PADOVA, S. Maria Assunta

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Dati

Topografia

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Nazione Italia
Regione Veneto
Provincia Padova
Comune
C.A.P. 35141
Indirizzo/Località piazza del Duomo
Toponimo
Proprietario
Vincoli
Riferimenti cartografici
Particella catastale
Latitudine 45.40658628337306
Longitudine 11.871741861159535
Altitudine


Fonti storiche e identificazione

Fonti storico-epigrafiche

La prima attestazione di un vescovo padovano è quella di Crispino che, nel 343, sottoscrisse le delibere del concilio di Sardica. La più antica testimonianza materiale della presenza vescovile e la conferma che la sede era quella attuale è rappresentata dall’epigrafe funeraria del vescovo Tricidio, datata su base paleografica tra la fine dell’VIII e inizio del IX secolo, già collocata nella cripta della cattedrale e dal 1748 collocata in una cappella laterale. La chiesa è attestata per la prima volta in un diploma dell'855 con il titolo di Santa Giustina («episcopus ecclesiae sanctae Iustinae Patavensis»). La dedicazione dell’antica cattedrale alla martire padovana ha originato una lunga diatriba tra gli studiosi, divisi tra chi la identifica con la chiesa martiriale suburbana di Santa Gustina e chi la ritiene ubicata nell’area di quella attuale. A queste posizioni si aggiunge recentemente quella di Gian Pietro Brogiolo, che non esclude, per Santa Giustina, un ruolo di cattedrale ariana durante il periodo goto e poi in quello della dominazione longobarda. Nell’897 la cattedrale è ricordata con la doppia intitolazione a santa Maria Vergine, (verosimilmente la dedicazione più antica), e a santa Giustina martire («episcopium sanctae Patavensis ecclesiae in honore sanctae Dei genitricis virginis Mariae sancteque Iustinae martyris constructum»).

Fonti archeologiche

Tra gli anni 2011 e 2012 sono stati condotti a varie riprese scavi a nord dell’attuale battistero del Duomo di Padova, su una superficie di 50 mq ca., fino a circa m 13 s.l.m., il che significa una profondità di scavo di circa 4 metri. La sequenza documentata tra gli anni 2011 e 2012 comprende cambiamenti strutturali e funzionali compresi in un arco cronologico dal III/IV al XX secolo. La sequenza tardoantica e altomedievale si articola in due periodi principali. Il primo (IV-VI secolo) comprende la costruzione e l’utilizzo di un edificio, del quale sono stati individuati tre ambienti allineati nord-sud. L’analisi stilistica del mosaico che copriva il pavimento dell’ambiente centrale, unitamente alla datazione della malta di allettamento, ha offerto una cronologia di metà IV secolo, compatibile con la prima menzione di un vescovo a Padova, Crispino. Il secondo periodo (VII-X secolo) si può articolare in tre fasi distinte. In una prima fase (VI secolo) l’edificio crollò parzialmente a causa di un incendio, con ogni probabilità riconducibile alla distruzione longobarda della città del 601, testimoniata da Paolo Diacono. Dagli strati di distruzione sono emersi, tra altri materiali, un capitello di ciborio esagonale e un frammento di mensa di altare, provenienti verosimilmente dal piano terra di un edificio adiacente, identificabile con il battistero tardoantico probabilmente situato nell’area di quello romanico. Del resto, come afferma Alexandra Chavarría Arnau, la prossimità con l’edificio battesimale era suggerita già dalla contiguità degli ambienti, tra loro comunicanti, e dalla presenza, in una fase successiva (XI secolo), di numerose tombe di infanti addossate al perimetrale . All’arredo liturgico della cattedrale appartengono probabilmente anche un frammento di altare a cassa con fenestella confessionis, conservato nella Biblioteca Capitolare (VI secolo), di provenienza ignota, e un frammento di cornice, probabilmente di ciborio, rinvenuto tra il sagrato della cattedrale e il palazzo vescovile. In una fase successiva (VII-X secolo) l’area cambiò radicalmente destinazione, con la costruzione di abitazioni povere con annessa piccola necropoli. Tra X e XI secolo questo settore del complesso episcopale fu rimonumentalizzato con la costruzione di un nuovo battistero e del chiostro dei canonici, quest’ultimo attestato, come abbiamo visto, nel 1064. Anche la cattedrale fu probabilmente ricostruita, come documentano la Passio e l’Inventio di san Daniele martire e levita, che narrano della traslazione del santo dalla basilica di S. Giustina, dove fu miracolosamente scoperto dal vescovo Olderico tra il Natale del 1075 e il 3 gennaio del 1076, all’abside della cattedrale appena ricostruita («domum sancte Marie, noviret constructam»).

G.P. Brogiolo, A. Chavarría Arnau, G. Ganzarolli, Scavo nel complesso episcopale di Padova: la sequenza tardoantica-altomedievale (IV-IX secolo), in P. Arthur, M. L. Imperiale (a cura di), Atti VII Congresso di Archeologia Medievale (Salerno 9-12 settembre 2015), Firenze 2015, vol. II, pp. 27-33.

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Conservazione

Dopo il terremoto del 1117 venne realizzato in forme romaniche un nuovo edificio, che con probabilità si impostava sulle fondazioni di quello preesistente, mentre il battistero sulla destra risale al XII secolo. Il duomo attuale, iniziato nel 1551, venne consacrato nel 1754, ma la facciata è rimasta incompiuta. La cupola emisferica che si eleva sul tiburio è stata ricostruita dopo l'incendio del 1821.

Intitolazione attuale

Santa Maria Assunta

Intitolazione storica

- Santa Giustina Padovana (a. 855: Ludovici II diplomata, n. 16). - Santa Maria Vergine e Madre di Dio e Santa Giustina martire (a. 897: I diplomi di Berengario, n.18; a. 964: Ottonis I diplomata,n. 265).

Diocesi attuale

Padova

Diocesi storica

Padova


Contesto Insediativo

Descrizione

La cattedrale fu costruita in un settore residenziale della città, spostato verso ovest, nei pressi delle mura.

Strutture precedenti

La cattedrale fu edificata in area periferica di Padova romana, al centro della cosiddetta insula delimitata dall’ansa del fiume Medoacus Maior (Brenta) ma dislocata verso ovest rispetto al centro politico e amministrativo della città, che gli studiosi tendono oggi a collocare nella zona in cui oggi sorge il Caffè Pedrocchi. Tra il I secolo a.C. e il II d.C. questo settore urbano era occupato da un quartiere a destinazione residenziale, come documentano i numerosi ritrovamenti di pavimenti in mosaico, più o meno frammentari, avvenuti a partire dal XVIII. Questo quartiere era attraversato da un complesso sistema viario, documentato dal rinvenimento di vari lacerti di strade lastricate in trachite, tra loro ortogonali .

Abitato contemporaneo

I dati disponibili per il IV e il VI secolo non ci offrono spunti per individuare variazioni funzionali e insediative nell’area di S. Maria Assunta. Almeno in un settore del centro episcopale tardoantico, dopo l’incendio e per un lungo periodo che va dal VII almeno al IX secolo, vengono costruite alcune capanne, con muri legati in argilla, e deposte quattro sepolture, messe in luce durante le indagini archeologiche del 2011-2012.


Funzione

Funzione dell'edificio

Cattedrale

Complessi architettonici

Complesso episcopale

Galleria di immagini

Informazioni generali

Descrizione Della primitiva cattedrale di Padova, che è ricordata come centro episcopale nella prima metà del IV secolo, si ignorano la cronologia di fondazione e la sede, che secondo alcuni coinciderebbe invece con la basilica cimiteriale suburbana di Santa Giustina.

Le prime attestazioni documentarie risalgono al IX secolo, e ricordano infatti una doppia intitolazione, ovvero "ecclesiae sanctae Dei genitricis et virginis Mariae et sanctae Iustinae quae caput est Pataviensis episcopi" (I diplomi di Berengario, n. 18, a. 897). Sorta in un quartiere residenziale di età romana, non lontano dal foro cittadino, lo sviluppo architettonico si articola in tre periodi principali, compresi tra il IV e l'XI secolo. La ricostruzione di X-XI secolo comportò l'inserimento del Duomo in un sistema fortificato.

Articolazione in sequenze

Sequenza I

Periodo I
EmptyData.png Architettura

Tipologia planimetrica

Sconosciuta EmptyData.png

Dimensioni

Sconosciute

Orientamento

Sconosciuto

Articolazione e annessi

Edificio situato in prossimità del battistero con orientamento nord-sud, del quale sono stati individuati tre ambienti.

Alzati

Dell'edificio annesso alla cattedrale è stato messo in luce parte del perimetrale est e di quello ovest, con il pilastro connesso, nonché il divisorio tra l’ambiente A e il B mentre l’altro divisorio è stato asportato da una successiva trincea di spoliazione. Tra il vano A e il vano B vi era una porta, testimoniata dall’asportazione della soglia.

Materiali e tecniche costruttive

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Tecnica muraria

Le murature hanno fondazione a sacco4 con risega in laterizi romani tagliati, di dimensioni variabili, posti di testa in corsi regolari, legati con abbondante malta di calce bianca, fine e molto tenace.

Livelli d'uso e pavimenti

I tre ambienti avevano un pavimento mosaicato, ma solo di quello centrale si è conservato il motivo decorativo una superficie di 5,6 mq. Il motivo decorativo, pressoché integro, ad eccezione di qualche lacuna

presenta una cornice esterna in tessere rosate (di dimensioni regolari di 1,5 x 1,5 cm) larga 57,5 cm rispetto ai muri est e ovest, 48,5 cm rispetto

ai muri nord e sud. Nel tappeto centrale, in tessere bianche e nere (di dimensioni identiche alla cornice), un motivo geometrico di ottagoni intersecantisi e adiacenti forma quadrati ed esagoni allungati. All’interno degli esagoni vi è un motivo a croce stilizzata, con le estremità apicate in tessere nere su fondo bianco, mentre all’interno dei quadrati compare una scacchiera di tessere bianche e nere. La datazione della malta nel rudus del pavimento offre una cronologia assoluta di IV secolo EmptyData.png EmptyData.png

Installazioni liturgiche

Altare

Frammento di mensa di altare con tracce di bruciatura superficiale e svariate sbrecciature lungo gli spigoli. L’orlo e decorato da una stretta cornice modanata, larga cm 5,6 e rilevata di cm 3,4 rispetto al piano liscio, formata da un listello piatto, una gola dritta e un listello verticale. Lungo il margine laterale, leggermente inclinato verso l’interno, è stato ricavato a ridosso dello spigolo inferiore un foro rettangolare (cm 2,6 x 2,4) profondo circa 1 cm, con tracce di piombo, probabilmente funzionale al montaggio di un telaio (forse ligneo) destinato all’aggancio di un paramento tessile. Fori analoghi compaiono in diversi esemplari della Francia meridionale, datati al V secolo .

Ciborio

Capitello spezzato per un quarto con frattura obliqua. Mancano due dei quattro spigoli dell’abaco mentre i due conservati appaiono scheggiati. Alcune minime scheggiature interessano la base. Presenta due corone di otto foglie d’acanto dalle larghe costolature definite da profonde solcature nella seconda corona. Le foglie della prima corona si toccano fra loro formando sei figure geometriche (cinque triangoli e un rettangolo con i lati lunghi convessi). L’abaco, suddiviso schematicamente in tre inconsueti listelli digradanti dall’alto verso il kalathos (di cui è scomparso l’orlo), è decorato su due lati opposti da un fiore del tipo a bugna aggettante. Tra le foglie della seconda corona si originano elici e volute rese con un nastro appiattito; le elici, poco pronunciate, non sono in contatto diretto; le volute rimangono al di sotto degli spigoli dell'abaco. Tra elici e volute emerge un raro motivo vegetale stilizzato, consistente in uno stelo dal quale si dipartono tre piccole foglie lanceolate. Sulla superficie di base si notano evidenti tracce di lavorazione a gradina. EmptyData.png EmptyData.png EmptyData.png

Recinzioni

Pilastrino frammentario, resecato longitudinalmente nella parte alta e in corrispondenza di una faccia laterale, dove si osservano evidenti segni diagonali di scalpello a punta piatta. La fronte è decorata da un campo rettangolare, largo cm 8,5, inquadrato da una modanatura digradante verso l’interno composta da un listello e un listello a dente intercalati da una gola dritta. Una delle facce laterali è incorniciata da una fascia larga circa cm 4,9, dal profilo convesso. La faccia opposta è perfettamente allisciata. EmptyData.png EmptyData.png EmptyData.png EmptyData.png EmptyData.png

Sepolture

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Iscrizioni

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Datazione e giustificazion

Datazione e giustificazione

IV-VI secolo


Sequenza II

Periodo II
EmptyData.png Architettura

Tipologia planimetrica

Pianta Sconosciuta EmptyData.png EmptyData.png EmptyData.png EmptyData.png EmptyData.png

Materiali e tecniche costruttive

Tipologia di intervento

Tra la fine dell'VIII e il IX secolo il complesso episcopale si sviluppava sicuramente nella sede di quello attuale. EmptyData.png EmptyData.png EmptyData.png EmptyData.png

Installazioni liturgiche

Altare

Attribuibile all'VIII-IX secolo, per tipologia formale, è il coronamento timpanato della fenestella confessionis di un altare a cippo in marmo bianco venato, che reca la raffigurazione a rilievo di colombe affrontate e ricolte verso una croce centrale. Per le caratteristiche iconografiche, ornamentali e morfologiche, trova numerosi confronti in territorio ravennate e nelle regioni soggette all'impero bizantino in età giustinianea. EmptyData.png EmptyData.png EmptyData.png EmptyData.png EmptyData.png EmptyData.png

Ambone

Appartiene forse all'arredo del duomo di IX secolo un frammento di pluteo in marmo saccaroide, ornato da tralci triviminei che formano un motivo a circonferenze intrecciate aperte, campite alternativamente da rosette a sei petali bisolcati con pistillo rilevato e da girandole con bottone centrale sempre rilevato; verso rosette e girandole convergono sei elici. Il pezzo, ridotto nelle dimensioni e reimpiegato come copertura di una struttura ipogea, fu rinvenuto nelle cantine del palazzo vescovile, in occasione dei restauri effettuati nel 1999. EmptyData.png EmptyData.png EmptyData.png

Sepolture

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Iscrizioni

Trascrizione

"Hic re(quiescit) in pace Tricidius episc(opus) hu / ius s(an)c(t)ae pat(avensis) aecl(lesiae) sedis qui sed(it) a(nnos) XXVI m(enses) VIII / et fuerunt omnes dies vitae eius quib(us) vix(it) annis LVII m(ensibus) IIII omnes rogo orate pro requie"

Datazione e giustificazion

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Sequenza III

Periodo III
EmptyData.png Architettura

Tipologia planimetrica

Pianta Longitudinale EmptyData.png EmptyData.png EmptyData.png EmptyData.png EmptyData.png

Materiali e tecniche costruttive

Tipologia di intervento

Tra la seconda metà del X e l'XI secolo la chiesa venne ricostruita in seguito ai danni provocati dalle invasioni ungare. I lavori, iniziati durante l'episcopato di Gauslino (seconda metà del X secolo) e terminati durante quello di Olderico (1064-1080), comportarono l'inserimento del Duomo in un sistema fortificato, ovvero un "castro de Domo" come si ricorda nel diploma del 952 (Ottonis I diplomata, n. 14). Parallelamente furono rinnovati la decorazione architettonica e l'arredo liturgico. EmptyData.png EmptyData.png EmptyData.png EmptyData.png

Installazioni liturgiche

EmptyData.png EmptyData.png EmptyData.png EmptyData.png EmptyData.png EmptyData.png EmptyData.png EmptyData.png EmptyData.png EmptyData.png EmptyData.png

Sepolture

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Iscrizioni

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Datazione e giustificazion

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Interpretazione

Datazione e giustificazione critica

- I Periodo: (IV-VIII secolo) la precoce esistenza di una chiesa vescovile, della quale non si conosce l'ubicazione, è indiziata dalle sole fonti scritte, che testimoniano come Padova fosse centro diocesano già dal IV secolo.

- II Periodo: (VIII-IX secolo) la datazione è offerta dall'iscrizione sepolcrale di Tricidio (fine VIII-inizio IX), originariamente collocata nella cripta.

- III Periodo: (X-XI secolo) per questo periodo la cronologia si evince dalle fonti documentarie

Interpretazione

Secondo alcuni autori, la prima chiesa cattedrale sarebbe da indentificare con la basilica suburbana di santa Giustina, sostituita soltanto a partire dalla fine dell'VIII secolo (dopo un'assenza vescovile protrattasi dal 602-603 ad una data compresa tra il 743 e l'827) con quella all'interno delle mura. Dati documentari e archeologici tendono però a collocare i primi nuclei episcopli in area urbana, distinti dalle chiese suburbane di origine cimiteriale. L'utilizzo dell'edificio di culto come sede di sepolture privilegiate e la presenza del vescovo a Padova, dopo la lunga vacanza della cattedra episcopale, sono invece testimoniate dall'iscrizione di Tricidio. EmptyData.png


Altre Informazioni

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Informazioni sulla pubblicazione

Data luglio 22, 2013
Autore scheda informatica Annalisa Colecchia Scheda Personale
Autore scheda cartacea Annalisa Colecchia
Stato di avanzamento della scheda 1. In corso di compilazione
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