BARETE (AQ), S. Giuliano

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Dati

Topografia

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Nazione Italia
Regione Abruzzo
Provincia L'Aquila
Comune Barete
C.A.P. 67010
Indirizzo/Località Piani di Foce
Toponimo
Proprietario
Vincoli
Riferimenti cartografici
Particella catastale
Latitudine 42.421894
Longitudine 13.253636
Altitudine 860 m.s.l.m.


Fonti storiche e identificazione

Fonti archeologiche

Reimpiego di blocchi calcarei e di epigrafi di età romana.

Bibliografia

Il Regesto di Farfa di Gregorio da Catino, a cura di I. Giorgi e U. Balzani, 1879-1914, I-V, Roma, II, anno 946; III, doc. 342 a. 920; III, 348, p. 50, anno 934; V, doc. 1280, p. 277, senza data.

Liber Largitorius vel notarius monasterii Pharphensis, I, II = Regesta Chartarum Italiae, 11, 17 I, 140, p. 103, anno 947.

Patrologia Latina, CLXXXVIII, 1026.

F. Ughelli, Italia Sacra sive de Episcopis Italiane, et insularum adjaventium, I, Aquilani Episcopi, coll. 373-394, Venetiis, 1717, coll. 378-379.

A. Clementi 2003, Amiternum dopo la distruzione, in Deputazione Abruzzese di Storia Patria – Studi e testi, 27 (2003), pp. 121-125, 127-130.

F. Alberini 2007, Per una topografia medievale dell’alta valle dell’Aterno, in S. Patitucci Uggeri, (a cura di), Archeologia del paesaggio medievale, QAM, IX, Firenze, pp. 203- 213.

F. Alberini 2017, La topografia del territorio di Barete dall’età romana all’Altomedioevo, in F. Redi, F. Alberini, R. Montagnetti, E. Siena, Colle di Casciano nel territorio di Barete (AQ): note di topografia tardoantica e altomedievale dell’alta Valle dell’Aterno, in Archeologia Medievale, in Archeologia Medievale XLIV (2017), pp. 219-233.

Documentazione grafica e fotografica

S. Giuliano di Barete: Tav. 1; fig. 1.

Conservazione

La chiesa, che si presenta nello stato di rudere, si trova su uno ampio terrazzo collinare in posizione dominante rispetto alla via e alla pianura sottostante.

Intitolazione attuale

S. Giuliano.

Intitolazione storica

S. Giuliano.

Diocesi attuale

L'Aquila.

Diocesi storica

“Amiternum”, poi Rieti.


Contesto Insediativo

Descrizione

L’altopiano dei Prati di Foce (circa 800 m.s.l.m.) è situato nel territorio di Barete, parallelamente al corso del fiume Aterno, lungo la sponda destra idrografica, ma ne è separato da una dorsale collinare (800-1000 m.s.l.m.); su di essa sono attestati i nuclei demici di Teora e San Sabino-Basanello, e siti il cui toponimo rimanda a una occupazione antica come Colle Civita (Alberini 2007, p. 206; “ead.”, 2017, p. 226), Sorgente del Muro, Poggio del Castello, ecc.. Sul lato occidentale l’altopiano è delimitato da una dorsale montuosa (1200 m.s.l.m. circa) che li divide dall’altopiano di Cascina: i rilievi sono stati occupati in età altomedievale e medievale da strutture fortificate come quello di Monte Rua, forse l’antico “Mons Aureus” (RF III, 348, p. 50, anno 934; LL, I, 140, p. 103, anno 947; RF, V, 1280, p. 277, senza data; S. Antonelli, M. Tornese, Insediamenti monastici nella Valle del fiume Aterno, in L. Pani Ermini (a cura di), Le valli dei monaci, Atti del Convegno Internazionale di studio, Roma-Subiaco, 17-19 maggio 2010, pp. 879-906), e quello del Monte del Castello. La viabilità principale è costituita da un tracciato che, staccandosi dal percorso parallelo al fiume Aterno, si insinua tra le colline attraversando i centri abitati e poi da una parte si dirige verso l’altipiano di Foce con un percorso pedemontano, dall’altra segue le creste e si immette nel territorio di Cagnano Amiterno situato immediatamente a nord-ovest; tracciati viari secondari collegano l’area con il territorio di Pizzoli e di Preturo verso est attraverso valichi (loc. Colle di Casciano, Poggio del Castello)

Abitato contemporaneo

La modesta sommità collinare su cui sorge la chiesa diroccata di S. Giuliano si trova lungo una dorsale su cui sono dislocati i centri abitati quasi contigui di Colli e S. Sabino-Basanello nei quali considerevole è il numero di blocchi calcarei lavorati e inseriti nelle murature di edifici moderni; si segnalano, inoltre, epigrafi onorarie, tra cui una all’imperatore Massimiano, databile al 308 d. C. (C.I.L. IX 4516; S. Segenni 1992, Amiternum – Ager Amiterninus, in Supplementa Italica, 9, 1992, p. 58) e iscrizioni funerarie, alcune attualmente irreperibili (Alberini 2017, p. 225; S. Segenni 1985, Amiternum e il suo territorio in età romana, Pisa, 1985, pp. 1992 p. 60, n. 4 e p. 82, n. 39, pp. 93-94; S. Segenni 1992, p. 58; C.I.L. IX 4518, 4521), che rimandano a preesistenze di età romana in prossimità degli attuali centri abitati. Del resto, nelle murature della chiesa stessa di S. Giuliano, il reimpiego di altre iscrizioni, tra cui una dedica all’imperatore Traiano (C.I.L., 4515, per la datazione: Segenni 1992, pp. 57-58: post 114 d. C.) e un’epigrafe che menziona l’offerta di una statua d’argento al dio Esculapio da parte di “Laberia Crispina”, suocera dell’imperatore Commodo (CIL, IX, 4512, per la datazione Segenni 1992, pp. 57-58: 153-159 d.C.), conferma il ruolo nevralgico di questa area nell’ambito del popolamento e dell’organizzazione del territorio amiternino. Tale ruolo nevralgico, peraltro, si conservò anche in seguito quando nell’area dei Prati di Foce si stanziò una comunità di cultura ostrogota il cui sepolcreto è stato individuato ai margini orientali dell’altipiano: il sito dell’insediamento non è stato identificato, ma, considerata la generale continuità organizzativa e amministrativa del territorio romano nella penisola dopo l’occupazione degli Ostrogoti, è probabile che non vi siano stati stravolgimenti negli abitati posti sulla dorsale collinare o nelle fasce pedemontane dell’altipiano (F. Redi, F. Alberini, R. Montagnetti, E. Siena, Colle di Casciano nel territorio di Barete (AQ): note di topografia tardoantica e altomedievale dell’alta Valle dell’Aterno, in Archeologia Medievale, in Archeologia Medievale XLIV (2017), pp. 219-233.). Inoltre, malgrado l’assenza di dati stratigrafici, tuttavia l’esistenza di allineamenti murari e di terrazzamenti sulla sommità del Colle Civita, una delle alture della dorsale collinare su cui sorge la chiesa di S. Giuliano e l’abitato di S. Sabino-Basanello, e la presenza di altre strutture murarie sull’altura situata immediatamente a est del sepolcreto ostrogoto a ridosso di un valico che collega l’altipiano con la vallata dell’Aterno, suggeriscono l’ipotesi che questa area abbia rappresentato una fascia di frizione tra Ostrogoti e Bizantini oppure tra questi ultimi e i nuovi invasori longobardi. Il toponimo Civita rimanda a strutture difensive legate alla presenza bizantina (Alberini 2017, p. 227) che sembra attestata anche dall’agiotoponimo di S. Giuliano, cui si contrappose il culto di S. Sabino, caro a sua volta alla popolazione longobarda, e tuttora praticato nella chiesa di S. Sabino situata nell’immediata periferia del centro abitato di S. Sabino-Basanello (Redi 2017, pp. 222-223).


Funzione

Funzione dell'edificio

Chiesa Battesimale.

Descrizione

Chiesa, funzione plebana attestata dal 1154 nella bolla papale di Anastasio IV (Patrologia Latina, CLXXXVIII, 1026; Ughelli, Italia Sacra, T. I, col. 1198; Clementi, 2003, pp. 121-125), attualmente abbandonata.

Complessi architettonici

Il complesso edilizio sorge in posizione isolata, su un poggio collinare alla periferia sud dell’abitato di S. Sabino-Basanello.

Galleria di immagini

Informazioni generali

Descrizione L’edificio ecclesiastico è ridotto allo stato di rudere ed è in gran parte invaso dalla vegetazione che vi è cresciuta attorno e dentro; quanto al momento risulta visibile è una struttura realizzata in blocchi squadrati di pietra calcarea, articolata in più vani, priva del tetto e di gran parte dei muri perimetrali, inaccessibile. Nelle murature della chiesa sono stati inseriti grandi blocchi squadrati e un consistente numero di iscrizioni di età romana (C.I.L. IX 4512, 4515, 4523, 4528), sebbene alcune siano state trasferite altrove in un secondo momento (C.I.L. IX 4512, 4515). Anche se il complesso edilizio attuale, per quanto estremamente lacunoso da un punto di vita strutturale e difficilmente valutabile per la scarsa visibilità, sembra, nel complesso, non riconducibile ad una fase costruttiva altomedievale, tuttavia la menzione della pieve di S. Giuliano di Barete insieme a quella di S. Paolo di Barete, definite amiternine nella nota bolla papale di Anastasio IV del 1154 al vescovo di Rieti Dodone (Patrologia Latina, CLXXXVIII, 1026; Ughelli, Italia Sacra, T. I, col. 1198), inducono a considerare la chiesa di S. Giuliano già esistente all’inizio dell’IX secolo, quando la diocesi amiternina fu accorpata a quella reatina (sulla decadenza della diocesi di “Amiternum” e sull’accorpamento del suo territorio alla diocesi di Rieti cfr. L. Pani Ermini 1980, Possessi farfensi nel territorio di Amiternum. Note di Archeologia altomedievale, in Archivio della Società Romana di Storia Patria, pp. 42-47; “Ead”., Contributi alla storia delle diocesi di Amiternum, Valva e Forcona nell’alto Medioevo, in RendPontAc, XLIV, 1971-1972, pp. 264-273; A. Clementi 1987, La terra di Pizzoli prima e dopo la fondazione dell’Aquila, in La terra di Pizzoli tra Alto Medioevo e il sec. XV, Atti della Giornata di Studio in onore di Ambrogio da Pizzoli discepolo di San Giovanni da Capestrano, Pizzoli, 22 agosto 1987, L’Aquila, pp. 11-30; F. Redi, A. Forgione, F. Savini, E. Siena, A. De Iure, E. Ciammetti 2013, Amiternum (AQ), “Campo S. Maria”, rapporto preliminare 2012, in Archeologia Medievale, XL, pp. 267-285; F. Redi, A. Forgione, F. Savini, A. Russi, E. Siena, A. De Iure 2014, Amiternum (AQ). Scavo archeologico in località “Campo S. Maria”. Relazione preliminare, scavo 2013, in Archeologia Medievale, LXI, pp. 171-193).

Articolazione in sequenze

Sequenza I

Periodo I
EmptyData.png Architettura

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Materiali e tecniche costruttive

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Installazioni liturgiche

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Sepolture

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Iscrizioni

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Datazione e giustificazion

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Interpretazione

Datazione e giustificazione critica

La consistente documentazione archeologica di età romana, individuata sia nelle strutture murarie della chiesa di S. Giuliano, sia nei vicini centri abitati del territorio, testimonia il ruolo nevralgico dell’altopiano di Foce in età classica: la ridotta distanza dal centro urbano di “Amiternum” (circa km 4) costituì un impulso alla vitalità di questo territorio e alla capacità attrattiva del sito nei confronti della popolazione residente nelle aree limitrofe, la cui centralità e prosperità sono sottolineate dalla presenza di monumenti onorari dedicati agli imperatori e di un tempio o santuario dedicato a Esculapio. Successivamente questa rilevanza non sembra essere venuta meno dal momento che in questa area si stabilì una comunità di cultura ostrogota, caratterizzata dalla presenza di personaggi di alto rango, documentata dal ritrovamento di pregiate fibule in un piccolo sepolcreto (S. Antonelli, M. Tornese, 2012, Insediamenti monastici nella valle del fiume Aterno. Un aggiornamento a trent’anni dal Congresso internazionale nel Ducato di Spoleto, in L. Pani Ermini, (a cura di), Le valli dei monaci, Atti del Convegno internazionale di Studio (Roma-Subiaco, 17-19 maggio 2010), Spoleto, pp. 879-907; F. Redi, F. Alberini, R. Montagnetti, Colle di Casciano nel territorio di Barete (AQ): note di topografia tardoantica e altomedievale dell’alta Valle dell’Aterno, in Archeologia Medievale, in Archeologia Medievale XLIV (2017), pp. 219-233). Inoltre, sempre in questa area, sembra registrarsi un forte interesse per le strategie militari bizantine impegnate a riconquistare l’Italia dopo l’occupazione ostrogota e poi a difendersi dalle invasioni longobarde (Procopio, Bell. Goth., II, 7, p. 52; Redi F., De Iure A., Siena E. 2011, L’Abruzzo tra Goti e Bizantini. Aggiornamenti della ricerca archeologica, in Ebanista C., Rotili M. (a cura di), La trasformazione del mondo romano e le grandi migrazioni: i nuovi popoli dall’Europa settentrionale centro-orientale alle coste del Mediterraneo, Atti del Convegno Internazionale di Studi, Cimitile-S. Maria Capua Vetere, 16-17 giugno 2011, pp. 195-216; Somma M. C. 2000, Siti fortificati e territorio, Castra, “castella” e “turres” nella regione marsicana tra X e XII secolo, Roma; Alberini 2017, p. 227): l’individuazione di una probabile fortificazione sulla sommità del Colle Civita, adiacente e contigua all’altura su cui si trova la chiesa, farebbero supporre uno stanziamento di truppe bizantine in funzione antiostrogota o antilongobarda a cui si lega la devozione a San Giuliano tradizionalmente praticata dall’elemento militare orientale. E’ possibile che in questo contesto storico un edificio ecclesiastico sia stato costruito o, forse, ricostruito o restaurato: infatti l’inserimento nelle sue murature di materiale edilizio ed epigrafico suggeriscono una fase costruttiva nella quale era ancora possibile recuperare tale materiale da strutture visibili nel paesaggio circostante, per quanto non più in uso, e nella quale la devozione a S. Giuliano fosse sentita in modo significativo: in effetti l’accostamento con la vicina pieve di S. Paolo di Barete, presente anche nelle fonti (Patrologia Latina, CLXXXVIII, 1026; Ughelli, Italia Sacra, T. I, col. 1198), farebbe supporre che, analogamente a quanto emerso dai recenti interventi stratigrafici che hanno rivelato la presenza di un edificio cristiano fin dal V-VI secolo con importanti fasi di ristrutturazioni successive (F. Redi, A. Forgione, La chiesa di S. Paolo di Barete (AQ). Dallo scavo al restauro. Venti secoli di storia riscoperti, Firenze, 2014, con bibliografia precedente), il processo di cristianizzazione sia stato avviato fin dai primi secoli dopo Cristo e abbia interessato anche il bacino dell’Aterno oltre ad “Amiternum” con la monumentalizzazione della tomba del martire S. Vittorino (L. Pani Ermini, 1987, Il territorio di Amiternum nella tarda antichità e nell’altomedioevo, in La terra di Pizzoli fra alto medioevo e sec. XV, Atti della giornata di studio in onore di Ambrogio da Pizzoli, discepolo di S. Giovanni da Capestrano, Pizzoli, 22 agosto 1987, L’Aquila, pp. 33-55; A. M. Giuntella, 2002, Brevi note in margine al santuario di S. Vittorino in Amiternum (AQ), in M.S. Celentano (a cura di), TERPSIS, In ricordo di Maria Letizia Coletti, Alessandria, pp. 313-341). Sulla base delle considerazioni esposte si propone, in via ipotetica, una datazione al V-VI secolo relativamente all’impianto originario dell’edificio ecclesiastico. EmptyData.png

Confronti

Per le chiese edificate presso o su strutture romane preesistenti nell’amiternino: S. Michele di S. Vittorino, S. Mauro di S. Eusanio di Barete (?), S. Pietro di Paterno di Capitignano, S. Pietro di Coppito, S. Giusta di Sassa, S., Pietro di Pagliare di Sassa, chiesa dell’Annunziata di Roio, S. Eutizio di Marana, S. Lorenzo di Pizzoli, SS. Giacinto e Proto, S. Pietro di Preturo, S. Giovanni in Foruli. Per le pievi nell’amiternino e nel forconese: S. Paolo di Barete, S. Giusta di Bazzano, S. Giustino di Paganica.


Altre Informazioni

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Informazioni sulla pubblicazione

Data gennaio 1, 1970
Autore scheda informatica Fabio Redi Scheda Personale
Autore scheda cartacea Flaminia Alberini
Stato di avanzamento della scheda 3. In corso di rilettura
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