ARLIANO (LU), S. Martino
Dati
Topografia{{#display_map:43.848171,10.404092|width=400|height=300|service=osm|zoom=18}} | |
Nazione | Italia |
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Regione | Toscana |
Provincia | Lucca |
Comune | Lucca |
C.A.P. | 55100 |
Indirizzo/Località | Via della Chiesa, 1, località Arliano |
Toponimo | |
Proprietario | |
Vincoli | |
Riferimenti cartografici | |
Particella catastale | |
Latitudine | 43.848171 |
Longitudine | 10.404092 |
Altitudine |
Fonti storiche e identificazione
Fonti storico-epigrafiche
L’edificio viene citato per la prima volta, indirettamente, in un documento dell’ottobre 892 d.C., nell’ambito della sentenza relativa ad una lite occorsa tra il il rettore della pieve battesimale di San Macario, tal Aidiprando e Andrea, rettore della pieve battesimale di San Martino in Ariliano (MD V/2, n. 982). Dal 913 d.C. si registra la modifica della dedica dell’edificio, da ora legato pure a San Giovanni Battista (MD V/3, n. 1144) come confermato anche in un documento del 13 giugno 973 d.C. (MD V/3, n. 1443). Altre due importanti attestazioni si hanno in due documenti del 980 d.C., a due soli giorni di distanza: la prima, datata al 18 giugno, la cita come beati sancti Martini et sancti Johanni Batiste quod est plebe batismalis sito loco et finibus ubi dicitur Ariliano (MD V/3, n. 1507), mentre la seconda come eccl. beati sancti Petri et sancti Johanni Batiste quod est plebem batismalis sito loco et finibus ubi dicitur Ariliano (MD V/3, n. 1509).
Bibliografia
CONCIONI, FERRI, GHILARDUCCI 2008, Lucensis Ecclesiae Monumenta. A saeculo VII ad annum MCCLX, Voll. I e II, Lucca 2008, pp. 373-382. MD/V = BARSOCCHINI 1837-1841, Raccolta di documenti per servire all’istoria ecclesiastica lucchese, in Memorie e documenti per servire all’ istoria del ducato di Lucca, Lucca 1837-1841. R.C.L. I = GUIDI, PARENTI 1910, Regesta Chartarum Italiae. Regesto del capitolo di Lucca, Vol. I, Roma 1910.
Conservazione
L’edificio costituisce uno dei rari esempi di edificio di culto altomedievale in diocesi di Lucca ancora ben preservato in alzato, il che consente di leggerne sia le tecniche costruttive (almeno parzialmente) che la planimetria originaria
Intitolazione attuale
San Martino
Intitolazione storica
San Martino
Diocesi attuale
Lucca
Diocesi storica
Lucca
Contesto Insediativo
Funzione
Funzione dell'edificio
Battesimale
Galleria di immagini
Informazioni generali
Descrizione |
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Articolazione in sequenze
Sequenza I
Periodo I | |
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Architettura | |
Tipologia planimetricaAltro | |
Materiali e tecniche costruttive | |
Tipologia di interventoIX secolo d.C. Nella sua prima fase, ascrivibile al IX secolo d.C., consta in un'aula quadrata (17 x 17 m), esclusa l'abside. | |
Installazioni liturgiche | |
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Sepolture | |
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Iscrizioni | |
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Datazione e giustificazion | |
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Sequenza II
Periodo II | |
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Architettura | |
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Materiali e tecniche costruttive | |
Tipologia di interventoX-XI secolo d.C. L’edificio venne in parte ricostruito tra X e XI secolo d.C., come bene osserva J. A. Quiròs Castillo: “La ricostruzione della pieve di Arliano tra il X e l´XI secolo è stata realizzata impiegando due tecniche distinte che però condividono la stessa impostazione dell´apparato decorativo. Questo elemento dimostra con sufficiente chiarezza che si tratta di due tecniche appartenenti alla stessa fase e forse attribuibili a due maestranze differenti". Tecnica murariaRiprendendo sempre le parole di J. A. Quiròs Castillo: "La prima tecnica è quella che caratterizza la parte bassa delle murature in tutti i lati della chiesa e prevede l´utilizzo di bozze di calcare grigio di forma irregolare, non rifinite e disposte su filari quasi orizzontali . A questa muratura si sovrappone una tecnica più regolare con bozze quadrangolari rifinite a punta, collocate in filari orizzontali e paralleli. La particolarità di questa tecnica, comune negli edifici coevi, è la presenza di materiale di reimpiego che in questo caso è rappresentato dai laterizi tagliati e utilizzati nella bicromia degli archetti ciechi e delle monofore . Non si esclude che, date le loro forme e dimensioni, possa trattarsi di laterizi di età romana. Il rialzamento delle navate laterali e la ricostruzione degli angoli della chiesa, sono invece realizzati con una tecnica disordinata che nel caso degli angoli reimpiega i materiali provenienti probabilmente dai crolli stessi. Le murature di questa fase non sono chiaramente leggibili, in quanto conservano ancora il rivestimento a intonaco . Anche la muratura del campanile è realizzata con tecnica disordinata che impiega pietre non lavorate, anche di grandi dimensioni, legate da abbondante malta. Nelle aperture si fa invece largo uso dei laterizi”. | |
Installazioni liturgiche | |
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Sepolture | |
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Iscrizioni | |
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Datazione e giustificazion | |
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Sequenza III
Periodo III | |
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Architettura | |
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Materiali e tecniche costruttive | |
Tipologia di interventoNel 1667 d.C. si registra il crollo del soffitto dell’edificio, che venne dunque ricostruito, e forse proprio in concomitanza con tale ricostruzione si registra l’inserimento di quattro grandi finestre, una nell’abside, due a sud ed una a nord (CONCIONI, FERRI, GHILARDUCCI 2008, p. 375). | |
Installazioni liturgiche | |
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Sepolture | |
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Iscrizioni | |
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Datazione e giustificazion | |
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Interpretazione
Informazioni sulla pubblicazione
Data | novembre 24, 2015 |
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Autore scheda informatica | Careuser Scheda Personale |
Autore scheda cartacea | Gabriele Castiglia |
Stato di avanzamento della scheda | 5. Scheda Verificata |
Affidabilità della scheda | {{#paper_quality:1. Affidabile}} |