ASCOLI PICENO, S. Emidio

Da CARE (IT).
Jump to navigation Jump to search

Dati

Topografia

{{#display_map:42.853477,13.578678|width=400|height=300|service=osm|zoom=18}}

Nazione Italia
Regione Marche
Provincia Ascoli Piceno
Comune Ascoli Piceno
C.A.P. 63023
Indirizzo/Località piazza Arringo
Toponimo
Proprietario
Vincoli
Riferimenti cartografici
Particella catastale
Latitudine 42.853477
Longitudine 13.578678
Altitudine


Fonti storiche e identificazione

Fonti storico-epigrafiche

La prima notizia storicamente documentata riguardante la sede vescovile risale al 451, quando al Concilio di Calcedonia venne inviato come legato di papa Leone I (440-461), il vescovo Lucentius. Si deve attendere piu di un secolo e mezzo perché si ritrovi nuovamente nelle fonti il ricordo, anche se indiretto, della diocesi, quando papa Gregorio Magno (590-604), nel 602, dette mandato al vescovo della vicina citta di Fermo, Passivo, di consacrare il monastero di S. Savino in Ascoli Piceno (S. Prete, I più antichi vescovi di Ascoli Piceno (Sec. IV-XII) (cronotassi documentaria), in Studia Picena, IL (1984), pp. 1-24). É possibile ritenere che la Chiesa ascolana in quell’anno fosse vacante del vescovo a causa dei violenti saccheggi e distruzioni subiti dalla regione del Piceno ad opera dei Longobardi (L. Duchesne, Les évéchés d'Italie et l’invasion lombarde, in Mélanges d’Archéologie et d’histoire, XXIII (1903), pp. 83-116). Solo a partire dalla seconda meta del sec. VIII si ricava di nuovo qualche breve notizia sulla diocesi grazie al Regesto Farfense (Regesto di Farfa, a cura di I. Giorgi, U. Balzani, 5 voll. “Biblioteca della Società Romana di Storia Patria”, Roma 1883-1914, d’ora in poi abbreviato con R.F.); nel 776 viene nominato insieme ad altri vescovi del ducato di Spoleto, un Auderis episopus Asculanus (R.F., II, p. 89, doc. 97). Nel 781 poi in un placitum spoletino risulta fra i firmatari del documento il vescovo Iustolfo (R.F., II, p. 114, doc. 135). Per il IX secolo il Liber Pontificalis ricorda un Picco episcopus ecclesie Scolanensis, presente nel giugno dell’844 nella basilica di S. Pietro in Vaticano a Roma alla incoronazione a re d’Italia, per mano di papa Sergio II, del figlio dell’imperatore Lotario, Ludovico II (Le Liber Pontificalis, 3 voll., I-II, a cura di L. Duchesne, Parigi 1886-1892, rist. 1955-1957, III, a cura di C. Voge1,Parigi 1955: II, p. 89). Al Sinodo romano svoltosi ne1l’853 partecipa al posto del vescovo di Ascoli Teuderando, il presbitero Uvalderano (Prete, I più antichi, p. 7). Riguardo il vescovo Arpaldo si è a conoscenza soltanto del fatto che non rispose all’invito rivoltogli da papa Giovanni VIII di partecipare al Sinodo romano dell’879. Maurisius episcopus asculanus, partecipo, nell’897, ad un placitum che si tenne nella località di S. Flaviano nel Teramano presenti i missi imperiali e due gastaldi di Ascoli (Prete, I più antichi, pp. 7-8, n. 25). A partire dalla seconda meta del X, e per tutto il secolo successivo grazie ad una documentazione continua e precisa, si conosce la serie quasi completa dei vescovi e spesso la durata del loro episcopato. Fra questi emerge la figura di Bernardo II (1045-1069) al quale si devono il riordino dei possedimenti nonché il restauro della cattedrale con la costruzione della cripta dove furono riposte le reliquie di Sant'Emidio. Il santo, le cui spoglie vennero miracolosamente ritrovate proprio in quegli anni, divenne contitolare insieme alla Vergine della cattedrale (Prete, I più antichi, p. 13).

Bibliografia

E. Luzi, I restauri del duomo di Ascoli Piceno, in Arte e Storia, III (1884), pp. 390-391.

E. Luzi, La facciata del duomo di Ascoli Piceno, in Arte e Storia, IV (1885), pp. 113-114 e 123-124.

E. Luzi, Un poco di storia sui restauri del duomo Ascoli, ivi, pp. 284-286.

E. Luzi, Cenno storico descrittivo della cattedrale basilica di Ascoli Piceno, Ascoli Piceno 1894. Nota dell’ispettore Giulio Gabrielli, sopra un antico sarcofago rinvenuto nella cattedrale, in Notizie degli Scavi di Antichità comunicate alla Reale Accademia dei Lincei, 1885, pp. 530-531.

M. Pasquinucci, Studio sull'urbanistica di Ascoli Piceno romana, in Asculum I, Pisa 1975, pp. 75-82.

F. Betti, Il transetto protocarolingio della cattedrale di Ascoli Piceno. La documentazione del restauro ottocentesco attraverso gli appunti e i disegni di Giulio Gabrielli, in Arte Medievale, II s., IX, 2, 1995, pp. 119-139: 122-125.

Conservazione

Il settore presbiteriale è in parte conservato ad eccezione delle absidi, il corpo basilicale appartiene alle fasi successive. La chiesa è tutt'ora officiata

Intitolazione attuale

Sant'Emidio

Intitolazione storica

Santa Maria (XI s.)

Diocesi attuale

Ascoli Piceno

Diocesi storica

Ascoli


Contesto Insediativo

Funzione

Funzione dell'edificio

Cattedrale


Galleria di immagini

Informazioni generali

Descrizione

Articolazione in sequenze

Interpretazione

EmptyData.png EmptyData.png EmptyData.png



Informazioni sulla pubblicazione

Data dicembre 2, 2015
Autore scheda informatica Federico Guidobaldi Scheda Personale
Autore scheda cartacea Fabio Betti
Stato di avanzamento della scheda 1. In corso di compilazione
Affidabilità della scheda {{#paper_quality:0. Media}}