ANGERA (VA), S. Maria Assunta

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Dati

Topografia

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Nazione Italia
Regione Lombardia
Provincia Varese
Comune Angera
C.A.P. 21021
Indirizzo/Località Piazza Parrocchiale 11
Toponimo
Proprietario
Vincoli
Riferimenti cartografici
Particella catastale 1722
Latitudine 45.773977
Longitudine 8.577584
Altitudine


Fonti storiche e identificazione

Fonti storico-epigrafiche

La prima citazione scritta di S. Maria Assunta risale al XIII secolo, quando è definita ecclesie Sanctae Marie (L.N., col. 254 B). Solo nel XV secolo avanzato rilevò il ruolo di capo pieve dalla chiesa dei SS. Sisinnio, Alessandro e Martirio (L.N., coll. 89, in plebe Angere), ormai decaduta.

Fonti archeologiche

Un limitato saggio archeologico (mq 25), effettuato in occasione di lavori di rifacimento della pavimentazione e di posa di impianti all’interno della chiesa, ha messo in luce la successione di più periodi insediativi e costruttivi da distribuirsi tra prima età imperiale (I-II secolo d.C.) e altomedioevo. Il saggio, attuato in occasione di lavori di rifacimento del pavimento e della posa dell’impianto elettrico, è stato limitato ad una parte della navata centrale prossima all’altare della chiesa odierna ed ha messo in luce apparati murari e piani di calpestio relativi ad un primo edificio di culto (VI secolo ?), avente funzioni cimiteriali, che insiste a sua volta su una necropoli sorta su un quartiere abitativo di età romana (I-II sec. d.C.) (Mariotti 2001-2002, p. 202).

Bibliografia

Angera romana I. Scavi nell’abitato 1980-1986, Roma 1995.

M. BERTOLONE, Carta archeologica. Foglio 31, Firenze 1950, p. 94.

G.P. BROGIOLO, S. GELICHI, Nuove ricerche su castelli altomedievali in Italia settentrionale, Firenze 1996, pp. 35-38.

F. CANTARELLI, Catalogo del lapidario dei musei civici di Varese, Varese 1996.

CDL, Codex Diplomaticus Langobardiae, a cura di G. PORRO LAMBERTENGHI, Torino 1873.

CIL, Corpus Inscriptionum Latinarum, Berolini 1863 (vol. V, a cura di Th. MOMMSEN, pars. I, 1872, pars II, 1887).

M. DAVID, V. MARIOTTI, Da Kaprotabis ad Angera. L’epigrafe di un siriano ai piedi delle Alpi, "Syria. Revue d’Art Oriental et d’Archéologie", 82, pp. 267-278.

Liber Notititae Sanctorum Mediolani, a cura di M. MAGISTRETTI, U. MONNERET DE VILLARD, Milano 1917.

V. MARIOTTI, Angera (VA). Chiesa di S. Maria Assunta. Considerazioni preliminari, "Notiziario della Soprintendenza Archeologica della Lombardia", 2001-2002, pp. 201-202.

Milano Capitale dell’Impero, Catalogo della mostra, 25 gennaio-22 aprile 1990), Milano 1990, pp. 255-251.

G. SENA CHIESA (a cura di), Angera romana I. Scavi nella necropoli 1970-1979, Roma 1985.

M.G. ZEZZA, I materiali lapidei locali impiegati in età romana nell’area compresa tra il Ticino e il Mincio, "Atti della Società italiana di scienze naturali e del Museo civico di storia naturale di Milano", 123, 1982, 1, pp. 3-188.

Conservazione

Oggi l’edificio, sede parrocchiale, mostra i segni dei numerosi successivi rifacimenti e ricostruzioni.

Intitolazione attuale

S. Maria Assunta

Intitolazione storica

S. Maria

Diocesi attuale

Milano


Contesto Insediativo

Descrizione

Angera, situata sulla riva del lago Maggiore, rientra nel sistema geofisico del Verbano, partecipando sia al sistema prealpino che alpino (Alpi Lepontine). La conca lacuale è posta in relazione ai fenomeni di orogenesi alpina e all’attività erosiva delle acque (Terziario), cui seguì l’attività dei ghiacciai quaternari, che modellarono la valle depositando i pianura materiali morenici che frenano il flusso delle acque. Il sistema del Verbano è connesso con il fiume Ticino, che ne è immissario ed emissario. Il lago costituisce una via di transito naturale tra la pianura padana e il centro Europa. Questa realtà geografica ha costituito la ragione dell’antichità degli insediamenti d’area fin dalla preistoria. Angera fu un importante vicus romano, poi statio, come indicano le numerose necropoli (I-III sec. d.C.), distribuite soprattutto nell’area posta a S/E dell’attuale paese, i luoghi pubblici civili monumentali e sacri, tra i quali si ricorda l’Antro Mitriaco (o Tana del Lupo), posto ai piedi della Rocca e frequentato con funzioni di ricetto nell’alto medioevo (David, Mariotti 2005), e l’insediamento romano dotato di impianti artigianali. Il vicus romano si distingueva per attività produttive legate sia alla lavorazione di ceramica e di metalli sia allo sfruttamento di cave di pietra e al suo utilizzo, ben documentato in età romano-imperiale (Zezza 1982, pp. 3-188). Dal III-IV secolo Angera fu raccordata a Milano per mezzo della strada Milano/Verbano, che mette in comunicazione la città con l’odierno Canton Ticino e le valli alpine (Blenio, Mesolcina e Leventina) che portano oltralpe, attraverso la navigazione lacuale e, in alternativa, la strada rivierasca per Magadino e Bellinzona. Da quest’epoca crebbe la sua importanza strategica per contrastare le incursioni barbariche dirette in pianura. Un ulteriore importante via di collegamento è costituita dalla pedemontana che portava a Como, con la quale Angera forse condivise il ruolo di sede di una flotta di navi mercantili e militari. Nel IV-V secolo l’abitato si contrasse e venne dotato da un fossato difensivo (CIL, V, 5482). A complemento dei percorsi maggiori, una rete di percorsi vicinali la collegavano agli insediamenti di pianura e di valle. Questa funzione strategica viene conservata in seguito, la Rocca medievale (ricordata nel 1066) ebbe probabilmente la funzione di collegare Angera alla Val Maggia e ai valichi alpini. Questa piazzaforte (Brogiolo, Gelichi 1996, pp. 35-38) inizialmente controllata da Guido da Velate passò ai Visconti di Milano nel secolo XIII, quando venne ampliata, e nel 1449 ai Borromeo. La parte più antica è oggi costituita dalla torre duecentesca, mentre al secondo piano la Sala di Giustizia conserva uno dei cicli di affreschi, celebranti le gesta viscontee (XIV secolo), più rappresentativi dell’arte gotica lombarda.

Strutture precedenti

Periodi precedenti alla chiesa di S. Maria Assunta, da scavo archeologico. Periodo 1 Sotto uno strato di malta esteso, con lacune, per tutta l’area, forse sottofondo di una pavimentazione a grandi lastre lapidee sono emersi manufatti di prima età imperiale (terra sigillata di età tiberiana, anfore Dressel 6). Periodo 2 Sull’area si imposta un edificio composto da almeno tre murature parallele relative ad ambienti di dimensioni medie con pavimento in cocciopesto, dal cui strato di preparazione sottostante provengono frammenti di sigillata africana da datarsi fra il 380 e il 420 d.C. oltre ad anfore africane. L’edificio fu abbandonato nel VI secolo. Periodo 3 Dopo la distruzione si imposta nell’area una necropoli tardoantica/primo altomedievale (quattro tombe in nuda terra), che in parte tocca l’ampliamento del cimitero relativo alla vicina chiesa paleocristiana dedicata ai ss. Sisinnio, Martirio ed Alessandro (V secolo). Periodo 4 La frequentazione della necropoli ha un momento di sosta, testimoniato da strati corrispondenti a piani di calpestio, che rispettano le murature dell’edificio di Periodo 2, e dai quali sono emersi materiali di VI secolo avanzato. Periodo 5 Riprende la funzione cimiteriale (fine VI/VII secolo ?) con quattro sepolture violate scavate nel piano di calpestio, una di queste sfrutta le murature preesistenti.

Abitato contemporaneo

Nel VII secolo Angera (Angleria) ha già da tempo mutato il suo nome in Stazzona, per il ruolo di scalo lacuale e di statio lacuale acquisito in età medioimperiale, per necessità strategiche, commerciali e di transito derivate dallo sviluppo di questa area a N/W di Milano nel III-IV secolo, quando divenne capitale dell’impero. Angera costituiva il terminale riva/lago della via Milano/Verbano che via acqua si innestava verso le valli alpine. Nel VII secolo Angera è ricordata come civitas dall’Anonimo Ravennate (IV, 30), qualifica che condivide con le vicine Castelseprio e Pombia, entrambe centri abitati fortificati. Da una Carta Vinditionis dell’807 risulta che ad Angera possedeva beni l’alamanno Draco de vico Lucernaco, che li alienò al comes alamanno Alchar (Alpichar, Veroalchar) (Muratori, Annali, An. 817; CDL, 169, 83, 145, 146; Placiti, I, 45) residente a Sumirago (Samoriaco), insieme a tutti gli altri suoi possessi posti in territorio civitatis sepriensis, seo in finibus Statzonensis. Il documento, oltre ad attestare il ruolo di centro giurisdizionale di Castelseprio sull’Olona e di Angera sul lago Maggiore, ma con l’intersecarsi delle due giurisdizioni, indica le località che rientravano nei due territori, ribadendo il ruolo di fulcro territoriale di Stazzona rispetto alla nobiltà di estrazione carolingia, che abitava nell’area, come è per altro attestato nelle vicine Leggiuno e Sumirago. Dai documenti sono chiari sia la dipendenza di Stazzona e di Castelseprio da Milano sia il legame che la nobiltà locale aveva stretto con la classe dirigente ecclesiastica cittadina.


Funzione

Funzione dell'edificio

Funeraria

Descrizione

La chiesa di S. Maria ebbe funzione cimiteriale e di officiatura pubblica di culto, assumendo solo in un secondo momento il ruolo pievano.

Galleria di immagini

Informazioni generali

Descrizione La prima citazione scritta di S. Maria Assunta risale al XIII secolo, tuttavia un limitato saggio archeologico effettuato all'interno della chiesa in occasione dei restauri ha messo in luce la successione di più periodi. Precedentemente alla chiesa, è stato rinvenuto un edificio datato al IV-V secolo e abbandonato nel VI. L'area viene poi adibita a funzione cimiteriale, con tombe datate fino al VII secolo, su cui si imposta la chiesa di S. Maria Assunta. L’attribuzione cronologica dell’edificio di culto ad età tardoantica e primo altomedievale (VI secolo) sembra possibile per il reimpiego in una sepoltura (t. 10) di due lastre di marmo, che costituivano i lati brevi della sepoltura, una che reca incisa una croce latina, al centro, l’altra costituita da un’ epigrafe marmorea con iscrizione funeraria in greco, che ricorda un siriano cristiano di nome Maraotes proveniente dalla città di Kaprotabis (odierna Kafartab presso Apamea) (da datarsi probabilmente dopo il 431).

Articolazione in sequenze

Sequenza I

Periodo I
EmptyData.png Architettura

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Materiali e tecniche costruttive

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Installazioni liturgiche

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Sepolture

Posizione e relazione con l'edificio

La necropoli ebbe più fasi di frequentazione attestate dalle sovrapposizione di tombe, tutte orientate E/W, che si tagliano (t. 1 taglia t. 9, t. 4 taglia la t. 10) e dalle deposizioni multiple (t. 3).

Strutture

Alla fase è da riferire la t. 10 che è costruita reimpiegando i frammenti dell’epigrafe greca e di una lastra funeraria in marmo con croce incisa, probabilmente provenienti dalla distruzione di tombe relative al cimitero dei SS. Sisinnio, Martirio ed Alessandro. Lo scavo ha restituito altre epigrafi greche, forse attribuibili ad età gota.

Iscrizioni

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Datazione e giustificazion

Datazione e giustificazione

VII secolo, su base stratigrafica



Interpretazione

Datazione e giustificazione critica

L’iscrizione reimpiegata nella tomba 10, ricomposta da due frammenti, reca al termine tre chrismon (uno abraso) comuni in età paleocristiana, e un’invocazione finale, in lettere capitali greche, seguita - secondo l’opinione di David, Mariotti 2005 - da una formula MA BO che sottintende l’invocazione alla Vergine Theotokos, che suggerisce la datazione post 431. Il ritrovamento di questo elemento è da ricondurre alla presenza e/o al transito ad Angera di mercanti, viaggiatori, diplomatici e pellegrini diretti oltralpe e dell’importanza della strada da Milano al lago per traffici e viaggi di ogni tipo. La datazione è giustificata anche su base stratigrafica. EmptyData.png EmptyData.png


Altre Informazioni

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Informazioni sulla pubblicazione

Data 2019/12/10
Autore scheda informatica Careuser Scheda Personale
Autore scheda cartacea Marina De Marchi
Stato di avanzamento della scheda 5. Scheda Verificata
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