ALVIGNANO (CE), S. Ferdinando

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Dati

Topografia

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Nazione Italia
Regione Campania
Provincia Caserta
Comune Alvignano
C.A.P. 81012
Indirizzo/Località Località S. Ferdinando, presso Cimitero Comunale di Alvignano
Toponimo S. Ferdinando
Proprietario
Vincoli
Riferimenti cartografici
Particella catastale
Latitudine 41.263370
Longitudine 14.338873
Altitudine


Fonti storiche e identificazione

Fonti storico-epigrafiche

Le prime informazioni sulla diocesi di Cubulteria sono tramandate dall’epistolario di Gregorio Magno, in cui il pontefice, già sul finire del VI secolo, accenna ad un periodo di crisi della “ecclesia Cubulterna” (Gr.Mag.Ep.IX, 93-94). Nell’anno 967, un’altra menzione, fa riferimento ad alcune terre poste nei pressi della "ecclesia Sancte Marie qui dicitur ab Cobultere" (Doc.Caiazzo V,I). Ulteriori attestazioni dell’edificio si ritrovano in altre pergamene dell’archivio vescovile di Caiazzo. In particolare si ricorda un documento del 1007 in cui Pandolfo, arcivescovo di Capua, dichiara la legittimità dei beni rivendicati dal Vescovo di Caiazzo, tra i quali risultano anche alcune curtes e terre della chiesa di S. Maria. Un secondo documento del 1012 emesso da Pandolfo di Benevento, ricorda che Cennamo, custode della "ecclesia Sancte Marie", interviene per definire una lite con Sabatino in merito alla contesa di una terra in luogo detto "Cobultere" (Perg.Capua, 2008, 137). Infine, una menzione più tarda, del 1348, ci informa che la chiesa, scelta come luogo di sepoltura delle spoglie di S. Ferdinando d’Aragona, vescovo di Caiazzo morto nel 1082, acquisisce l’attuale titolo di "ecclesia sancti Ferrandi in Casali Cornelli".

Bibliografia

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CIELO L.R., 1990, Chiesa di Santa Maria di Compulteria ad Alvignano, scheda in Catalogo della Mostra “I Longobardi” Codroipo-Cividale del Friule, 2 Giugno-30 Settembre 1990, Milano, pp. 282-284.

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ROSSOLINO T., 1995, Alvignano: una proposta di recupero e di valorizzazione, Capua;

ROTILI M., 1986, Benevento romana e longobarda. L’immagine urbana, Benevento.;

RUSCONI A., 1967, La Basilica di Santa Maria di Compulteria presso Alvignano, in “Corsi di cultura sull’arte ravennate e bizantina”, Ravenna, pp. 323-337.

TRUTTA G., 1776, Dissertazioni istoriche delle antichità alifane, Napoli, ristampa 1976, p. 318.

VENDITTI A., 1976 , L’architettura bizantina nell’Italia Meridionale: Campania, Calabria.

Conservazione

L'edificio si conserva nella sua interezza (ultimi restauri anni '50).

Intitolazione attuale

S. Ferdinando

Intitolazione storica

"S.Marie de Cobulteria" o "Covulture" (VI sec.), "Sancti Ferrandi"

Diocesi attuale

Alife-Caiazzo

Diocesi storica

"Cubulteria"


Contesto Insediativo

Descrizione

La basilica sorge nel comune di Alvignano nell'area in cui ora si sviluppa il cimitero comunale

Strutture precedenti

L’area su cui insiste direttamente la basilica sarebbe stata occupata da una capanna protostorica (i cui buchi di palo sono stati individuati in fase di scavo della basilica stessa) e da un ambiente con strutture in opera reticolata di I a.C.- III sec. d.C. La zona prospiciente alla basilica sembra essere poi occupata da un santuario arcaico, da una casa colonica tra la fine del III e la metà del II secolo a.C., cui seguono le strutture di una villa con muri in opera reticolata di I sec. a.C, un’area sepolcrale di età primo imperiale ed un complesso residenziale frequentato fino al III secolo d.C. Cfr. CERA 2004, pp. 204-210; CRIMACO 2005, pp. 61-129.


Funzione

Funzione dell'edificio

sede di diocesi

Descrizione

La funzione è stata ipotizzata sulla base delle informazioni desunte dalle fonti tardoantiche

Galleria di immagini

Informazioni generali

Descrizione

Articolazione in sequenze

Sequenza I

Periodo I
EmptyData.png Architettura

Tipologia planimetrica

pianta longitudinale a tre navate con abside e nartece a tre fornici EmptyData.png

Dimensioni

23,70 m x 20 m EmptyData.png

Articolazione e annessi

presenza di un nartece EmptyData.png

Materiali e tecniche costruttive

Tipologia di intervento

edificazione della basilica

Tecnica muraria

"opera listata" per i perimetrali e "opus testaceum" per i pilastri EmptyData.png EmptyData.png EmptyData.png

Installazioni liturgiche

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Sepolture

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Iscrizioni

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Datazione e giustificazion

Datazione e giustificazione

V-VI sec.. La datazione è stata proposta sulla base delle fonti e dei confronti delle tecniche murarie e dell'impianto planimetrico


Sequenza II

Periodo II
EmptyData.png Architettura

Tipologia planimetrica

pianta longitudinale a tre navate con abside e nartece EmptyData.png

Dimensioni

23,70 m x 20 m EmptyData.png EmptyData.png EmptyData.png

Materiali e tecniche costruttive

Tipologia di intervento

trasformazione del nartece, restauri dell'abside; aggiunta di un contrafforte esterno all'abside, eliminazione della volta a botte del nartece, tompagnatura degli archi interni del nartece

Tecnica muraria

"opus testaceum" nel restauro dell'abside; opera a grandi blocchi di reimpiego nelle tompagnature degli archi interni del nartece EmptyData.png EmptyData.png EmptyData.png

Installazioni liturgiche

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Sepolture

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Iscrizioni

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Datazione e giustificazion

Datazione e giustificazione

IX-X secolo per il confronto delle tecniche murarie


Sequenza III

Periodo III
EmptyData.png Architettura

Tipologia planimetrica

pianta longitudinale a tre navate con abside e torre in facciata EmptyData.png

Dimensioni

23,70 m x 20 m EmptyData.png EmptyData.png EmptyData.png

Materiali e tecniche costruttive

Tipologia di intervento

trasformazione del nartece in un corpo turrito, realizzazione dell'arco esterno di accesso

Tecnica muraria

opera a blocchetti e tessiture miste nella sopraelevazione dell'edificio in facciata EmptyData.png EmptyData.png EmptyData.png

Installazioni liturgiche

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Sepolture

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Iscrizioni

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Datazione e giustificazion

Datazione e giustificazione

XII-XIII per la datazione delle tecniche murarie



Interpretazione

Datazione e giustificazione critica

La basilica sarebbe stata edificata a cavallo di V e VI secolo. La datazione è confortata dalla lettura delle fonti scritte che attestano un momento di crisi già sul finire del VI sec. La frequentazione anche in epoca altomedievale è poi attestata da successive trasformazioni che riguardano principalmente il nartece di ingresso, resesi necessarie a seguito di evidenti dissesti che l'edificio subisce probabilmente nel corso della metà del IX secolo, forse causati dal terremoto dell'848. Il nartece quindi, viene progressivamente sostituito da un edificio turrito in facciata oggetto di interventi che si protraggono fino al XII-XIII secolo. EmptyData.png

Confronti

I confronti proposti sono numerosi per quanto riguarda l'opera listata che risulta quale tecnica muraria prevalente. Si ricordano alcuni edifici religiosi romani: le basiliche di S. Clemente (basilica inferiore fine IV-V, e nartece VI sec.) e S. Teodoro (IVV?), S. Vitale (401-417) e S. Lorenzo f.l.m. (579-590). In area campana invece si citano: la chiesa di S. Sofia a Benevento, S. Giorgio Maggiore a Napoli, la basilica dell’Annunziata a Prata (Av) e il Battistero di S. Maria Maggiore a Nocera Superiore (Sa), la Cattedrale di Alife e il campanile della cattedrale di Telese. Invece per quanto riguarda l'opera a grandi blocchi di reimpiego: le chiese di S. Prisca, S. Anastasia ed in particolare S. Lucia in Selcis (muro perimetrale), tutte datate tra VIII e IX secolo.


Altre Informazioni

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Informazioni sulla pubblicazione

Data gennaio 1, 1970
Autore scheda informatica Federico Marazzi Scheda Personale
Autore scheda cartacea Alessia Frisetti
Stato di avanzamento della scheda 1. In corso di compilazione
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