ARCISATE (VA), S. Vittore: differenze tra le versioni

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F. BOMBOGNINI, ''Antiquario della Diocesi di Milano'', Milano 1859, p. 82
 
CIL V, 5454, 5455.
 
U. MONNERET DE VILLARD, ''Iscrizioni cristiane della provincia di Como anteriori al secolo XI'', “Racomo”, 65-66, pp. I–155, nn. 136-137, pp.127-128
 
P. VOLONTÉ, ''Varese antica e le sue lapidi pagane e cristiane'', Varese, 1900, pp.161-164 e 176-179.
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B M / hic requiescit in pace / bone me / morie paulus qui vixit in se / culo annis p m lxx et deposi / tus est sub die xii kal maias / severino v c consule
B M / hic requiescit in pace / bone me / morie paulus qui vixit in se / culo annis p m lxx et deposi / tus est sub die xii kal maias / severino v c consule
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Versione attuale delle 12:12, 14 ago 2020

Dati

Topografia

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Nazione Italia
Regione Lombardia
Provincia Varese
Comune Arcisate
C.A.P. 21051
Indirizzo/Località Piazza Battistero, 3
Toponimo
Proprietario
Vincoli
Riferimenti cartografici CTR: X: 1.489.520; Y: 5.078.480
Particella catastale
Latitudine 45.863069
Longitudine 8.860292
Altitudine


Fonti storiche e identificazione

Fonti storico-epigrafiche

Arcizate altare sancti quirici. In ecclesia sancti victoris (LNSM ol 326D). La prima notizia che riguarda la presenza di un collegio canonicale ad Arcisate si trova in un documento del 1095: un privilegio concesso dall'arcivescovo Arnolfo III alla chiesa di San Gemolo di Ganna. Arcisate si trovava allora a capo di una pieve che ricopriva l'intera Valceresio e comprendeva anche Ganna. Alla fine del XIII secolo, nel Liber notitiæ sanctorum Mediolani, Goffredo da Bussero indica 34 chiese e 37 altari nella sola pieve di Arcisate. La pieve fu visitata da Gabriele Sforza nel 1455, da Carlo Borromeo nel 1574, da Gaspare Visconti nel 1586, da Federico Borromeo nel 1606, da Cesare Monti nel 1639, da Federico Visconti nel 1687, da Giuseppe Pozzobonelli nel 1751, dal cardinale Ferrari nel 1896 e da Eugenio Tosi nel 1923. Il cardinale Ildefonso Schuster la visitò per ben cinque volte: nel 1932, 1938, 1943, 1948 e 1953. L'ultima visita alla "pieve" spettò al cardinale Montini, nel 1961; in seguito, con la riforma, la pieve di Arcisate mutò il suo nome in Decanato della Valceresio.

Fonti archeologiche

G. ALLEGRANZA, De sepulchris Christianis in aedibus sacris, Milano, 1773, n. IV, p. 3 e n. XL, p. 32.

F. BOMBOGNINI, Antiquario della Diocesi di Milano, Milano 1859, p. 82

CIL V, 5454, 5455.

U. MONNERET DE VILLARD, Iscrizioni cristiane della provincia di Como anteriori al secolo XI, “Racomo”, 65-66, pp. I–155, nn. 136-137, pp.127-128

P. VOLONTÉ, Varese antica e le sue lapidi pagane e cristiane, Varese, 1900, pp.161-164 e 176-179.


Conservazione

Campanile romanico in alzato (XI secolo)

Intitolazione attuale

S. Vittore

Diocesi attuale

Milano

Diocesi storica

Milano


Contesto Insediativo

Descrizione

Durante la preistoria, Arcisate seguì le stesse vicende che riguardarono la Valceresio. La valle, in antichità, era un importante via di transito, poiché rappresentava un accesso pressoché diretto alle Alpi e al passo del San Gottardo. Per questo motivo, la romanizzazione fu intensa e avvenne intorno al III-II secolo a.C. Arcisate rappresentava allora un centro minore del municipium di Milano. Ancora una volta, il fatto di trovarsi su un'arteria di comunicazione così importante, le è valso una cristianizzazione precoce e ben radicata.

Strutture precedenti

Nel 1745, durante la ricostruzione dell’altar maggiore della chiesa parrocchiale di Arcisate, furono ritrovate due grandi urne, coperte da una sola lapide a destinazione funeraria di marmo bianco (71 x 52 cm) “Pare si fosse spezzata sotto il ferro del manuale, perché ha varie parti connesse con calce” (Volonté). Il primo epitaffio, il cui ductus è molto irregolare come pure la dimensione delle lettere, risale al 461, mentre sono più curati nel secondo, che data al 482. Ricordano un Paulus e un s(an)c(ta)e m(emoriae) Constantius p(res)b(yte)r. Una seconda lapide, sempre a destinazione funeraria, un tempo conservata nella casa del coadiutore presso il complesso pievano, venne letta dall’Allegranza, mentre fu cercata invano dal Mommsen. Ricordava un s(an)c(ta)e m(emoriae) / [pre]sbiter(!) Gau/dentius.


Funzione

Galleria di immagini

Informazioni generali

Descrizione

Articolazione in sequenze

ELEMENTI DECONTESTUALIZZATI

Lista degli oggetti

Si può attestare in tutta sicurezza che già nel V secolo vi era una prima comunità cristiana. Lo attestano due lapidi, ritrovate nel 1745 dal prevosto Pietro Antonio Alemagna durante i lavori di restauro dell'altare maggiore della basilica di S. Vittore. Le due lapidi così recitano:

B M / hic requiescit in pace / bone me / morie paulus qui vixit in se / culo annis p m lxx et deposi / tus est sub die xii kal maias / severino v c consule

hic requiescit in pace sce m costantius / pbr qui vixit in seculo ann p m lxxv / d sub d xv kl m

alla buona memoria. qui riposa in pace di buona memoria Paolo, che visse circa 70 anni e fu sepolto il 18 aprile, mentre era console Severino, uomo celebre;

qui riposa in pace di santa memoria prete Costanzo, che visse circa 75 anni e fu sepolto il 15 aprile.


Interpretazione

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Altre Informazioni

Osservazioni

Numerose sono state le controversie che riguardano l'interpretazione del toponimo Arcisate. Una tra le più fantasiose lo vedrebbe come derivato direttamente dal celtico, Arc (monte Arc) is (sotto) ate (località), ovvero località sotto il Monte Arco, che sarebbe il Monte Monarco, alle spalle del paese. Il nobile Bonaventura Castiglioni lo avrebbe visto come un derivato di Arx Isarcorum, fortezza degli Isarci; ma ben presto si capisce che la versione del Castiglioni non è attendibile, perché gli Isarci hanno popolato ben altro territorio, e Colle Isarco, in provincia di Bolzano ne è la testimonianza. Altri, tra cui l'oblato Nicolò Sormani, l'hanno interpretato come Arx Isaurorum, fortezza degli Isauri. Il territorio è stato ben romanizzato e il ritrovamento di numerose are romane ha fatto sì che il nome fosse interpretato anche come Ara Cæsaris, con il quale concorda anche il Sormani. La strada era ormai aperta. Nel corso del Quattrocento, il nobile Bonaventura Castiglioni ritrovò, nell'area dedicata un tempo alle feste mercuriali (ora sede della via Mercurio), un'ara dedicata proprio al dio romano dei commerci. Arcesius (greco Ἀρκείσιος) era uno degli appellativi del dio Mercurio; unito al suffisso di origine celtica -ate (responsabile di tanti toponimi dell'Italia settentrionale), poteva dare Arcisiate (a volte anche Arcidiate), che era una delle grafie con cui si indicava questa località nei secoli passati. La grafia, nel corso del Medioevo, rimase oscillante. Si trattava del tentativo di rendere in latino una voce dialettale, per cui si trova: Arzizate, Arcizate, Arzisate, Arsizate. Una curiosità. Fin dai tempi antichi, l'economia di Arcisate era retta dalle fornaci per la produzione di calce e questo ha dato adito a un'altra interpretazione, troppo tarda per essere credibile, che è Arx Gypsaria, o fortezza del gesso. EmptyData.png


Informazioni sulla pubblicazione

Data 2020/08/09
Autore scheda informatica Careuser Scheda Personale
Autore scheda cartacea Marina De Marchi, Emanuele Marcora
Stato di avanzamento della scheda 5. Scheda Verificata
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