva di abside, con reimpiego abbondante di grossi conci squadrati, disposti variamente, specie come cantonali, inframezzati da piccole pietre tondeggianti, semplicemente spaccate e parzialmente sbozzate. Fra il materiale di reimpiego, due frammenti di età romana, uno in facciata e uno nel lato sinistro, e un parallelepipedo scolpito a bassorilievo con motivi a intreccio, tipici di VIII-IX secolo (Redi 2010, p. 155). Dell’edificio più antico superstite in elevato, databile al X-XI secolo, si distinguono nella testata absidale i due spioventi del tetto, a quota inferiore rispetto a quella attuale, e tre monofore a feritoia, in linea e distanziate nell’ordine inferiore, e una simile, centrale, nel fastigio, sostituita da una rettangolare, più ampia e moderna, che conserva, tuttavia, lo stipite sinistro originale. Le strutture di servizio addossate lateralmente a ovest reimpiegano materiali costruttivi della fabbrica precedente o affini. La facciata presenta le stesse tracce del doppio spiovente del tetto originario e un semplice portale con stipiti costituiti da grossi monoliti di spoglio, come il possente architrave sopra il quale permangono le tracce degli stipiti a bozzette di una monofora simili a quelle della testata absidale e del lato sinistro. Detta monofora si presenta tamponata e tagliata per oltre metà da una semplice finestra rettangolare, coeva con il rialzamento dell’edificio in epoca moderna. Mentre il lato destro della chiesa è quasi completamente nascosto da edifici di servizio moderni, il lato sinistro presenta la linea orizzontale del tetto originale e una monofora a feritoia, simile a quella della testata absidale, in prossimità del cantonale della facciata. La tecnica muraria del lato della facciata e della testata absidale sono coerenti.

Articolazione in sequenze

Sequenza I

Periodo I
EmptyData.png Architettura

Tipologia planimetrica

Pianta sconosciuta EmptyData.png EmptyData.png EmptyData.png EmptyData.png EmptyData.png

Materiali e tecniche costruttive

Tipologia di intervento

L’esistenza di una chiesa agli inizi del X secolo è indiziata da un frammento scultoreo di VIII-IX secolo reimpiegato nelle strutture dell’edificio più antico oggi a vista. EmptyData.png EmptyData.png EmptyData.png EmptyData.png

Installazioni liturgiche

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Sepolture

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Iscrizioni

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Datazione e giustificazion

Datazione e giustificazione

VIII-IX secolo.


Sequenza II

Periodo II
EmptyData.png Architettura

Tipologia planimetrica

Pianta longitudinale priva di abside. EmptyData.png EmptyData.png EmptyData.png

Articolazione e annessi

Aula rettangolare unica non absidata, alla quale si addossano lateralmente, a ovest, per tutta la lunghezza annessi più recenti.

Alzati

Nella testata absidale si distinguono quattro finestre a feritoia distribuite su due livelli: tre, distanziate, in quello inferiore, una, centrale, in quello superiore, alla base del fastigio. I grossi conci di riuso sono usati come architravi e, in un caso, come stipite, in alternanza con stretti elementi litici di primo impiego. Anche nel lato sinistro si nota una monofora a feritoia simile alle tre dell’ordine inferiore della testata absidale. In facciata, portale con architrave monolitico di recupero come i grossi monoliti degli stipiti e finestrella a feritoia simile alle altre, direttamente poggiante sull’architrave. Le tracce distinguibili nella testata absidale, in quella frontale e nel lato sinistro evidenziano una copertura originale a doppio spiovente a quota inferiore rispetto a quella attuale.

Materiali e tecniche costruttive

Tipologia di intervento

La fase edilizia più antica attualmente apprezzabile produsse un piccolo edificio ad aula unica non absidata, con tecnica muraria grossolana e reimpiego di materiali di età romana e altomedievale.

Tecnica muraria

Pietre calcaree di ampie dimensioni, spianate e squadrate a scalpello, di recupero da edifici di età romana, distribuite irregolarmente e senza orizzonti regolari, eccetto che nei cantonali. Il sodo murario in fase è costituito in prevalenza da ciottoli di fiume spaccati e dirozzati con martellina e mazzetta, intercalati ai grossi conci già detti e disposti in corsi suborizzontali, con ampi letti e giunti di malta abbastanza tenace.

Livelli d'uso e pavimenti

Quelli originali si trovano presumibilmente 50-80 cm sotto quello attuale, come prova l’interramento delle strutture e degli elementi architettonici.

Altri elementi strutturali e architettonici

Monofore e feritoie architravate, nell’abside, in facciata e nel lato sinistro; portale di facciata architravato; cornicione del tetto a semplice listello.

Decorazioni applicate alle murature e alla costruzione

Un frammento di pilastrino con intrecci viminei del sec. VIII-IX è reimpiegato nella muratura della testata absidale.

Installazioni liturgiche

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Sepolture

Posizione e relazione con l'edificio

Saggi di scavo preventivo effettuati nel 2010 dalla locale Soprintendenza Archeologica, ancora inediti, hanno rintracciato nell’area circostante la chiesa alcune sepolture non meglio precisate. EmptyData.png

Iscrizioni

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Datazione e giustificazion

Datazione e giustificazione

La tecnica muraria, l’abbondante reimpiego di elementi di spoglio classici e altomedievali e l’impianto rettangolare non absidato indirizzano verso il X-XI secolo.


ELEMENTI DECONTESTUALIZZATI

Lista degli oggetti

Nella testata absidale della chiesa attuale è inserito come spoglio un frammento di pilastrino con raffinato intreccio di nastri lineari sul contorno e circolari nel campo che circoscrivono una figura d’uva stilizzata e un pampino di vite. Nel lato sinistro, come stipite di una feritoia, è inserito un frammento a bassorilievo di età romana raffigurante un vaso colmo di pomi. In facciata, nella soprelevazione moderna sopra lo spiovente destro originale è inserito un monolito cavo rettangolare a vaschetta, di epoca non precisabile.


Interpretazione

Datazione e giustificazione critica

La chiesa attuale è il risultato di una soprelevazione e ristrutturazione generale moderna (sec. XVII-XVIII) di un edificio precedente, del quale ha mantenuto la pianta e l’alzato fino agli spioventi originali, databile almeno al X-XI secolo per il reimpiego di materiale di spoglio di età romana e altomedievale e per la tecnica costruttiva, abbastanza frequente in edifici coevi dell’aquilano. Non è dimostrabile l’ipotesi di individuazione della chiesa in esame con quella casauriense, attestata dalle fonti storiche a partire dall’828 “in Colle Amiternino”. Sembra altresì poco probabile, a causa dell’eccessiva altezza del rilievo montuoso a fronte del toponimo “Colle” e della presenza di una chiesa con identica intitolatura sopra un declivio non impervio sito fra Pizzoli e Barete, ugualmente in territorio amiternino, l’identificazione del sito della cella casauriense con l’attuale Colle S. Mauro che incombe sull’anfiteatro di Amiternum a quota 944 (Zenodocchio 1989, pp. 336-339; Saladino 2000, pp. 86, 137-138) suggerita unicamente dal toponimo del rilievo montuoso e non confermata da strutture murarie di sicura entità. Al contrario il frammento di pilastrino di VIII-IX secolo, reimpiegato nella testata absidale della chiesa in esame, anticipa almeno al sec. VIII-IX la presenza di un edificio di culto, attualmente non a vista, da individuare con scavi archeologici nell’area della chiesa di S. Mauro a S. Eusanio di Barete. EmptyData.png

Confronti

Per l’icnografia non absidata e per la tecnica muraria con abbondante riuso di grossi blocchi di pietra squadrati, si veda la chiesa di S. Sisto presso L’Aquila e la scheda relativa. Da notare che anche l’aula di età longobarda rinvenuta con gli scavi nella pieve di S. Paolo di Barete (vedi scheda, fase II) presenta un impianto rettangolare non absidato, ma l’edificio in esame, in quanto reimpiega “spolia” di VIII-IX secolo, non può risalire così tanto nel tempo.


Altre Informazioni

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Informazioni sulla pubblicazione

Data gennaio 1, 1970
Autore scheda informatica Fabio Redi Scheda Personale
Autore scheda cartacea Fabio Redi
Stato di avanzamento della scheda 2. In corso di revisione
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