AVELLA (AV), S. Angelo de Robeliana

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Dati

Topografia

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Nazione Italia
Regione Campania
Provincia Avellino
Comune Avella
C.A.P. 83021
Indirizzo/Località
Toponimo
Proprietario
Vincoli
Riferimenti cartografici
Particella catastale
Latitudine 14.834748
Longitudine 40.919611
Altitudine


Fonti storiche e identificazione

Bibliografia

AA.VV., La Campania paese per paese, vol. I, Firenze 199, pp. 174-175.

GALASSO G., I comuni dell’Irpinia, Atripalda 2005, pp. 32-34.

LIBERTINI G. (a cura di), Regii Neapolitani Archivi Monumenta. Documenti del Regio Archivio Napoletano, vol. V, 2011.

R.N.A.M. V = Regii Neapolitani Archivi Monumenta, vol. 5, Napoli 1857.

SANTANIELLO G., Nola, in Dizionario storico delle diocesi. Campania, (a cura di) S. Tanzarella, Palermo 2010, pp. 441-472.

Conservazione

Edificio noto solo tramite le fonti.

Intitolazione storica

Monastero di Sant'Angelo de Robeliana

Diocesi attuale

Diocesi di Nola

Diocesi storica

Nola (Dioecesis Nolanus), fondata nel II secolo


Contesto Insediativo

Descrizione

Avella sorge allo sbocco di un valico del Partenio, lungo la riva sinistra del fiume Clanio, al confine tra le province di Avellino e Napoli.

Strutture precedenti

La presenza umana nel territorio avellano è accertata sin dalla preistoria, come attestato dalla scoperta, in località Mulino Sant’Antonio, di un insediamento del Neolitico finale e l’individuazione, in località Selvapiana, di un villaggio capannicolo di età eneolitica (III-II millennio a.C.). Al VII secolo a.C. si riferiscono le necropoli con tomba a fossa esplorate nelle contrade San Paolino e San Nazzaro, dove è venuta alla luce un’estesa necropoli con tombe a camera, di età sannitica (IV-III secolo a.C.). Alleatasi, come civitas foederata, con Roma nel 399 a.C., durante la guerra sociale (91-88 a.C.) Avella le rimase fedele, e, pertanto, venne distrutta dai nolani. Successivamente, tuttavia, i romani vi dedussero una colonia. A circa 300 metri dal rione San Pietro è situato l’Anfiteatro romano, del I secolo a.C., mentre in località Casale sono visibili alcuni monumenti funerari romani di età imperiale.

Abitato contemporaneo

Nel periodo in esame la città, ormai decaduta, anche in conseguenza del crollo dell’Impero romano, fu saccheggiata, prima nel 410, dai Visigoti di Alarico e poi nel 455 da Genserico, alla guida dei Vandali e degli Alari. Dopo essere stata dominio dei longobardi, che la munirono di fortificazioni e di un castello, il centro fu prima attaccato dai Saraceni (884) e poi dagli Ungari (937). Cominciò allora l’abbandono della città: i suoi abitanti si rifugiarono sui monti intorno alla Grotta di San Michele e sulla collina del castello. Nell’XI secolo, infine, Avella fu sottratta al dominio dei principi longobardi di Salerno dai conti normanni di Aversa che la concessero in feudo al cavaliere Turoldo Musca.


Funzione

Funzione dell'edificio

Monastica


Galleria di immagini

Informazioni generali

Descrizione Grazie alla menzione nella fonte sappiamo dell’esistenza dell’edificio alla fine dell’XI secolo. Non ci sono informazioni sul periodo del suo abbandono, e conseguente distruzione, e sulla sua struttura.

Articolazione in sequenze

Interpretazione

Datazione e giustificazione critica

XI secolo (Fonti d'archivio). EmptyData.png

Confronti

Per le fonti: Chiesa di Santa Marina, Avella; Chiesa dei Santi Martiri Nazario e Celso, Avella.



Informazioni sulla pubblicazione

Data gennaio 9, 2015
Autore scheda informatica Federico Marazzi Scheda Personale
Autore scheda cartacea Consuelo Capolupo
Stato di avanzamento della scheda 4. Scheda non Verificata
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