AILANO (CE), S. Maria in Cingla

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Dati

Topografia

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Nazione Italia
Regione Campania
Provincia Caserta
Comune Ailano
C.A.P. 81010
Indirizzo/Località
Toponimo Masseria Cegna
Proprietario privato
Vincoli
Riferimenti cartografici
Particella catastale
Latitudine 41.377539
Longitudine 14.177805
Altitudine


Fonti storiche e identificazione

Fonti storico-epigrafiche

Non è nota la data di fondazione del monastero, che compare per la prima volta in un documento spurio del 743 d.C.(Gatt., HIst.I,27). Nel testo viene citata la chiesa di S. Cassiano edificata in località Cingla. Nel 745 un "praeceptum concessionis" (probabile falsificazione) del duca Gisulfo I, concede a S.Maria in Cingla e alla badessa Acertuda due "curtes" (Regg.2002:279). Allo stesso anno si riferisce una notizia in cui compare l'abate Petronax quale fondatore del monastero femminile (Gatt.Hist.I, 27). Nel 748 il monastero è confermato tra le dipendenze di Montecassino (Regg.2002:297). Da questo momento e fino a tutto il X secolo, si susseguono numerose notizie inerenti la cella monastica e che vedono attribuita a quest'ultima numerosi beni nel territorio circostante e l'esenzione dal fisco (CDDl III,1: 34; CDL V,:VIII; Gatt.Acc.I, 97; Gatt.Hist.I, 94; CMC I, 49; CMC I, 46; Perg.Capua 2008:11). Tra questi documenti ricordiamo anche la conferma dei beni di Cingla a firma dei Principi Pandolfo e Landolfo (Perg.Capua 2008:97-99). Nel 1033 iniziano i contrasti con il conte della vicina città di Alife (Gatt.Acc.I, 124-128). Nel corso del XII secolo la chiesa abbaziale deve essere già in fase di degrado se, l'abate Gerardo si impegna in prima persona per la sua ricostruzione (Gatt.Hist.I, pp.518-519).

Fonti archeologiche

Le prime indagini archeologiche svoltesi tra il 1879 e il 1903, per volere dell’allora Ispettore Onorario Enrico Villani, portarono alla luce le tracce dei muri perimetrali della chiesa, lacerti pavimentali ed elementi architettonici (colonne, capitelli e cornici) di epoca romana. Nel 2003, a seguito di un incarico conferito dall’Amministrazione Comunale all’Università degli Studi Suor Orsola Benincasa di Napoli, è stata avviata un’ulteriore indagine archeologica volta all’acquisizione di nuovi dati (Marazzi et alii 2005).

Bibliografia

BLOCH M., 1986, Montecassino in the Middle Ages, 3 volL., Roma.

CIELO L.R., 1990, S. Maria in Cingla: un’abbazia di prestigio in età Longobarda-Normanna, in “Il territorio alifano”. Convegno di Studi, S. Angelo d’Alife, 26 Aprile 1987, Marina di Minturno, pp. 185-199.

DI COSMO L., 2009, S. Tomeo in Capriati a Volturno:un edificio religioso di un villaggio medievale abbandonato, in Le valli del Sava e del Lete. Archeologia, storia ed arte del territorio tra Matese e Volturno, a cura di D. Caiazza, Piedimonte Matese, pp.99-100.

GAMBELLA A., 2000, Potere e popolo nello stato normanno di Ailfe, Napoli. MARAZZI ET ALII 2005 = Marazzi F., Colucci A., Di Biagio F., Di Cosmo L., Gobbi A., Trojsi G., Il monastero di S. Maria in Cingla (ailano-CE): valutazione archeologica preliminare del sito (interventi 2004-2005), in “Archeologia Medievale XXXII”, pp.127-144.

Documentazione grafica e fotografica

Documentazione grafica (rilievo planimetrico) e fotografica disponibile

Conservazione

Dell'insediamento sopravvive soltanto l'absidiola sud con parte dei perimetrali, attribuibili all'ultima fase di vita dell'edificio (XII secolo).

Intitolazione attuale

S. Maria in Cingla

Intitolazione storica

"Beata et gloriosa Virginis Dei genitricis Maria" (VIII-IX sec.); "monasterii sancte Marie de Cingla" (883); "monasterio Sancte marie de Cingla" (892); "...in loco Cingla" (969); "monasterium puellarum Sancte Marie in loco Cingla" (1020).

Diocesi attuale

Alife-Caiazzo


Contesto Insediativo

Descrizione

I resti dell’edificio abbaziale si conservano ancora all’interno di una proprietà privata, in località Masseria Cegna, a Sud-Ovest dell’attuale centro abitato di Ailano, non lontano dal punto in cui le acque del Lete confluiscono in quelle del Volturno. Il perimetrale Nord e la facciata invece dovevano essere parzialmente visibili fino al secolo scorso.

Strutture precedenti

Le ricognizioni hanno riscontrato presenza di pavimentali ed elementi architettonici (colonne, capitelli e cornici) di epoca romana, forse attribuibili ad una villa rustica.


Funzione

Funzione dell'edificio

Cella monastica

Descrizione

La chiesa doveva avere in origine tre navate absidate con ingresso ad Ovest. Dell'edificio sopravvive soltanto l'abside sud. Nelle strutture superstiti sono riconoscibili due fasi edilizie.

Complessi architettonici

La chiesa è parte di un insediamento monastico di cui non si conservano ulteriori tracce

Galleria di immagini

Informazioni generali

Descrizione Prima del 1000.

La chiesa abbaziale doveva presentarsi come un edificio a tre navate absidate. Alla prima fase probabilmente ascrivibile alla metà dell'VIII (sulla base delle fonti scritte e dell'analisi tipologia delle murature) è pertinente la struttura di fondazione. Questa si compone di un basamento in grandi blocchi di reimpiego su cui doveva poggiare il colonnato di divisione interna delle navate (Marazzi et alii 2005). Dopo il 1000 Una fase successiva è invece leggibile nelle strutture dell'alzato pertinente il muro perimetrale della navata sud e nel catino abside meridionale. La presenza di paramenti in blocchetti omogenei e le tracce dei ponteggi leggibili nel catino, rappresenterebbero quindi una traccia dell'ultimo cantiere di epoca normanna.

Articolazione in sequenze

Sequenza I

Periodo I
EmptyData.png Architettura

Tipologia planimetrica

pianta longitudinale a tre navate absidate EmptyData.png

Dimensioni

30 m x 20 m circa

Orientamento

absidi ad Est EmptyData.png EmptyData.png

Materiali e tecniche costruttive

Tipologia di intervento

realizzazione del basamento di fondazione

Tecnica muraria

tecnica a grandi blocchi di reimpiego EmptyData.png EmptyData.png EmptyData.png

Installazioni liturgiche

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Sepolture

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Iscrizioni

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Datazione e giustificazion

Datazione e giustificazione

La prima fase è attribuibile alla metà dell'VIII secolo sulla base dei confronti della tecnica a grandi blocchi e delle notizie estrapolate dalle fonti documentarie


Sequenza II

Periodo II
EmptyData.png Architettura

Tipologia planimetrica

pianta longitudinale a tre navate absidate EmptyData.png EmptyData.png

Orientamento

absidi ad Est

Articolazione e annessi

internamente sono visibili le tracce di due muretti trasversali posti a metà della navata, che potrebbero suggerire la presenza di una recinzione presbiteriale EmptyData.png

Materiali e tecniche costruttive

Tipologia di intervento

restauri e ricostruzioni degli alzati

Tecnica muraria

Alzati:paramenti in bozze di calcare e peperino, misti a sporadici frammenti fittili e messi in opera in filari sub-orizzontali, in abbondante malta. catino absidale: filari regolari di blocchetti rettangolari EmptyData.png EmptyData.png EmptyData.png

Installazioni liturgiche

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Sepolture

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Iscrizioni

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Datazione e giustificazion

Datazione e giustificazione

La fase di restauro e ricostruzione sulla base deli confronti dele tecniche sarebbe ascrivile al corso del XII secolo. Tali interventi, stando anche alle fonti scritte, sarebbe inquadrabili quindi in una fase edilizia del periodo normanno.



Interpretazione

Datazione e giustificazione critica

La datazione al pieno VIII secolo della fase di fondazione e quella al periodo normanno relativa alla fase di ricostruzione dell'edificio, sono state proposte sulla base dei confronti tipologici e delle notizie estrapolate dalle fonti scritte. EmptyData.png

Confronti

La tecnica impiegata nel basamento rimanda ad un fronte cronologico di VIII secolo, e presenta confronti con altri edifici religiosi quali S. Maria di Compulteria presso Alvignano, ma anche con strutture difensive come le mura urbiche di Alife e di Benevento. L'impianto planimetrico a tre navate absidate rimanda a numerosi edifici della Campania settentrionale, quali ad esempio S. Angelo in Formis, S. Benedetto di Capua, S. Pietro ad montes di Caserta, tutti inquadrabili fra il terzo quarto dell'XI secolo ed il primo quarto del XII secolo. La presenza della recinzione presbiteriale è invece rintracciabile ad esempio nella basilica di San Vincenzo al Volturno.


Altre Informazioni

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Informazioni sulla pubblicazione

Data gennaio 1, 1970
Autore scheda informatica Federico Marazzi Scheda Personale
Autore scheda cartacea Alessia Frisetti
Stato di avanzamento della scheda 3. In corso di rilettura
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